Il match di Santa Croce è andato in archivio con una sconfitta evitabile: l’ennesima, purtroppo. La stagione della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora rischia di essere quella delle occasioni perse, perché troppe volte le partite hanno preso una piega contraria all’improvviso, vanificando quanto di buono gli atleti sorani avevano fatto fino a quel momento.
Ne è convinto anche il “digì” Alberico Vitullo, che non si dà pace per questo passo falso in terra toscana.

«Più che un punto guadagnato, sono due punti persi – esordisce il dirigente del club volsco – perché anche stavolta avevamo la partita in pugno. Abbiamo pagato la partenza davvero deficitaria del quarto set, ma va detto che quanto avviene sul campo di gioco è lo specchio fedele degli allenamenti settimanali. Noi purtroppo nei giorni che hanno preceduto la sfida con i “lupi” abbiamo dovuto pagare le assenze di Mario Scappaticcio, influenzato e quella perdurante di Marco Pagni. Senza nulla togliere a Polselli e Cacciatore, che sono due giovani di grande prospettiva e diventeranno senza dubbio ottimi giocatori, la qualità degli allenamenti ne ha risentito. Di solito questi contrattempi settimanali presentano poi il conto in gara e questo puntualmente è avvenuto».

Complessivamente, comunque, è stata una buona prestazione?

«Direi di sì. Abbiamo ben giocato soprattutto nei due set vinti. Va tenuto presente che abbiamo sperimentato una nuova soluzione con i centrali, schierando Pippo Pagni nell’attacco a 3 e Moretti in quello a 2, vicino a Scappaticcio. Ne ha beneficiato Pagni, autore di una prova coronata da percentuali esaltanti, e ha un po’ sofferto come previsto Moretti. Tra l’altro anche Libraro, che ha giocato a dispetto di un attacco influenzale, ha un po’ risentito di questa novità tattica, risultando più marcato del solito. Bene come al solito Van Dijk e bene anche Bratoev, sebbene abbia sbagliato qualche battuta di troppo, e per noi la sua battuta è un’arma importante… Anche Michele Gatto, tormentato da una lombo-sciatalgia, non ha potuto fornire il consueto apporto ed è stato sostituito da Scuderi».

Adesso la rincorsa al quarto, quinto posto si fa affannosa?

«Ritengo che possiamo ancora essere artefici delle nostre fortune. Se consideriamo la gara da recuperare in casa con Reggio Emilia il divario dal quinto posto può scendere da sei a tre punti e non voglio nemmeno considerare l’ipotesi di non “vincere da tre” contro i pur validi emiliani. Abbiamo sciupato troppe occasioni: penso alle gare con Castellana, a quella con Segrate, nella quale una svista arbitrale ci ha negato il 2-0 e che poi si è chiusa sul 3-1 in loro favore, ma è inutile recriminare, dobbiamo guardare avanti con fiducia e dare il massimo nelle restanti gare della regular season».

Una regular season che continua a fornire responsi abbastanza sorprendenti e
tra essi la leadership di Perugia a danno della super favorita, Castellana?

«Personalmente, e andando controcorrente, avevo pronosticato Perugia come possibile vincitrice del campionato. Il nodo era verificare quanto e come un giocatore della classe di Vujevic sarebbe riuscito a calarsi in questa dimensione della A2. Lo ha fatto in modo splendido ed i risultati si sono visti. Certo è che un Perugia promosso direttamente significherebbe anche Castellana in pole position nella post-season e davvero mi riesce difficile pensare ad un insuccesso della corazzata pugliese, con il vantaggio di un match e del fattore campo. Comunque, nella post-season bisognerà tenere d’occhio anche Molfetta, la vera rivelazione della stagione, che ha trovato in Al Nabhan un vero trascinatore, un giocatore che dà equilibrio e che ha un rendimento medio molto elevato».

Un campionato livellato in alto, nel cui contesto niente può essere dato per scontato?

«E’ proprio così. Guardate all’impresa di Cantù ad Atripalda, ma anche al successo di Isernia sul Genova. Non esistono gare semplici, per nessuno. I valori sono importanti per moltissime formazioni e basta scendere un po’ di livello e di concentrazione per correre grandi rischi».

L’avvicendamento del tecnico non ha portato sconvolgimenti?

«La proprietà ha ritenuto opportuno, con grande sofferenza e con enorme riconoscenza per quanto Alberto Gatto ha fatto in questi sette anni, di avvicendarlo con Porro, il quale ha avuto anzitutto la baldanza e il merito di accettare l’incarico e poi la bravura di condurlo con professionalità e impegno impeccabili. Credo che il suo lavoro sino ad oggi sia stato lodevole».

Concludere bene la stagione potrà servire ad aprire la strada per la successiva, magari ancora più ambiziosa?

«Io ritengo che la squadra abbia il dovere di credere fino in fondo alle sue potenzialità e di cercare il massimo risultato possibile già in questa stagione. Questo può essere importante anche per la nostra immagine e per la nostra credibilità in prospettiva della prossima campagna acquisti. Una cosa è uscire al primo turno, un’altra perdere in finale. Gli sforzi che la società ha sostenuto nel recente passato e continua a sostenere oggi con grande entusiasmo meritano un riconoscimento. I nostri ragazzi sono anzitutto grandi uomini. E’ nelle loro doti umane che confido per un finale di campionato che sia degno delle nostre aspettative».

Roberto Mercaldo