After Hours, la SuperLega di notte
Bonati, Finauri, Simon, Crosato, Antonov e Petrella ospiti della ventunesima puntata di After Hours

L’altalenante stagione della Mint Vero Volley Monza, protagonista in Champions League ma ultima in SuperLega Credem Banca, a due turni dal termine della Regular Season. I sorrisi di Padova e Grottazzolina, più vicine all’obiettivo salvezza, e il bicchiere mezzo pieno di Cisterna che vuole arrivare ai Play Off nel modo migliore per goderseli appieno. Ma anche le difficoltà di una Piacenza che non riesce a trasferire in parte lo spessore e l’intensità degli allenamenti. E l’esperienza di Francesco Petrella in Polonia, con il suo punto di vista, da modenese ed ex Modena, sul peso che la storia e gli antichi fasti posso avere sul presente. Si è parlato di questi e altri temi nella ventunesima puntata di After Hours – La SuperLega di notte,  trasmessa in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie Acon Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.

Ospiti della puntata numero 21 sono stati Claudio Bonati (Direttore Sportivo della Mint Vero Volley Monza), Alessandro Finauri (Cisterna Volley), Robertlandy Simon (Gas Sales Bluenergy Piacenza), Federico Crosato (Sonepar Padova), Oleg Antonov (Yuasa Battery Grottazzolina) e Francesco Petrella (Psg Stal Nysa).

 

Claudio Bonati (Direttore Sportivo Mint Vero Volley Monza)
STAGIONE DIFFICILE
La sto vivendo con un misto fra rabbia, delusione e frustrazione. È dall’estate, dopo che abbiamo firmato alcuni contratti, che ci sta perseguitando una sorte non molto benevola. Dopo aver firmato con Rohrs, abbiamo dovuto operarlo per la “sindrome della mano fredda”, è arrivato tardi e questo ritardo all’inizio ha pesato. Mosca si è lussato la spalla poco prima delle Olimpiadi, si è operato, doveva rientrare ai primi di gennaio e in allenamento si è lussato l’altra spalla e ha dovuto ri-opersarsi. Dal 19 settembre, quando è stato dichiarato abile per ricominciare a giocare, Juantorena l’abbiamo visto in campo 3 volte. E nella partita di Taranto si è fatto male alla caviglia. Con Perugia vincevamo 1-0 quando Rohrs si è procurato una distorsione alla caviglia, mentre nel terzo set eravamo avanti di parecchi punti quando Cachopa si è procurato un trauma alle costole. Mi assumo gli errori fatti in fase di costruzione della squadra ma una stagione così non mi era mai capitata. Quando stai cominciando a mettere la testa fuori, ti succede una cosa che ti tira giù e che emotivamente pesa.
LA PARTENZA DI ZAYTSEVHa colpito molto anche me. Avevamo fatto un’offerta importante, come l’abbiamo fatta anche dopo per altri giocatori. Ma lui ha preso una decisione senza avvisarci. Ero d’accordo col suo procuratore, che ora mi pare non sia più il suo procuratore, chiedendo di farmi una chiamata e assicurando che avrei parlato con presidenza e proprietario, per quanto la cifra era già alta per il campionato italiano. Invece mi è arrivata poi la comunicazione Ivan che aveva già firmato in Turchia.
CON JUANTORENA Stiamo cercando con grande trasparenza e col dialogo di sistemare la parte economica, perché noi capiamo cosa è successo e lui capisce che non è riuscito a fare quello che riusciva a fare prima.
TRA SALVEZZA E CHAMPIONS LEAGUE Credo sia la caratteristica della società e della nostra presidenza, credere in un progetto e in un allenatore. Tutte le parti hanno colpe della situazione in cui siamo, ma abbiamo iniziato assieme e andiamo avanti assieme per salvarci e provare a vincere la Champions. Perché in tutto questo la cosa incredibile è che siamo arrivati primi nel girone. L’incrocio con Perugia? Era l’unica cosa che speravo non accadesse.
IN CASO DI RETROCESSIONE
Stiamo programmando tutti gli scenari, non vogliamo arrivare sprovveduti a qualsiasi situazione.
DA GIOCATORE A DIRIGENTE
Quando sei un giocatore, vivi la pallavolo in maniera più diretta e, soprattutto, la vivi sentendoti responsabile del tuo destino e di quello della squadra. Da dirigente hai responsabilità che si dividono in tre fasi: lo scouting, per la ricerca dei giocatori; l’organizzazione di tutto ciò che sia la quotidianità, sia il “vedere un po’ più lontano”; la gestione dei gruppi. Io mi diverto molto perché credo sia un bellissimo lavoro, anche se molto impegnativo con due squadre a quel livello. Ma ti dà grandi soddisfazioni, al di là del momento che stiamo vivendo con la squadra maschile.

