After Hours, la SuperLega di notte
Bottolo, Plotnytskyi, Anzani, Pellacani, Baranowicz e Dragan Travica ospiti della 24a puntata di After Hours
Le gioie e le delusioni dopo Gara 1 dei Quarti di Finale Play Off SuperLega Credem Banca. La spinta e il “peso” di piazze storiche della pallavolo italiana. Ma anche un’analisi dei ruoli più difficili da ricoprire per i giovani, la difficoltà di lottare per la salvezza, il focus sugli atleti emergenti più interessanti del campionato. Il futuro di Dragan Travica, tra responsabilità da veterano e voglia di casa, e quello tutto da scrivere di Michele Baranowicz. Sono alcune delle storie e dei temi affrontati nella ventiquattresima puntata di After Hours – La SuperLega di notte, trasmessa in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.
Ospiti della puntata numero 24 sono stati Marco Pellacani (Itas Trentino), Mattia Bottolo (Cucine Lube Civitanova), Oleh Plotnytskyi (Sir Susa Vim Perugia), Simone Anzani (Valsa Group Modena), Michele Baranowicz (Cisterna Volley), Dragan Travica (Olympiacos Pireo).
Mattia Bottolo (Cucine Lube Civitanova)

LA SCONFITTA CON MILANO – Non perdevamo in casa dall’anno scorso. Sono quelle partite che hai “in mano”, però loro sono riusciti a resistere e alla fine ce l’hanno portata via. Milano è questa, negli ultimi anni ai Play Off è sempre stata una squadra rognosa, che rimane attaccata in ogni set e non molla niente.
CHALLENGE CUP – Vogliamo subito riscattarci, abbiamo la sfida di andata fuori casa, sarà complicato. È difficile perché loro sono una buona squadra, può essere giusto andare in Turchia lì con l’idea del tie-break e prendere quello che arriva in vista della gara di ritorno.
BONINFANTE E ORDUNA – Orduna è entrato nel quarto set, eravamo sotto di un paio di punti e siamo riusciti a recuperare fino al 23 pari del quarto set. Poi il coach ha voluto ripartire con lui al tie-break. L’abbiamo tenuto bene. Boninfante ha fatto una bella stagione, in crescita, come tutti noi, ora sta sperimentando i suoi primi Play Off.
Oleh Plotnytskyi (Sir Susa Vim Perugia)

L’EQUILIBRIO DEI PLAY OFF – L’equilibrio nei vari set di Gara 1? Sono iniziati i Play Off, in SuperLega è sempre tutto aperto, con tutte le partite molto interessanti.
LA COPERTURA DECISIVA DI COLACI – Colaci è incredibile. Durante tutto quel che fa, ha anche il tempo per aiutare gli altri, anche con me fa un grandissimo lavoro.
PATRON SIRCI E L’URLO “RABBIOSO” DEL PALAZZETTO – Noi siamo abituati a giocare al Pala Barton Energy con una buona atmosfera, con una spinta in più. Fa bene il presidente a “spingere” di più, a chiedere più rumore. Possiamo ancora fare meglio.
I RECORD AL SERVIZIO – Ho lavorato tanto sulla battuta, ma anche sulla ricezione, da quando sono arrivato in Italia. Quest’anno ancora di più. Non è un’ossessione, è andata bene così, ma devo fare ancora meglio se posso farlo, perché adesso conta di più.
Simone Anzani (Valsa Group Modena)

