L’Emilia Romagna è ancora “vietata” per il Belluno Volley. Sei trasferte, da quando i rinoceronti calcano i parquet di Serie A3, e nessuna vittoria. Nemmeno a Mirandola, dove i biancoblù erano scivolati la scorsa stagione, perdendo la loro imbattibilità stagionale. E dove cadono pure in quest’annata: matura così il sesto passivo di un campionato in cui i biancoblù non riescono a compiere quel salto di qualità necessario per rimanere in scia al treno di testa. In classifica, infatti, Bisi e compagni rimangono in sesta posizione. Non è bastata la reazione all’interno di un terzo parziale in cui i bellunesi hanno avuto tre opportunità per allungare l’incontro. Ma l’invalicabile muro della Stadium (15 palloni inchiodati contro 6: più del doppio) si rivela decisivo. Unica nota di consolazione, il buon rientro di Reyes anche nelle vesti di schiacciatore.

TEMPERATURA – Mirandola ha bisogno di punti salvezza. E approccia la sfida con grande determinazione: Bucko, però, abbassa la temperatura del palasport intitolato a Marco Simoncelli, firmando il primo sorpasso dolomitico (13-12). Non durerà, perché proprio il polacco viene stoppato dal muro gialloblù per il 18-15. Bisi prova ad accorciare (18-17), ma non ha fatto i conti con Riccardo Rustichelli e la solita muraglia emiliana: 20-17. Lo strappo non verrà più ricucito. E l’epilogo sorride ai padroni di casa.

SERVIZI ALLA DINAMITE – Al cambio di campo, regna l’equilibrio. Ma, ancora una volta, il muro di casa spegne le bocche da fuoco bellunesi: nello specifico, il “Monster Block” di Quartarone, che timbra il sorpasso (16-15). E di Rossatti (20-17), capace di dare uno strappo importante. Anzi, decisivo. Sul tavolo della sfida, viene calata la carta Reyes e Alex ripaga la fiducia dello staff tecnico con una serie di servizi alla dinamite, utili ad accorciare le distanze (da 24-19 a 24-22), ma non a rimettere in discussione il secondo round, chiuso con un altro 25-22.

TREND – Per invertire il trend dell’incontro, Colussi decide di affidarsi a Schiro nel ruolo di opposto, mentre in banda “picchiano” Bucko e Reyes. E, in effetti, qualcosa cambia. L’inedito sestetto trova maggior continuità ed efficacia in attacco. In più, dai 9 metri, Schiro confeziona l’ace del 23-20, mentre Ferrato spedisce a terra la palla del 24-22. Sono due, quindi, i set-ball a disposizione. E diventeranno tre, ma Albergati è inarrestabile: si carica sulle spalle i suoi e li trascina al successo.

IL PENSIERO DEL COACH – «Non siamo stati lucidi in determinate situazioni – è l’analisi di coach Gian Luca Colussi – contro una squadra che ha disputato la sua miglior partita stagionale. In attacco ci è mancato coraggio: abbiamo sofferto il loro muro e variato ben poche direzioni, tirando sempre dritto per dritto. Nessun dubbio: Mirandola ha fatto decisamente meglio in fase break, mentre noi eravamo costantemente in ritardo. Il terzo parziale? Dovevamo portarlo a casa: finalmente avevamo acquisito un po’ di verve, ma un paio di frangenti letti male ci sono costati cari. Onore e merito agli avversari per l’ottima prova».

 

STADIUM MIRANDOLA-BELLUNO VOLLEY 3-0

PARZIALI: 25-22, 25-22, 27-25.

STADIUM MIRANDOLA: Nasari 8, Albergati 20, Bombardi 9, R. Rustichelli 6, Quartarone 3, Rossatti 11; M. Rustichelli (L), Schincaglia, Capua, Scarpi. N.e. Gozzi (L), Bevilacqua, Scaglioni. Allenatore: M. Mescoli.

BELLUNO VOLLEY: Ferrato 1, Bisi 10, Schiro 8, Bucko 10, Mozzato 8, Antonaci 7; Orto (L), Reyes 3, G. Martinez 2, I. Martinez, Stufano. N.e. De Col, Guolla, Fraccaro (L). Allenatore: G. Colussi.

ARBITRI: Roberto Russo di Genova e Fabio Bassan di Milano.

NOTE. Spettatori: 433. Durata set: 27’, 31’, 32’; totale: 1h30’. Mirandola: battute sbagliate 16, vincenti 3, muri 15. Belluno: b.s. 11, v. 5, m. 6.