Per la Taranto sportiva, soprattutto quella di sponda calcistica, il prof. William Uzzi è un’istituzione. Tra la fine degli anni settanta e la metà di quelli novanta è stato il medico sociale del Taranto calcio, poi dopo una brevissima esperienza da presidente traghettatore, è stato coinvolto nel volley dal presidente Bongiovanni :”Nel 2004 sono stato coinvolto dal vulcanico Tonio. Inizialmente di pallavolo capivo poco o nulla. Poi ho imparato ad apprezzarla e ad amarla “ – afferma l’apprezzato chirurgo ortopedico – “Ciò che mi colpisce di più di questo sport al di là della bellezza, sono i valori che ispira. La lealtà ed il rispetto per l’avversario risaltano subito agli occhi, cose che nel mondo del calcio a volte paiono non esistere più. E poi c’è la cultura della sconfitta. A fine partita che si vinca o si perda i giocatori si fermano a firmare autografi, a scattare fotografie, a stringere mani, insomma c’è sempre il contatto con il pubblico”.
Quello del professor Uzzi è un vero e proprio elogio nei confronti della pallavolo: “L’ambiente del volley è più sano, più sereno, al palazzetto si vedono frequentemente sugli spalti intere famiglie, il clima non è avvelenato da polemiche o gesti violenti.”
Poi c’è il gesto sportivo: “I giocatori di pallavolo sono atleti veri nel senso che in questo sport la condizione fisica è determinante. Devono avere una situazione fisica ottimale per poter effettuare il gesto tecnico. Il loro movimento è armonico. Nel calcio atleti, dotati da madre natura di classe tecnica sopraffina, magari fisicamente non sono così armonici eppure riescono a risolverti da soli una partita”.
Si passa, poi, a rispolverare qualche ricordo:“ Il giocatore che ricordo con piacere è l’opposto brasiliano Anderson. Mi ha colpito la sua velocità di movimento pur essendo muscolarmente e fisicamente robusto. Accoppiava a questa incredibile velocità di esecuzione del colpo, una grande potenza. E poi caratterialmente era un tipo simpatico, sempre con il sorriso sulle labbra, un ragazzo in grado sempre di sdrammatizzare anche quando si perdeva una partita. Una delle partite più esaltanti, invece, alla quale ho assistito è stata la scorsa stagione quando abbiamo battuto i futuri campioni d’Italia di Piacenza ottenendo la salvezza matematica. Di fronte avevamo giocatori fisicamente più forti di noi ma siamo riusciti a vincere lo stesso la partita con grande merito e determinazione raggiungendo un obiettivo miracoloso”.
Infine un ritratto del presidente Bongiovanni ed un parere sulla questione Palamazzola: “Tonio, indubbiamente, è un personaggio. Come lui non ne nascono tanti. E’ un passionale, un generoso, uno che ti sorprende sempre quando meno te lo aspetti. Senza lui non ci sarebbe pallavolo a Taranto. E’ il motore principale della società affiancato da una donna di grandi capacità come Elisabetta Zelatore. Con lei forma un binomio importante che ha maturato in questi anni una grande esperienza nel mondo del volley a grossi livelli. Ho accolto con favore la scelta effettuata per la prossima stagione di puntare su giovani motivati ed in cerca di affermazione piuttosto che su nomi importanti con splendide carriere alle spalle ma con stimoli diciamo ridotti. Purtroppo Bongiovanni fa pallavolo in un contesto di indifferenza dovuto ad un fatto culturale. Taranto non è culturalmente preparata ad avere realtà come la pallavolo o la pallacanestro femminile; è una città dove per il calcio si fanno tante battaglie mentre per gli altri sport, che pure illuminano Taranto nei confronti del panorama nazionale, non c’è grande considerazione. Mecenati come Bongiovanni, che rischiano in proprio, sono rari e vanno ammirati, ringraziati e soprattutto aiutati mentre mi sembra paradossale che in una città come Taranto la squadra di pallavolo debba lottare per avere una casa che invece le spetterebbe quasi di diritto.”
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