IL MATCH A PERUGIA – Il primo set contro Perugia siamo riusciti a portarlo a casa. Il secondo set se Colaci non fa una chiusura stratosferica su un mio muro a Plotnytskyi andiamo sul due a zero per noi. Per due set abbiamo giocato alla pari con Perugia, poi loro hanno la capacità di ribaltare la situazione da un momento all’altro. Dobbiamo dar loro merito di questa forza.
IL PALA BARTON ENERGY E IL PALA PANINI – L’urlo del Pala Barton Energy lo conosco, anche da giocatore di Perugia. Credo che i giocatori di Perugia quando entrano in quel palazzetto si caricano, ma direi che anche Modena non è da meno. Spero che domenica sia pieno di gente, abbiamo bisogno del nostro pubblico. Quell’urlo rabbioso di cui parla il presidente Sirci dovremo farlo sentire anche a Modena.
MATI PARDO – Non ho mai visto un ragazzo di 18 anni con caratteristiche tecniche e fisiche così importanti. Avrà bisogno di minutaggio, di giocare. Io ho avuto la fortuna di avere un allenatore come Giani a Verona che mi ha fatto giocare anche nei momenti di difficoltà. Dico sempre che l’unica via per arrivare ad affermarsi a questo livello è il lavoro e per superare i propri limiti bisogna lavorare di più rispetto agli altri. Che poi è quello che ha contraddistinto anche la mia carriera. Quello che posso dirgli all’alba dei miei 33 anni è questo.
MODENA “ESIGENTE” – Chi ha giocato a Modena sa che purtroppo quando si vince sono tutti “sul carro”, quando si perde siamo solo noi quelli che perdono. Chi viene a Modena lo deve sapere e deve farselo scivolare addosso. Solo chi va in palestra tutti i giorni a sudare, sa l’impegno e la fatica che si è messa tutto l’anno. I giornalisti fanno il loro lavoro. Poi siamo in un mondo calciofilo, vedo come si riescono a distruggere le situazioni. In Italia è facile portare le persone sull’Olimpo e ancor più semplice portarlo negli inferi. Modena è così, lo accettiamo e andiamo avanti.
LA COMPETENZA DEL PUBBLICO – Essendo il palazzetto dove si vede pallavolo da quasi 70 anni, oltre a essere un pubblico tifoso, quello di Modena è anche un pubblico che conosce la materia. Quando si perdono i set inizi a sentire alcuni fischi da alcuni settori. Quella è una cosa di cui ti devi far carico se vieni a Modena a giocare e te la devi far scivolare. In campo sappiamo noi quello che stiamo dando e che stiamo vivendo. L’altra faccia della medaglia è che, quando il pubblico di Modena spinge, non ha eguali.
Marco Pellacani (Itas Trentino)

LA VITTORIA SU CISTERNA – Con Cisterna abbiamo giocato molto bene. Siamo stati bravi a resistere, loro sono partiti forte, sono una squadra che batte forte e sa difendere, ma abbiamo tenuto alto il livello e siamo riusciti a portarla a casa in tre set.
IL RIENTRO DI KOZAMERNIK – Mancava una figura come lui in campo. È una persona che al di là dell’aspetto tecnico, che è fuori discussione, porta tanta energia e ci dà una marcia in più.
LA PRIMA STAGIONE IN SUPERLEGA – Quando ho saputo che i miei compagni erano infortunati, non è stata la gioia la prima emozione. Venivo da un campionato di Serie B, quindi inizi a pensare che non sei pronto, pensieri che non dovrebbero esserci perché dovresti stare sereno. Provi a stare tranquillo e mascherare. I miei compagni però mi hanno aiutato molto, poi con il passare delle partite prendi confidenza e ti diverti molto di più.
I CENTRALI DI TRENTO – Ho un sacco da imparare in ogni allenamento. Kozamernik e Flavio mi danno un sacco di consigli, è un livello molto alto, posso solo imparare da loro e lavorare sodo al massimo ogni giorno.
FONDAMENTALI – Quello in cui mi sento più tranquillo è l’attacco. Vengo dalla Serie B, quindi la cosa che noti di più è la velocità di palla, è molto difficile abituarsi a muro.
Michele Baranowicz (Cisterna Volley)

