ACQUA PARADISO MONZA – PRISMA TARANTO 3-0 (25-17, 27-25, 25-15) – ACQUA PARADISO MONZA: Rauwerdink 11, Semenzato, Forni 9, Molteni 9, Buti 8, Travica 5, Gavotto 19, Exiga (L). Non entrati Sivula, Krumins, Haldane, Pesenti. All. Berruto. PRISMA TARANTO: De Oliveira 9, Ricciardello (L), Candellaro 2, Montagna, Cozzi 1, Suxho, Westphal, Elia 4, Rodrigo Pinto 17, Quartarone, Bartman 9. Non entrati Moretti. All. Serniotti. ARBITRI: Zucca, Boris. NOTE – Spettatori 800, incasso 860, durata set: 23′, 31′, 21′; tot: 75′.
Il campionato della Prisma Taranto non svolta. In quella che doveva essere la partita che poteva rilanciare determinate ambizioni la squadra di Serniotti, al cospetto di un buonissimo Monza, riesce a tenere testa all’avversario solo nel secondo set. Senza storia o quasi il primo ed il terzo parziale mentre, come detto, è stata molto combattuta la seconda frazione di gioco, in cui la Prisma ha avuto la possibilità di chiudere, dopo che era stata in vantaggio per buona parte del set (massimo punteggio 10-14). La chiave di volta si è avuta a metà game, con un errore in attacco di Rivaldo che permette agli arancio blu di portarsi in vantaggio per la prima volta, 17-16. Due punti consecutivi di Buti mantengono il vantaggio. Serniotti fa così entrare Quartarone per Suxho e Candellaro per Cozzi. Finale di set in equilibrio con l’ace di Cleber, 22-22. L’Acqua Paradiso sciupa poi due palle set (24-22) e il parziale va quindi ai vantaggi, grazie a un muro di Candellaro su Forni (24-24).Rivaldo si conquista il set ball che lui stesso non chiude. Quartarone sul 25-25 serve un “primo tempo” a Candellaro che manda out (26-25). A chiudere con un diagonale stretto è il quasi imprendibile opposto Gavotto (27-25). La partita per Taranto si chiude qui. Si salva solo Rivaldo (17 punti, 54% in attacco).
Il presidente Bongiovanni, che ha assistito alla parte finale del secondo set ed al terzo set, sintonizzandosi casualmente su Rai Sport Più alle 16.45 (era prevista una differita alle 17.30, ndc) affida a poche frasi la sua amarezza ed indignazione: “Come società e come massimo dirigente di un club che rappresenta Taranto e la sua Provincia ai massimi livelli dello sport italiano, mi sento umiliato. Mi vergogno di quel che ho visto. Alla luce di tali incredibili ed incomprensibili prestazioni comincio a pensare che il mio impegno personale e quello dei più stretti collaboratori di questa società, probabilmente, in questo momento non ha senso”.