 

 

Alessandro Finauri (Cisterna Volley)
IL 3-2 SU GROTTAZZOLINA
È stata una partita tesissima, con un palazzetto bello caloroso: c’erano tanti tifosi di Grottazzolina, se avessero vinto avrebbero riaperto anche la corsa Play Off. Nella nostra squadra si è respirata un’aria di vittoria, ma non eravamo proprio soddisfatti, venivamo già da diversi 3-2 che sarebbero potuti essere 3-1. In vista dei Play Off, come squadra, vogliamo dare il massimo e arrivare più in forma possibile.
IL CAMBIO DI RUOLOSchiacciare? Mi manca un pochino, anzi parecchio. Ma cambiando ruolo trovi altre soddisfazioni.
OBIETTIVO: MIGLIORAREEssendo il primo anno da libero, il mio obiettivo quest’anno era migliorare. Sono contento di avere davanti un libero come Pace, perché mi insegna molto e anche durante l’allenamento avere i suoi standard come riferimento mi permette di migliorare. Ho trovato spazio come giocatore di campo, entrando in ricezione, o quando Pace si è fatto male al dito e ho dovuto giocare in difesa. Anche da schiacciatore non avevo trovato molto spazio, ma spero di migliorare il più possibile e cercare di aiutare la squadra sempre di più.
I CALI DI INTENSITÀI cali di intensità sono la nostra caratteristica principale. Anche in allenamento lavoriamo moltissimo per cercare di risolverla, abbiamo aumentato l’intensità degli allenamenti e provato tantissime cose. Ci sono stati momenti in cui è andata meglio e momenti in cui siamo stati più altalenanti. Ultimamente il coach ha aumentato intensità e durata degli allenamenti, anche ricorrendo a squadre equilibrate.
GLI STUDI Era difficile conciliare e, non potendo seguire fisicamente le lezioni, sono passato all’università telematica.

 

 

Robertlandy Simon (Gas Sales Bluenergy Piacenza)

Robertlandy Simon (Gas Sales Bluenergy Piacenza)

IL “SORTILEGIO” DI PIACENZAAbbiamo avuto momenti migliori, ora dobbiamo cercare di rompere questa incapacità di vincere le partite importanti. Dobbiamo capire il mezzo giusto per riuscirci. A volte siamo lì, a volte non giochiamo neanche: abbiamo disputato due partite inguardabili in casa, ma a Milano e Trento abbiamo perso dopo aver giocato bene. Ci manca quel qualcosa per vincere partite importanti, ne abbiamo bisogno in futuro.
DALL’ALLENAMENTO ALLE PARTITE Da oltre un mese stiamo facendo allenamenti bellissimi, arrivo a casa soddisfatto perché abbiamo dato tutto. Però poi non siamo capaci di mettere in campo quello che facciamo in allenamento. Ognuno di noi deve cercare di capire cosa può fare di più, se riusciamo a portare in partita quello che facciamo in allenamento possiamo provare a vincere.

L’ALTERNANZA ROMANÒ/BOVOLENTABovolenta è cresciuto molto, deve crescere ancora, secondo me deve continuare ad allenarsi bene. Romanò il suo lo fa sempre. Credo che il coach li stia alternando, perché crede che Bovolenta possa dare qualcosa in più alla squadra. Romanò è un giocatore molto completo che batte bene, attacca bene, mura bene, probabilmente Bovolenta può dare qualcosa in più in difesa.
LA DIFFERENZA CON LO SCORSO ANNOSiamo più uniti, più squadra. Ci troviamo molto meglio fra noi. L’anno scorso eravamo più forti come singoli, ma più divisi. Quest’anno forse siamo meno forti, ma più uniti. I begli allenamenti li facciamo, dobbiamo riuscire a trasferire quella cattiveria e quell’attenzione nelle partite.
EVITARE VERONA? Sono sempre convinto che ai Play Off dobbiamo pensare a noi, chiunque affronteremo. Bestia nera? Quest’anno è Verona, l’anno scorso era Milano: noi dobbiamo pensare a fare le nostre cose, solo così ce la possiamo fare.

 

 

Federico Crosato (Sonepar Padova)

Federico Crosato (Sonepar Padova)

FINALMENTE VITTORIA Ci siamo tolti una bella soddisfazione, una boccata d’aria fresca dopo qualche giornata difficile. Una vittoria che ha portato molto entusiasmo.
LE REAZIONI – È stato bello, questo successo è il risultato di settimane di fatica, in cui non si riusciva a portare a casa punti e allenarsi era un po’ pesante. Più vai avanti, più tutto si restringe e questa vittoria ci ha entusiasmato e ha premiato tutto il lavoro fatto in palestra.
IL QUARTO SET CON MODENAAbbiamo cominciato molto bene, poi in una rotazione con l’entrata di Stankovic per Sanguinetti in battuta ci ha tenuto lì e ha permesso loro di superarci.
SEDLACEK E MASULOVICAbbiamo fatto un buon lavoro di squadra. Come ci diciamo sempre, qui non c’è il super campione che risolve tutto, ognuno ci mette del suo – chi in attacco, chi in ricezione, chi in battuta – e cerchiamo di far girare le cose migliore per restare sempre attaccati agli avversari. 
IMMAGINARSI ALTROVE Sono trevigiano di Badoer di Morgano, ora come ora non riesco a vedermi altrove, rispetto a Padova. Dopo quattro anni, sento Padova la mia città, dico che sono trevigiano di nascita e padovano di adozione. Qui ho trovato un ambiente sano, bello in cui crescere, una città giovane, universitaria, nella quale mi sono trovato bene. Se dovessi andare altrove, Padova mi mancherà molto, porterei via con me tanti ricordi e lascerei tanti amici.
UN AGGETTIVO PER CUTTINI? Tranquillo. E infonde serenità alla squadra. Anche se forse qualche strigliata a volte ci servirebbe.
TERZO INCOMODO PER LO SCUDETTO – In Coppa Italia ho visto molto bene Verona, malgrado un infortunio. Però mi ha stupito molto Civitanova: Boninfante sta dimostrando di avere uno spessore importante.

 

 

Oleg Antonov (Yuasa Battery Grottazzolina)

Oleg Antonov, in azione contro Allianz Milano (Yuasa Battery Grottazzolina)

IL “CAUTO” ENTUSIASMO Direi che c’è più entusiasmo, c’è stato anche quando eravamo in difficoltà a inizio campionato. Un entusiasmo comunque “cauto”, finché non saremo matematicamente salvi siamo lì concentrati a lavorare.
IL SORRISO CHE NON È MAI MANCATO – Sapevamo che sarebbe stato un campionato difficile per noi, come per tutti. Ma sapevamo per noi che c’era da lottare molto e ogni partita era fondamentale per raccogliere punti. Guardando indietro, devo dire che siamo stati molto bravi, perché abbiamo tenuto duro e lavorato con umiltà ma anche con un certo sorriso sempre, perché c’era la consapevolezza che potevamo fare bene. Ci sono state molte partite, nel girone d’andata, in cui ci è mancato pochissimo per vincere e perciò eravamo molto fiduciosi. Poi quando sono arrivati i primi successi siamo entrati in questa fase di rendimento positivo.
PETKOVIC E LA SQUADRA Lui spinge molto in allenamento e raccoglie i frutti in partita. Ha avuto un paio di infortuni ma è sempre un giocatore fondamentale per noi. Dietro, però, c’è tutta una squadra e non solo sette-otto giocatori: tutti stiamo dando il nostro contributo ai risultati di questa stagione.
DEMYANENKO Lui è tanta roba, atleticamente molto dotato. Sorpresa? Giocava in Francia, è arrivato e al primo allenamento ha iniziato a tirare “bombe” a destra e a sinistra e così ha continuato.
UN AGGETTIVO PER COACH ORTENZI? – Solare.
LA PROSPETTIVA ITALIA-CENTRICA
Dall’estero la percezione dell’Italia e della SuperLega è quella di un campionato di alto livello, come la NBA per il basket. Chi conosce la storia della pallavolo, conosce la storia di Modena, ma io ho percepito la SuperLega come il campionato per eccellenza a livello di cultura della pallavolo.
LOTTA SCUDETTO, LA SORPRESA
La Lube ha vinto la Coppa Italia e dimostrato di essere la squadra più in forma del momento, ma anche Verona è una squadra solida.