LA SCONFITTA A TRENTO – Abbiamo giocato un primo set di alto livello, siamo stati un po’ spreconi in alcune occasioni. Nel secondo siamo partiti bene, punto a punto, poi c’è stata una decisione arbitrale che ci ha impedito di rimanere vicini a Trento e ci ha tagliato le gambe. È già difficile giocarci punto a punto, poi quando vai sotto quattro punti diventa tutto più complicato. Poi nel terzo set siamo calati in tutte le fasi di gioco. Onore a Trento, che è una squadra fortissima, ma non possiamo avere vuoti grandi e concedere set così facilmente.
LA PARTITA A MONZA – La retrocessione di Taranto? Non ce l’abbiamo noi sulla coscienza: sia Monza sia Taranto hanno avuto tutta una stagione per far punti e salvarsi. Si è creata una situazione più unica che rara. Senz’altro è pesante retrocedere arrivando a pari punti. Giocare bene ci avrebbe dato sicurezza in vista della partita di Trento. È stata una partita nervosa, non bellissima, imprevedibile. È andata così, noi abbiamo dato tutto, si può vedere dai risultati dei set, dai ribaltoni, dai punto a punto. Sarebbe stato facile fare supposizioni e commenti, anche spiacevoli, ma noi abbiamo dato tutto, forse meritavano entrambe di rimanere in SuperLega ma è andata così.
IL FUTURO PUÒ ATTENDERE – È sicuro che il mio futuro non sarà a Cisterna, mi è stato comunicato a inizio dicembre che non avrei fatto più parte del progetto. Per il resto, non è periodo di parlarne, voglio concentrarmi sui Play Off e chiudere al meglio il quarto anno con questa società che mi ha dato tanto.
Dragan Travica (Olympiacos Pireo)
LA FAMIGLIA TRAVICA VERSO PIACENZA: L’ANEDDOTO – Sapete come funzionano queste cose: “Sei disponibile?”, “Hai voglia…?”, chiacchierate pre-firma. Io e mio padre abbiamo lo stesso procuratore. Dopo due giorni mio padre mi manda uno screenshot di una conversazione fra un dirigente e il procuratore, dicendomi che forse avevano sbagliato a mandarla a me. Intanto il procuratore mi diceva di chiedere a mio padre di rispondere.
RITORNO IN ITALIA – Io e mia moglie avevamo voglia di tornare vicino casa nostra. io mi sono tolto grandi soddisfazioni qui, ma voglio chiudere la carriera dove tutto è partito, voglio vivere un’altra parentesi in una squadra di alto livello in un campionato top, giocare per qualcosa di importante in Italia. Sono stato benissimo qua, l’Italia però mi è mancata molto sotto l’aspetto pallavolistico. L’idea di tornare in Italia mi stimola molto.
IL RUOLO DA ALLENATORE – Non mi interessa per niente, forse perché da una vita ho un allenatore in casa. Al massimo mi piacerebbe fare il direttore sportivo o il team manager. L’allenatore deve avere tanta pazienza.
LA PROMESSA INTERIORE – Gli anni di Padova sono stati anni in cui lottavamo per i Play Off, non per retrocedere. È stata una mia promessa interiore, quella di non retrocedere mai, a livello di obiettivo sportivo, più che vincere tanti scudetti. Mi motiva molto. Per fortuna non ho mai vissuto quest’esperienza e spero di non viverla, credo sia tosta, chi lotta per non retrocedere si abitua a perdere e si ritrova a dover vincere le partite importanti e delicate a fine stagione. Sono annate molto complicate, giochi una volta a settimana e magari hai perso quattro volte consecutive.
L’EUROPA IN MEZZO AI PLAY OFF – Inevitabilmente giochi una Gara 1 di Semifinale con in testa la gara di mercoledì di Champions. È inevitabile, discorsi come “giocare partita per partita” sono frasi fatte. È normale che ti porti dietro qualche pensiero, devi incanalarlo in modo giusto. Devi trovare la motivazione di fare una bella partita prima di un evento importante come la Champions, trovare delle sicurezze in un periodo in cui non ti alleni tanto può essere una motivazione in più, come pure l’idea di vincere in tre set per andare a casa a riposare. Credo che si debba affrontare partita per partita, ma ognuna può essere utile per la successiva.
IL RUOLO DEI VETERANI – Il nostro ruolo è farsi trovare pronti quando serve, portare un po’ di tranquillità ed esperienza in una partita complicata, se entra il secondo palleggiatore vuol dire che la situazione è complicata. Ma credo che l’aiuto più grosso lo si dà in settimana, nella qualità degli allenamenti, nei suggerimenti su come comportarsi ai ragazzi più giovani, qualche pacca sulla spalla e qualche sorriso in più. La saggezza di un “anziano” può aiutare la frenesia di un giovane.