After Hours, la SuperLega di notte
Alessandro Fanizza, Held, Porro, Saitta e Randazzo ospiti della quindicesima puntata di After Hours

L’utilità della gavetta anche nella pallavolo attuale, le critiche e gli elogi pubblici dei presidenti, l’intricata lotta-salvezza in SuperLega con il blitz di Grottazzolina a Padova e la sconfitta di Taranto. Ma anche le tappe che hanno segnato a livello personale il percorso verso il grande volley, il campionato straniero che più offre interesse, l’imprevedibilità della lotta per la promozione nel campionato di Serie A2 Credem Banca. Questi alcuni dei temi principali della quindicesima puntata di After Hours – La SuperLega di notte, il talk trasmesso in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie Acon Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.

Ospiti della puntata numero 15 sono stati Alessandro Fanizza (Cisterna Volley), Tim Held (Gioiella Prisma Taranto), Luca Porro (Sonepar Padova), Davide Saitta (Cosedil Acicastello), Luigi Randazzo (Emma Villas Siena), Dragan Travica (Olympiakos Sfp) e per pochi attimi, dal “chiassoso” pullman della Yuasa Battery Grottazzolina, Francesco Comparoni.

 

Tim Held (Gioiella Prisma Taranto)

Tim Held stretto nell’abbraccio dei suoi compagni della Gioiella Prisma Taranto

L’ANNO A REGGIO EMILIAÈ stato l’anno in cui mi sono messo in gioco e ho capito ancora di più di voler puntare a fare questo. Non eravamo partiti per essere la squadra che avrebbe vinto Coppa Italia e campionato, è stata la bella storia di un gruppo che, staff compreso, ha fatto di tutto e di più assieme.
GLI ELOGI DEL PRESIDENTE DOPO LA SCONFITTA In questo momento veniamo da un periodo molto difficile, con tanti piccoli infortuni che ci hanno condizionato. Ma in casa riusciamo a dare fastidio a tutti e con Piacenza abbiamo giocato una grande partita per le condizioni in cui ci siamo arrivati. Si è vista la grinta interna che riusciamo a tirar fuori, per ora solo in casa. Sono contento di come abbiamo giocato. Anche il presidente ha visto qualcosa di buono.
18 PUNTI COL 53 PER CENTOSono soddisfatto per la prestazione personale con Piacenza, un po’ meno per il risultato. Ho l’opportunità di potermi far vedere, di poter giocare queste partite, per questo sono contento.
COME STA GIRONI Ha ricominciato ad allenarsi a metà della settimana, non è a pieno regime. Dovevamo gestirlo un po’, stiamo facendo di tutto per rimetterlo in sesto prima possibile, ci ha dato una grossa mano ma devo fare i complimenti a Santangelo perchè in una situazione molto difficile è riuscito a dare il suo contributo.
UN BIGLIETTO PER …Non mi dispiacerebbe andare a giocare un anno in Polonia, dove c’è un altro gran campionato, un’esperienza stimolante che intraprenderei volentieri. Ma uno dei miei sogni è andare in Giappone, un’esperienza pallavolistica lì – magari più tra qualche anno – non sarebbe male.
DOVE MIGLIORARE – Il mio obiettivo rimane quello di essere più costante possibile, a partire dal fine settimana in cui si gioca. In questo momento sto “litigando” un po’ con la battuta, spero sia solo una fase. Però sto trovando confidenza con tutti gli altri fondamentali. Sta funzionando bene il muro, a livelli che forse non mi aspettavo.
IL RAPPORTO COL PADRESi parla di pallavolo durante la stagione, ma non ci vediamo mai, ci sentiamo al telefono per aggiornarci. Mi dà tanti consigli, mi segue e appena può viene a vedermi, ma mi ha sempre detto di crearmi la mia strada.
LA TRANQUILLITÀ DI BONINFANTE E PAPI Sono pacati, anche se nei time-out buttano fuori tutto. Vogliono infondere tranquillità durante la partita e sono molto bravi a farlo. Sotto questo punto di vista mi trovo bene. Poi ci sono alcuni che urlano tutto il tempo e quelli, come loro, che infondono tranquillità. Mi trovo bene con entrambe le categorie.
BERGAMO E I “CARRELLI” DI GRAZIOSI – C’è ancora qualcuno che usa il “carrello”. Ricordo che, a Bergamo, Graziosi prendeva “di mira” qualcuno, poi ti guardava e diceva: è per dare l’esempio ai giovani.