 

 

Francesco Petrella (Psg Stal Nysa)
LA SUPERLEGA VISTA DALLA POLONIA
La SuperLega è sempre un campionato combattuto, con un livello molto alto. A parte le prime squadre, che da anni combattono punto a punto fino alla fine, c’è un livello omogeneo nella lotta Play Off e nella lotta salvezza, con risultati spesso imprevedibili.
SALVARSI: MANUALE DI “SOPRAVVIVENZA” È la prima volta che lotto per la salvezza. Il tipo di pressione è diverso. Quando giochi per la salvezza giochi col rischio di perdere qualcosa e questo è l’aspetto che rischia di bloccarti. Io penso che ci sia un motivo se ambienti come Padova e Grottazzolina nell’arco del tempo hanno sempre prodotto risultati, questo è legato alla capacità di mettere a frutto un ambiente sano. Grottazzolina è stata tempestata dagli infortuni all’inizio. Per me è importante come riparti ogni settimana. Quando lotti per la salvezza, sai che sono più le partite che perderai, di quelle che vincerai. Perciò il ripartire è una condizione necessaria. Ti devi basare meno sulla fiducia nelle vittorie e di più sulla volontà di uscire da un periodo difficile.
MODENA E TRENTONon riesco a guardarla con distacco, intanto perché è casa mia. Ma è stato così anche prima che facessi il primo allenatore a Modena. Nel tempo, c’è la consapevolezza di aver vissuto un ambiente sotto più ruoli e punti di vista, di aver potuto vedere Modena da dentro e da fuori, di aver sentito cose che comunque mi servono e mi porto dietro nel mio futuro, sapendo che Modena rimarrà sempre un ambiente speciale. Così come lo è stato Trento. Ho avuto la fortuna di nascere a Modena e di essere vicino all’alto livello in maniera più rapida: ho grande stima di quegli allenatori nati in città dove non c’è pallavolo di alto livello, vuol dire aver fatto un percorso e sacrifici importanti per arrivare. La mia formazione di allenatore però è nata principalmente a Trento, dove ho vissuto sei anni molto importanti.
IL RAPPORTO COI GIOCATORI Qui c’è una disciplina del lavoro diversa rispetto all’Italia. Il 1° allenatore viene percepito come un sergente e i giocatori si comportano un po’ da soldati. Questo ha aspetti positivi ma anche negativi: quando sei in campo, soprattutto in certi momenti, per quanto l’allenatore possa essere bravo sei da solo e sei tu che devi venirne fuori. L’allenatore è un’autorità a tutto tondo, non c’è discussione. Dall’altra parte, in virtù della lingua, è complicato cercare di condividere quegli aspetti del gioco che non sono solo ed esclusivamente tecnici e non riguardano dunque solo come colpire la palla, ma anche come leggere il gioco. Non so se è legato alla difficoltà di spiegarmi con la lingua, al di là dell’utilizzo dell’inglese, oppure c’è una differenza culturale.
MODENA VISTA DA FUORI La cosa che Modena fa fatica a vedere è sé stessa vista da fuori. Ho avuto la fortuna di vivere sei anni a Trento e vedere Modena da fuori. E capire quelli che sono i pregi, sicuramente, nel senso che ricordo i primi anni a Trento e vedevo mille persone invece dei 3.000 (quando sono poche) del PalaPanini. Però Modena non riesce, secondo me, a vedere il tempo che cambia. Pur essendo modenese e avendo vissuto Modena sotto tanti aspetti, questa cosa del “tempio della pallavolo”, secondo me, è un po’ obsoleta. Non fa bene ai giocatori che ci sono e all’ambiente, la piazza non si rende conto che è deleteria.