Vorrei esprimere alcune considerazioni e tutto il mio rammarico sull’ultima decisione presa dal Consiglio Federale di “aprire” all’Under 23 straniero in cambio di un Under 23 italiano da immettere in campo contemporaneamente con il giovane d’oltralpe.
La prima considerazione è legata allo stravolgimento del gioco che suddetta norma comporterebbe:
come si può nella pallavolo ammettere che due atleti debbano giocare in coppia? Se uno si infortuna deve uscire anche l’altro? Così facendo diventano indispensabili modesti atleti: fondamentali solo per la carta d’identità, si arriverà ad un crollo del livello tecnico con un’impennata dei prezzi. L’arrivo di nuovi under 23 stranieri porterà via spazio ad altri stranieri, non agli italiani; ma la negligenza della federazione ha avuto il sopravvento su logiche di riduzione dei costi e sui più elementari principi di liberalizzazione della circolazione e del lavoro di atleti comunitari. Noi, faremo giocare il giovane Urnaut anche senza l’italiano, dopo prepareremo i ricorsi e ci rivolgeremo se necessario anche alla giustizia ordinaria.
Una cosa è certa è che risparmieremo sulle giovanili facendo solo campionati obbligatori, e staremo molto attenti a tesserare quei giocatori in orbita nazionale azzurra.
A me sembra che la FIPAV riservi un interesse solo di facciata per i giovani talenti italiani senza realizzare un progetto serio concordato con le società.
Mi spiego meglio:
Quest’anno la Nazionale Juniores (atleti 89-90) ha mancato, durante il mese di maggio, le qualificazioni ai mondiali di categoria. Ora, una federazione che avesse veramente a cuore lo sviluppo tecnico dei ragazzi dovrebbe, programmare ugualmente un’attività estiva per questi ragazzi. La qualificazione dei giocatori (collegiali e tornei internazionali non sono difficili da organizzare, ma……costano!!) non puo’ e non deve essere vincolata alla partecipazione a certe manifestazioni (come fece in passato la Polonia), ma dovrebbe essere un punto fermo dell’attività federale per integrare e migliorare il lavoro invernale fatto dai club!!E’ giusto che fra 1 o 2 anni la FIPAV obblighi i club ad “investire” un posto da titolare su questi ragazzi quando essa non ha voluto “investire” un’estate di lavoro?
Durante la stagione abbiamo inviato una lettera alla FIPAV, invitando i tecnici federali a Piacenza per discutere e concertare un’azione che avesse metodi e obbiettivi comuni in funzioni delle problematiche dei giovani atleti. Ebbene, nessuno dei tecnici si è mai fatto vivo (erano invece molto presenti alla partite della seri A) se si fa eccezione per una visita estemporanea del prof. Schiavon che venne a vedere una partita della B2 al solo scopo di chiedere la disponibilità di un nostro atleta ad un’ulteriore attività di Nazionale.
Quali sono gli Under che ne avrebbero giovamento? I giovani più interessanti Martino, Maruotti, Saitta, Bellei, Parusso, Barone, Cesarini, Cuda, non hanno grossi problemi ad essere titolari in A1/A2. Per chi viene fatta regola? Per il nulla? Ma i tecnici federali, lo hanno spiegato a Magri?
Se la Fipav ha preso questa decisione significa che dopo un lungo e attento studio ha individuato nella fascia 20-23 anni il periodo più “difficile” per i giocatori italiani. Ci si chiede allora perché ha tanto investito in un CLUB ITALIA composto da atleti del 1991-92 (molti dei quali non sono di estremo interesse perché i migliori sono rimasti nei loro club) e non prenda in esame l’ipotesi di un CLUB ITALIA per gli atleti di 20-21 anni?
Credo che già questi punti possano bastare per evidenziare pubblicamente le contraddizioni e l’estemporaneità della norma appena varata del Consiglio Federale.
Guido Molinaroli