Il boccone è amaro, persino amarissimo se si pensa a quel che poteva essere e non è stato. Una Globo Banca Popolare del Frusinate Sora al completo non avrebbe temuto oltre il lecito le insidie del pur valido Molfetta, ma la gara è stata consegnata agli archivi con la vittoria dei pugliesi per 3-0 e allora commentarla diventa un esercizio non particolarmente gradevole per chi come Alberto Gatto ha pagato sulla propria pelle gli strali della cattiva sorte.
«Bravi loro ad aver approfittato al meglio delle nostre vicissitudini, ma certo perdere dopo pochi punti il nostro palleggiatore titolare in una gara in cui già dovevamo rinunciare al più importante attaccante della squadra non è stato bello. Abbiamo giocato ad handicap, ma nonostante tutto siamo riusciti a tirar fuori tre set equilibrati, nei quali, sia pure a corrente alternata, abbiamo dimostrato di poter insidiare il loro successo. Se però in ogni finale di set loro sono riusciti ad avere il sopravvento, non è stato casuale. Diciamo che dovevamo gestire con un po’ più di saggezza certe situazioni, commettere un po’ meno errori. Era però fatale che dovessimo concedere qualcosa, perchè ci siamo trovati di fronte a una situazione oggettivamente imprevista, che ci ha costretto ad improvvisare, con risultati alterni».
Soprattutto il fondamentale del servizio vi ha dato davvero poco, se si eccettuano gli exploit di Buzzelli…
«Il servizio è un fondamentale che già al completo non ci vede proprio al top, perchè non è casuale che nessuno dei nostri giocatori figuri nelle relative classifiche di rendimento. Non c’è da meravigliarsi se in una giornata in cui non avevamo a disposizione uno dei nostri due migliori battitori, questo fondamentale abbia un po’ lasciato a desiderare. Quanto a
Buzzelli, anche a Loreto aveva fatto molto bene. Lui è un ragazzo intelligente, oltre che un ottima atleta. Sa usare la battuta in modo proficuo e lo ha ribadito. Dei nostri titolari, sicuramente Pippo Pagni ha un servizio insidioso, ma i soli battitori al salto di una certa efficacia sono Van Djik e Libraro».
Nonostante le assenze, il match contro il Molfetta non è stato a senso unico?
«Sì, è così, e questo in sostanza ingigantisce il rammarico. Abbiamo saputo
creare difficoltà al Molfetta, ma ci è mancata la continuità e credo che questo fosse inevitabile per una squadra davvero sperimentale».
E adesso?
«Adesso vedremo quali saranno i tempi di recupero dei nostri infortunati.
Per Van Djik esistono sicuramente possibilità di recupero in vista del match
di Reggio Emilia, per Mario vedremo in relazione all’esito dell’ecografia, ma è evidente che almeno per il prossimo match il suo impiego è da considerarsi fortemente improbabile. Dobbiamo essere pronti ad accettare
anche qualche risultato così così, perchè abbiamo la consapevolezza che al
completo possiamo giocarcela alla pari con chiunque, perchè siamo sicuramente una buona squadra».
Intanto Segrate marcia a mille…
«E’ un buon complesso ed è evidentemente in un ottimo momento di forma. Io ho già avuto modo di dire che guardare la classifica adesso può avere una valenza relativa. Il campionato si deciderà come sempre nel girone di ritorno e noi contiamo di arrivarci in gran forma e al gran completo. Le squadre ben attrezzate sono tante e la stessa Reggio Emilia a mio modo di vedere è un’ottima compagine, la cui classifica sicuramente non rispecchia il valore potenziale del roster».
Il PalaGlobo era pieno e molto partecipe delle vicende del match. Questo è stato sicuramente un gran bel successo…
«In tutta sincerità il rammarico più grande per aver perso questa gara è, al
di là delle ripercussioni immediate in classifica (perchè tre punti ci avrebbero fatto senz’altro comodo), quello di non aver saputo accontentare questo nutrito pubblico. So che ci sono molte persone che solo da poco si sono avvicinate alla pallavolo ed era proprio per loro che avremmo voluto vincere, per farli innamorare del nostro sport. Spero comunque che abbiano apprezzato l’impegno dei ragazzi, che è stato senza alcun dubbio massimale. E spero che anche nelle prossime gare interne possa esserci così tanta gente e così tanto entusiasmo. Al resto penseremo noi…»

Roberto Mercaldo