 

 

Alessandro Fanizza (Cisterna Volley)

Alessandro Fanizza impegnato in palleggio contro Trento

IL KO CON PERUGIA Perugia non ha sbagliato niente, è partita fortissimo e noi in ricezione non abbiamo retto bene, poi quando giochi con palla staccata contro di loro è difficile: anche a muro sono tanto forti. Difficile valutare la mia partita. Sono partito titolare, poi il coach ha voluto cambiare. Cerco di dare il massimo per la squadra, poi sono a disposizione.
UN BIGLIETTO PER … – Preferirei prima affermarmi prima qui. Poi sarebbe bello giocare anche in Polonia, dove c’è un livello alto, ma anche in Francia.
I PUNTI DI FORZA Cerco sempre di crescere più possibile. A me piace molto giocare al centro della rete e provo a migliorare su tutti gli aspetti, in primis a muro.
IL RAPPORTO COL PADRE VINCENZO – Quando siamo a casa la prima regola è non parlare mai di pallavolo, soprattutto quando siamo con mia madre e mia sorella. Poi è chiaro che quando gli chiedo consigli lui me li dà ed è anche duro con me, ma va bene così.
IMPARARE DA BARANOWICZLui è un grande palleggiatore. Da lui sto imparando e provando a prendere la velocità con cui gioca, ha un gioco molto rapido. Mi dà spesso consigli.
LE SGRIDATE DI FALASCACerca sempre di darci tranquillità, ma quando c’è da sgridare o gridare un po’ di più si fa sentire.

 

 

Luca Porro (Sonepar Padova)

Luca Porro, Padova, prova a superare il muro di Grottazzolina

LA SCONFITTA CON GROTTAZZOLINA – Era una partita molto importante per entrambe. Loro volevano lasciare la zona ultimo/penultimo posto, noi dovevamo fare un ulteriore passo avanti. Sono una delle squadre più in forma del campionato, noi non siamo riusciti a fare la partita che dovevamo fare soprattutto dal punto di vista agonistico.
L’IMPORTANZA DEGLI SCONTRI DIRETTI Sono importanti, perché valgono doppio: se vinci fai punti tu e non ne fanno gli avversari. Non sono, però, delle finali: a meno che non si tratti dell’ultima partita della stagione, non è uno scontro diretto che ne determina gli esiti. Per ora, almeno, non sono decisivi.
L’AMBIENTE IDEALE A detta di tutti è una società molto sana, che punta a far bene con questo mix di giovani e gente esperta, ci alleniamo tanto, lavoriamo bene e siamo un bel gruppo. L’ambiente ideale in cui crescere.
LA SOGLIA SALVEZZA – Ritengo che rimanere a Padova per me sia stata una scelta giusta. Quest’anno, per l’obiettivo che ci siamo posti, servirà qualcosa in più rispetto all’anno scorso perché la soglia matematica dei punti per salvarsi si è alzata, con Grottazzolina che ha vinto le ultime partite. È un po’ più complicato ma questo per un gruppo come il nostro deve essere un grande stimolo per far ancora meglio.
IL TERZO FRATELLOMolti dicono che sia il più forte dei tre. Ma sicuramente Simone è il più furbo, il più “sgamato”.

 

 

Davide Saitta (Cosedil Acicastello)

L’esultanza di Saitta, palleggiatore di Acicastello

IL PASSAGGIO A VUOTOAvevamo iniziato discretamente, poi abbiamo avuto un passaggio a vuoto di cinque partite iniziato dopo la sconfitta a Siena col nostro amico Luigi Randazzo. Poi siamo tornati in carreggiata vincendo contro Palmi e poi in casa della capolista, a Brescia. Un campionato difficile, lungo ed equilibrato. Non c’è mai da stare sereni.
LA “FOTOGRAFIA” DI PADOVAC’è sempre stato un bel mix fra giocatori esperti, emergenti e qualche giocatore straniero meno conosciuto. Questo mix con un allenatore come Cuttini, che lavora bene in palestra, funziona. Poi c’è un ambiente in cui si lavora serenamente, il pubblico è esigente ma pronto a sostenere la squadra sempre e comunque. Il palazzetto è bellissimo sempre pieno, ricordo una partita con Trento in cui c’era proprio il desiderio di “salvare” la squadra, è una piazza che merita di stare in Serie A.
L’ARRIVO DI MONTAGNANI Sta cercando di resettare tutto, senza sapere cosa era successo prima. Abbiamo un gruppo lungo, tanta gente valida, noi lo seguiamo e speriamo di regalargli subito la prima vittoria al PalaCatania.
LA LOTTA SALVEZZA IN SUPERLEGA – I campionati senza le retrocessioni non avrebbero senso. A Porro, che ha scelto di rimanere a Padova, suggerisco di viversi l’oggi, stare in campo il più possibile, lui può essere l’uomo che si carica sulle spalle la squadra. Grottazzolina, con uno zoccolo della squadra di A2 e qualche innesto, ha riaperto i giochi mentre Monza è in netta difficoltà. Difficile però pensare che Monza retroceda, con i nomi che ha, per me le prime indiziate sono Grottazzolina e Taranto, ma Monza, Padova, Cisterna e Modena devono guardarsi le spalle.
LE AMBIZIONI DI SUPERLEGANoi non ci nascondiamo, vogliamo essere a giocarci partite importanti a maggio. All’inizio puntavamo a essere primi o secondi, al momento siamo un po’ più giù ma vogliamo lottare per tornare in SuperLega.

