Giovanni Polidori si gode il meritato riposo, dopo le fatiche della passata stagione sportiva, assieme alla sua amata famiglia che tra meno di due mesi porterà con se a Sora, anche se con la mente è già nella sua nuova realtà sportiva.

Abbiamo letto il bellissimo pensiero che hai voluto dedicare a tutte le persone che hai conosciuto a Padova e questo sicuramente la dice lunga sulla tua persona, “[…] nulla potrà mai cancellare il bel ricordo che avrò di tutti voi, della città di Padova, dove avete fatto di tutto per far sentire a casa sia me che la mia famiglia. Grazie ancora di cuore e in bocca al lupo per la nuova stagione”. Al nuovo pubblico che incontrerai a Sora che messaggio vuoi mandare?
“Spero di farvi divertire in campo. In più, essendo una persona molto emotiva, cercherò sempre di trasmettervi tutte le emozioni che sentirò, che proverò e che vivrò sulla mia pelle. Questo vale anche per i miei compagni di squadra”.

Sei il secondo centrale Italiano più forte della serie A2, quali sono le armi vincenti che ti permettono di stare in vetta alla classifica?
“Gli anni passano per tutti… però sono abituato a non mollare mai! Quindi i nuovi ragazzi che si affacciano ora in A2, sappiano che devono “buttare sangue” quando giocano contro atleti più navigati perché io amo questo sport, è stato ed è parte della mia famiglia e personalmente tutto quello che è mio lo difendo al massimo”.

Che tipo è Giovanni Polidori in campo?
“Chiedete a Scappaticcio! Anzi, conoscete com’è Mario in campo? Bé, io sono simile! A parte gli scherzi, il mio modo di vivere la pallavolo è darle tutto quello che ho! Così in partita come in allenamento. Un centrale quando si allena bene…ve lo dimostrerò a ottobre”.

Il sestetto della tua nuova squadra è quasi al completo, manca solo l’opposto, cosa ne pensi? Come potrebbe essere il vostro gioco?
“Questa squadra la vedo molto forte sia a livello caratteriale che fisico. Il carattere di certo non ci manca, abbiamo un palleggiatore molto forte. Mario è uno che non molla mai, è molto fantasioso e quindi varia sempre il gioco. Un altro mio nuovo compagno, che quando lo conosci ti rendi conto del grande carattere che ha, è Enrico Libraro. Mi è rimasto impressa la partita che Sora è venuta a giocarsi a Padova: la squadra era andata in difficoltà e noi, da buoni avversari, cercavamo di approfittarne ma Enrico l’ha presa per mano e l’ha portata avanti da solo…e poi sapete tutti com’è andata a finire, avete vinto al tie-break con un grande Libraro”.

Con Michele Gatto invece sei già stato compagno di squadra nella stagione 2008/2009 a Gioia del Colle e insieme avete sfiorato la promozione in quella fatidica partita contro Latina. Che ricordo hai di quella stagione vissuta assieme al libero frusinate?
“Partiamo dal presupposto che il mio contratto con la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora l’ho firmato anche grazie a lui che mi ha molto aiutato nella scelta. In quell’anno ci siamo trovati veramente bene come compagni di squadra e ora vediamo di ricostruire qui a Sora la coesione che c’era a Gioia del Colle e anche tutto quello che di buono è stato fatto. Anzi, sicuramente faremo di più ma sempre con i piedi per terra”.

Abbiamo sottolineato la tua grande esperienza, qual è la cosa più importante che hai imparato nel mondo della pallavolo dal punto di vista professionale ma anche sotto quello umano?
“Sotto ogni punto di vista il gruppo. È la cosa fondamentale perché quando c’è un’ottima coesione tra i giocatori poi anche gli elementi tecnici corrispondono e rispecchiano la situazione di spogliatoio. Il gruppo è importantissimo: ti aiuta, ti da la forza, ti da la fiducia anche per superare i propri limiti come giocatore singolo. La pallavolo è la mia famiglia, è la cosa più bella che ho assieme ovviamente a mia moglie e al mio pupetto di 22 mesi che ogni giorno mi fa lavorare e faticare più che in un allenamento. La pallavolo ti insegna i valori della famiglia perché quando stai in campo hai bisogno della persona che ti è vicino, ti devi fidare di lei, e questo, quando c’è, quando si crea veramente, è qualcosa di stupendo. Se manca la fiducia, manca la squadra, proprio come in una famiglia”.

Carla De Caris – Ufficio Stampa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora