After Hours, la SuperLega di notte
Jensen, Baranowicz, Beretta, Zlatanov, Gardini e Colantoni, ospiti della diciannovesima puntata di After Hours
L’ambiente a Piacenza dopo la sconfitta con Civitanova (in compagnia del DG degli emiliani Zlatanov) e le ambizioni Play Off di Cisterna dopo il successo a Modena (assieme a Baranowicz, collegato a pochi minuti dalla fine del match). Il focus su Verona – Trento, con le parole dell’opposto scaligero Jensen. La situazione in coda alla classifica e i possibili scenari per la lotta salvezza, con il commento del capitano dei brianzoli, Beretta. L’esperienza sportiva e di vita di Andrea Gardini ad Atene. Si è parlato di questi e di altri temi nella 19a puntata di After Hours – La SuperLega di notte, trasmessa in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.
Ospiti della puntata numero 19 sono stati Michele Baranowicz (Cisterna Volley), Mads Jensen (Rana Verona), Thomas Beretta (Mint Vero Volley Monza), Hristo Zlatanov (Gas Sales Bluenergy Piacenza), Andrea Gardini (Olympiacos), Maurizio Colantoni (giornalista),
Michele Baranowicz (Cisterna Volley)
IL 3-2 SU MODENA – È stata una bella partita. A parte il secondo set nel quale loro hanno fatto tanti ace, aprendo un divario difficile da colmare, tutti gli altri sono stati punto a punto. Abbiamo fatto qualcosa meglio di loro, è una vittoria importantissima per noi sotto tanti punti di vista, teniamo lontana la zona retrocessione che non è così lontana ma rimaniamo in corsa per giocarci i Play Off.
L’AGO DELLA BILANCIA – Ho detto ai ragazzi un paio di settimane fa, prima della partita con Padova, che affrontiamo queste squadre in un momento totalmente diverso rispetto all’andata. Ora giocano tutti veramente “alla morte”, perché ogni punto può fare la differenza. Saranno partite totalmente diverse, a partire da Taranto che ha gran bisogno di punti, proseguendo con Grottazzolina e l’ultima con Monza. Sarà complicato anche perché dobbiamo recuperare una partita a Trento, che per noi è una trasferta lunga e una partita complicatissima e poi abbiamo Milano che gioca un’ottima pallavolo.
L’ACADEMY CON ZAYTSEV – La prima stagione è andata benissimo. Partivamo da zero e in due settimane abbiamo portato lì 200 ragazzi, anche dall’estero e da oltreoceano. Quest’anno l’abbiamo riproposta con più settimane e altre soluzioni, continuiamo così: siamo contenti e orgogliosi di questo progetto.
OBIETTIVO PLAY OFF – Sapevamo che era un anno complicato, perché l’anno delle conferme per tanti ragazzi è sempre quello più difficile. A tratti siamo stati molto bravi. Nelle prime parti dei gironi d’andata e ritorno abbiamo perso molte partite di fila e non era facile rimanere sul pezzo. Possiamo raggiungere i Play Off, obiettivo che ci siamo prefissati.
Mads Jensen (Rana Verona)
IL POST FINAL FOUR – I primi giorni della settimana eravamo tutti un po’ stanchi, ci siamo impegnati tantissimo nella Final Four. Poi è stata una settimana di lavoro come tutte le altre, ma è stato prima necessario azzerare.
LA DANIMARCA DEL VOLLEY – Vorrei dire che il livello è alto, però sicuramente con l’Italia non c’è paragone. Da noi è uno sport minore, non c’è molto movimento.
VERONA MON AMOUR – Mi piace tantissimo la città, la squadra, i miei compagni e giocare a pallavolo ad alto livello.
IL RECORD DI 5.200 SPETTATORI – Ci dispiace molto per il risultato, c’era sold-out già da mercoledì. In cinque anni a Verona non avevo mai visto questo. Trento ha giocato molto forte, noi un po’ meno e quindi il risultato rispecchia le prestazioni.
L’ESULTANZA DEL PREPARATORE – Lui è sempre così, da quando lo conosco. Non so perché adesso stia avendo questo boom sui social, ma è sempre così.
DALLA COPPA AI PLAY OFF – Finale scudetto? Ci crediamo e l’abbiamo dimostrato. Per noi, per la squadra e la città di Verona la Final Four è stata una cosa fantastica.
LE ESULTANZE DI KEITA – Ha un suo modo di esprimere la sua gioia di giocare a pallavolo, di fare quello che gli piace. A volte, in allenamento, se sta andando “piano”, se non c’è tanta energia, lo fa per tirare su tutti. E così anche in partita. Questo fa caricare tifosi e giocatori. Il suo non è un gesto cattivo, un insulto, lo fa per sé e per la squadra.
DZAVORONOK – Lui è con noi ogni giorno, sta lavorando coi fisioterapisti e facendo tanti progressi; è avanti rispetto ai piani, ci vorrà un po’, ma ritornerà molto forte.
Thomas Beretta (Mint Vero Volley Monza)
L’ABITUDINE AGLI SCONTRI SALVEZZA – In realtà tutte le partite sono difficile e toste. Con Taranto era stata una partita incredibile, anche sfortunata, visti i tanti infortuni di quest’anno. Stavolta invece meglio, era un “oggi o mai più”.
KRELING – Come vive la stagione complicata? Come tutti. Siamo tutti sulla stessa barca. Ci sono tante partite buone che non riusciamo a portare a casca. Per fortuna siamo una squadra da Champions, almeno sinora. Fernando stasera è stato super, ha fatto girare tutti nel modo giusto. Viviamo alla giornata, siamo di nuovo vivi mentre fino a ieri avevamo l’acqua alla gola.
L’IMPATTO DI FRASCIO – È super, al di là di come gioca in campo: è da un paio d’anni che viene a darci una mano quando serve. Il sogno di tutti i giovani è entrare e far bene, lui è molto umile e un po’ timido. Lavora tanto e bene, ha doti fisiche incredibili e caratteriali, entrare e far bene non è assolutamente scontato.
COME STA JUANTORENA – Non sta bene, ha ancora problemi alla spalla. Ce la sta mettendo tutta, considerato che non può neanche allenarsi; comunque, ogni volta che deve entrare in campo può darci una mano. Per noi è una figura molto importante.
CHAMPIONS: I QUARTI CON PERUGIA – Ci è convenuto arrivare primi… È il traguardo più importante, quando arrivi ai Quarti devi festeggiarlo, ma poi ce la giocheremo.
Hristo Zlatanov (Gas Sales Bluenergy Piacenza)
L’EQUILIBRIO DELLA SUPERLEGA – Abbiamo il campionato più equilibrato nel mondo, ho guardato Cisterna – Modena e confermo che ogni partita è uno spettacolo perché ci si “mena” come dei fabbri, in qualsiasi parte della classifica.
LE ESTERNAZIONI “ESAGERATE” – Le vivo male perché mi piacerebbe tornare a giocare, queste cose mi piacevano tantissime. Ognuno esprime la propria gioia in diversi modi, alcuni quando vanno in trance agonistica si lasciano andare in certe esultanze che, comunque, ci possono stare. Anch’io ero il primo che le andava a cavalcare, è una cosa stimolante anche da avversario. Spero sempre che i miei si accendano con queste cose qua.
I TANTI ERRORI DI PIACENZA – Il tema ricorrente della stagione, che ci trasciniamo dalla scorsa, è non riuscire mai a trovare la costanza che ti fa guadagnare il centimetro che manca sempre. La non costanza ci penalizza sempre. Abbiamo fatto buone partite, all’interno delle quali abbiamo blackout impressionanti che ci fanno perdere i set e le partite. Con Civitanova è stata una di quelle, una delle peggiori, con parziali di sette o forse otto punti a zero, sia nel primo sia nel secondo set. Almeno sappiamo dove dobbiamo lavorare.
IL LAVORO IN PALESTRA – Questa settimana ho guardato tutti gli allenamenti, è stata una settimana molto buona in tal senso. Ero molto fiducioso, avevo visto bene la squadra. I ragazzi si stanno impegnando ma manca sempre quel qualcosa che non sanno dove trovare. Tutta la stagione è caratterizzata da questo aspetto. Anche in partite belle come il 3-2 di Perugia, nel primo set eravamo avanti 19-20 e abbiamo perso a 20. Questi blackout vanno allenati.
L’ANNO CHE VERRÀ – Siamo arrivati fin qui dal 2018 facendo programmi e progetti ed eravamo arrivati a un punto in cui andava fatto un altro progetto, che adesso stiamo per completare. Ci sarà un po’ di ricambio con l’obiettivo di stare sempre fra le prime quattro della classifica.
LA REAZIONE DEL PUBBLICO – Il pubblico rumoreggia, com’è giusto che sia. Le aspettative ci sono, non ci nascondiamo dietro un dito, abbiamo una squadra per divertirci e il pubblico si vorrebbe divertire un po’ di più. Dobbiamo stare concentrati e prima o poi daremo soddisfazioni anche al pubblico, fa tutto parte del gioco.
Andrea Gardini (Olympiacos)
LA FINAL FOUR DI COPPA ITALIA – Mi sono divertito molto, ho visto bella pallavolo, prestazioni imponenti tecnicamente e fisicamente. Tra gli spettacoli più belli degli ultimi anni. La vittoria di Civitanova, con questo gruppo nuovo, giovane, questa ricostruzione che ha portato subito un grande successo, premia una piazza che storicamente ha fatto tantissimo per la pallavolo italiana. È un bene per il nostro movimento. Verona ha fatto una cosa strepitosa, senza un giocatore importantissimo. Ci sono stati tanti argomenti in queste finali, mi hanno entusiasmato. Anche il fatto di non vedere né Perugia né Trento in finale, cosa che sembrava scontata, mette anche più sale alla manifestazione.
TRENTO E PERUGIA – Sono state condizionate dalla mancanza di qualche giocatore e di continuità. Non sono riuscite a imporre il ritmo che di solito impongono le grandi corazzate. Sono mancate un po’ in questo. Queste squadre sono tutte ad un livello molto vicino. Da Trento e Perugia però mi aspettavo un po’ più di “istinto killer”, se non sei cinico e determinato può capitare di vedere pronostici sovvertiti.
I COLPI SMART DI LOEPPKY – Ci sono giocatori che a me piacciono storicamente, come Loeppky che, oltre ad avere capacità fisiche e di attacco, interpreta una pallavolo che a me piace tantissimo, come alcuni ragazzi polacchi. Ha la capacità di sorprendere, usando anche colpi intelligenti.
LA FORZA DI VERONA – La palla va spesso dove ci sono Mozic e Keita, in Coppa Italia ho visto entrambi migliorati anche in fase di ricezione, hanno giocato una partita strepitosa sotto ogni punto di vista. E fisicamente lì c’è tanto.
MONZA IERI E OGGI – Difficile fare un paragone con lo scorso anno, hanno perso giocatori importanti che hanno fatto una stagione meravigliosa. Giocavano una pallavolo deliziosa, con interpreti di altissimo livello come Loeppky e Maar. Hanno cambiato molto, preso tanti giovani, affrontato il problema di Juantorena. Abbiamo giocato la prima a Monza, vendendo cara la pelle finché abbiamo avuto benzina. Li ho visti più scarichi qui da noi. Il girone non è complicatissimo, dipende da quando incontri le squadre: noi abbiamo rischiato di arrivare primi nel girone, anche se in quel caso avremmo poi affrontato Perugia. Quanto Zaytsev è andato via, si sono un po’ sfaldati. Però la vittoria su Padova dà molto morale.
L’OLYMPIACOS E LE CONVERSAZIONI VELOCI – Dal punto di vista sportivo, l’Olympiacos è un club storico che ha avuto fasti importanti che negli ultimi anni è tornato a strutturarsi in un certo modo. Rispetto ai club italiani e polacchi ci sono passi da fare, ma c’è una chiara volontà. Facciamo parte di un club enorme, il mio presidente è presidente di 16 squadre e quando mi vede mi dice: “Io ho poco tempo, mi dica cose le serve, se posso le do una mano. Oppure le chiedo di cosa ho bisogno e lei me lo deve dare”. Le conversazioni sono velocissime. È una realtà veramente interessante. E poi dopo dodici anni di Polonia un cambio di fronte mi ha rinvigorito.
LA SCELTA GRECA – L’idea era di provare qualcosa di nuovo e poter dedicare tempo a me stesso e anche alla mia famiglia. Qui c’è anche mia moglie che sta benissimo, c’è anche una grande vita culturale fra teatro, cinema, mostre. Ho scoperto una città con un fermento importante. Riesco a coniugare le due cose: si lavora molto e c’è una qualità di vita familiare notevole. Le cose stanno andando anche bene, considerato che ho una squadra di “vecchietti”. Abbiamo giocato dodici partite di Champions, iniziando a fine settembre con i tornei di qualificazione e girando l’Europa come forsennati.
IL RUOLO SOCIALE – L’Olympiacos è una grande famiglia, sono tutti molto informati. Quando arrivi in palestra, so cosa hanno fatto tutte le squadre di pallavolo, il calcio e il basket che qui sono religione, poi la pallanuoto, il canottaggio. Dal punto di vista sociale club come l’Olympiacos e il Panathinaikos sono un qualcosa di meraviglioso.