 

 

Luigi Randazzo (Emma Villas Siena)

L’attacco di Randazzo, giocatore di Siena

RINASCITA Abbiamo avuto un primo periodo complicato con tanti infortuni, il nostro opposto è stato fuori per sette, otto partite. Ora siamo rientrati tutti, le ultime tre partite sono andate abbastanza bene. Ora c’è lo scoglio Ravenna, contro cui all’andata abbiamo giocato male. Vincere domani significa arrivare a 28 punti, che non sono male.

RICORDO DI PADOVA A Padova ho avuto quella possibilità di giocare che altrove non avrei avuto ed è uno dei motivi per cui sono rimasto lì tre anni, accanto al fatto che sia una società organizzata benissimo e strutturata alla grande.
GRAZIOSI E IL SIDE OUTPrincipalmente lavoriamo moltissimo sul side out perché, statistiche alla mano, ci ha fatto vedere che chi fa bene il side out arriva a 23 punti e poi con il break vinci. Durante la settimana, soprattutto negli ultimi due giorni, lavoriamo moltissimo su questo e sul servizio.
LA LOTTA SALVEZZA IN SUPERLEGANon mi aspettavo una classifica così. Grottazzolina ha fatto un grande salto e complicato la vita a tutti.

 

 

Dragan Travica (Olympiakos Sfp)
GLI SFOGHI DEI DIRIGENTI Le esternazioni pubbliche non le vivo bene, da giocatore. Sono aperto a ogni tipo di dialogo perché tutti hanno il proprio ruolo e quando qualcosa scricchiola è giusto che il capo si faccia sentire. Ma i panni sporchi si lavano all’interno delle proprie mura. Sui giornali in Grecia si parla molto della pallavolo, mi dicono che parlano molto anche presidenti, dirigenti e personaggi di spicco delle tifoserie, c’è anche tanto gossip. E son contento, tante volte, di non conoscere la lingua per evitare di leggere cose troppo invasive, giudizi fuori dalle righe.
UNA CARTOLINA DELL’ITALIASe devo scegliere una delle mie esperienze italiane, dico Crema. È stata la mia prima esperienza da “grande”. Lì ho capito che volevo fare il pallavolista seriamente, mi allenavo la mattina, non andavo all’università anche se mi ero iscritto, cominciavo a guadagnare un po’ di soldini, ho comprato l’auto. C’era un gruppo incredibile, con il grande Alberto Gavazzi come Direttore Sportivo. Avevo 18 anni, noi eravamo una squadra da salvezza ma in sordina con Luca Monti, grandissimo allenatore cui ancora sono legatissimo, abbiamo fatto una scalata memorabile. Il palazzetto, piccolo, era pieno ogni domenica di bambini, famiglie, tifosi. C’era un fermento incredibile. Abbiamo conquistato la promozione in A1 battendo in finale Gioia del Colle, è stato memorabile.
DALLA RUSSIA CON AMOREAndare all’estero è bellissimo, ti apre la mente facendoti conoscere abitudini diverse. Parti con delle convinzioni e invece poi vedi che il mondo è bello perché è vario. Fra le tante esperienze scelgo la Russia, ho apprezzato molte cose della cultura russa e mi sono sentito a casa, grazie anche ai compagni di squadra e alle persone che gravitavano attorno al club. Poi, certo, i risultati aiutano.
L’ADDIO DI ZAYTSEV A MONZA – Mi ha stupito, poi magari ci sono questioni contrattuali che non conosco. Credo che Ivan sia stato molto importante per Monza, ha portato equilibrio ed entusiasmo: l’ho affrontato in Champions e mi è sembrato quasi il ragazzino di quando giocavamo assieme in Nazionale. In campo mi è apparso felice. Ma va al Galatasaray, in un bel campionato, in un’altra squadra che punta a far bene e in una bella città.
GARDINI IN PANCHINA“Gardo” è per il 95 per cento del tempo pacato, ma nel restante 5 per cento in cui gli si chiude la vena è uno spettacolo da guardare: carrelli, palloni dappertutto, tuffi. Sì, ci fa fare ancora il carrello se qualcuno non prova a prendere una palla imprendibile diretta in tribuna.
PADOVA MON AMOUR Una società sana, improntata sull’allenare bene i ragazzi in palestra. Nel dna della società c’è la cultura del lavoro, senza tante pressioni, dando tutto in campo la domenica e durante gli allenamenti per raccogliere il più possibile. Cercare di convogliare i padovani al palazzetto, con lo spirito che Padova ha avuto anche negli anni Novanta. Poi c’è un settore giovanile spettacolare, con allenatori di alto livello e un valore umano di grande qualità.
PORRO E LA GAVETTA – Luca fatto più che bene a rimanere a Padova. Al giorno d’oggi non si vedono più tanta gavetta come quella che abbiamo fatto io, Randazzo, Saitta. Oggi tanti giovani fanno un anno bene e poi approdano in uno squadrone e non è facile emergere. Conosco bene Porro, è un ragazzo molto intelligente oltre che un validissimo giocatore. Ha tutto il tempo di vincere, guadagnare, giocare ad altissimo livello; perciò, va benissimo fare un altro anno in cui in campo sei protagonista, ti prendi la responsabilità delle “palle pesanti”, lotti prima per la salvezza e poi magari per i Play Off.