LETTERA APERTA DI DIEGO MOSNA AL PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI PETRUCCI
Gent.mo Presidente Petrucci,
Le scrivo prendendo spunto dal Vostro Comunicato Stampa odierno e dall’ordinanza del Tribunale di Trento che ha imposto alla FIPAV di tesserare il giocatore di nazionalità bulgara Tsvetan Sokolov (19 anni il mese prossimo), negando la validità della delibera assunta dal Consiglio Federale di vietare il tesseramento di giocatori comunitari under 23.
Prima di tutto mi corre l’obbligo di precisare che erroneamente riportate che il sottoscritto, nella sua veste di Presidente di Lega, sia stato partecipe delle decisioni assunte dalla FIPAV in materia. Mai la Lega ha dato il suo assenso a tale decisione ed anzi ha manifestato più volte, anche con altri nostri Consiglieri, il proprio dissenso contro tale ingiusta delibera. Il tutto dovrebbe essere stato registrato nel corso di alcune riunioni del Consiglio Federale alle quali abbiamo partecipato.
Inoltre la reazione del Presidente della Federazione Magri contro un diritto sancito dalle norme dell’Unione Europea si esprime con la minaccia di ridurre il numero di stranieri da schierare in campo; tale vincolo è legittimo sugli extracomunitari, ma risulta assolutamente illegale sui comunitari, ed evidenzia palesemente ancora una volta l’intento di eludere i dettati normativi di Bruxelles.
Sfugge al Presidente Magri che è solo grazie ad un Gentlemen Agreement, proposto e voluto dai Club di Serie A sin dal 1998, se il Volley è oggi l’unico sport di vertice in Italia ad imporre l’obbligo di 3 (in A1) e 4 (in A2) italiani in campo. La nostra risposta alle minacce di Magri dovrebbe essere il riconoscimento della uguaglianza tra tutti i giocatori comunitari (italiani compresi) con il forte rischio di vedere formazioni in campo formate da polacchi, francesi e spagnoli, ma del tutto prive di italiani. Non crediamo che si debba arrivare a tanto, per il bene dello sport, anche se determinate prese di posizione ci obbligheranno a reazioni difensive conseguenti. Fino ad oggi nessuno sport ha discriminato i giocatori comunitari; mi meraviglio che un Presidente di una Federazione del CONI possa permettersi di farlo, dando quasi per scontato nelle proprie argomentazioni che questa sia la “normalità” delle cose.
Mi sembra di capire che la partita che Lei e tutto il CONI state portando avanti sia il riconoscimento della specificità dello sport, che comporta quale prima conseguenza l’iscrizione di almeno il 50% di italiani a referto. Su questa posizione desidero informarLa fin da ora che c’è una larga convergenza in Lega.
Spiace in definitiva constatare che l’Italia del volley vive in un sistema autarchico che non accetta di condividere gli attuali valori espressi dall’Unione Europea e che progressivamente sta portando alla deriva il sistema maschile. Non facciamo politica federale, da sempre consapevoli del nostro ruolo di organismo privato ed “ipoteticamente” deputato a confrontarsi con la FIPAV, ma ci impegniamo nella gestione del volley di vertice supportati dai molteplici riconoscimenti che abbiamo ottenuto negli anni da parte del sistema della pallavolo mondiale. Però siamo uomini di sport ed imprenditori e non accettiamo minacce da parte di chi deve gestire un bene pubblico finanziato dai contribuenti.
La ringrazio per avermi dedicato il tempo della lettura di questa lettera e Le auguro una buona giornata.
diego mosna