After Hours, la SuperLega di notte
I temi della seconda puntata: i volti nuovi del campionato, le aspettative delle grandi piazze e la “solitudine” degli italiani all’estero
La vita da capitano di Riccardo Sbertoli a Trento, le aspettative della piazza a Modena raccontate da Rinaldi, la determinazione di Grottazzolina, il riscatto di Milano ma anche i volti nuovi della SuperLega Credem Banca, oltre alla nuova avventura di Francesco Recine in Giappone. Sono stati questi alcuni dei temi principali della seconda puntata di After Hours – La Superlega di notte, il talk trasmesso in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.
Ospiti della puntata numero 2 sono stati Francesco Recine (Toray Arrows, Giappone), Riccardo Sbertoli (Itas Trentino), Tommaso Rinaldi (Valsa Group Modena), Andrea Marchisio (Yuasa Battery Grottazzolina), Davide Gardini (Allianz Milano), Lorenzo Cortesia (Rana Verona) e Nicola Salsi (Gas Sales Bluenergy Piacenza), di cui è stata mandata in onda una clip riguardante “Living the dream – special After Hours”, la sua serie YouTube sulla pallavolo, fra campo e fuori campo.
Francesco Recine (Toray Arrows)
NUOVA AVVENTURA – È partita bene, ero un po’ teso e nervoso perché è la prima esperienza da straniero in un Paese completamente diverso dal nostro. Ma la squadra è molto preparata ad avere stranieri, sa come gestire i nuovi arrivati. Qui ti fanno sentire a casa, ti fanno avere tutto quello che chiedi, ti tengono come se fossi d’oro. Mi hanno dato il tempo di entrare in maniera tranquilla, abbiamo fatto amichevoli con squadre coreane, pian piano abbiamo alzato il livello degli allenamenti e del gioco.
MENO FISICITÀ, PIU’ TECNICA – È stato complicato entrare nelle dinamiche della squadra, è tutto completamente diverso. La palla va dieci volte più veloce, la fisicità non è alta come in SuperLega, viene compensato tutto dalla tecnica. La ricezione e la difesa sono elevate al massimo, se nel nostro campionato alcune ricezioni sono esclamative, qua la palla non esce mai dai tre metri.
SOLITUDINE E TELEFONATE – Ho avuto dieci giorni di febbre, ma sto recuperando. In aeroporto a Milano mi ha accompagnato mia madre alle cinque di mattina. È stato emozionante. Non sono mai stato da solo neanche un giorno della mia vita in Italia, perché tra famiglia, amici, il cane, la mia ragazza ho sempre avuto qualcuno vicino a me, le mie giornate erano sempre piene. In viaggio ho passato 22 ore da solo, cercavo di immaginare come sarebbe stato all’atterraggio. Le giornate però passano in fretta, siamo tutto il giorno in palestra, dalla mattina presto fino alle sei. Arrivo a casa stanco, cucino, poi mi riposo sul divano. Poi ogni tanto chiamo i familiari, la mia ragazza, i miei amici.
LA TORAY E IL CAMPIONATO – La differenza è la fisicità. In Italia io mi ritengo il più basso, quello che tira meno forte, che deve gestire la battuta. Qua invece sono quello che deve tirare la battuta, deve fare punti in attacco… La fisicità è diversa, ma la tecnica è due-tre passi avanti al campionato italiano, la si allena ore e ore: fanno un sacco di quantità. Oggi ci siamo allenati due ore e tre quarti, facendo per un’ora e tre quarti solo tecnica fra ricezione, muro, battuta, difesa. Poi la palla viaggia velocissima e spesso il muro è a uno, uno e mezzo.
IL GIAPPONE E GLI STRANIERI – Da quando si sono aperti più spot per gli stranieri, prima si cercavano più stranieri, ora gli italiani sono diventati il punto fermo del campionato e dopo aver vinto Europeo e Mondiale. Qui in Giappone l’apertura agli stranieri farà alzare il livello.
SUPERLEGA – Sono riuscito a guardare la Del Monte® Supercoppa e poi Civitanova-Padova. Reputo la SuperLega il mio campionato, ci tornerò sicuramente. Questa è un’esperienza che ho voluto per me, la reputo molto importante per la mia crescita a livello personale e tecnico.
ESTATE – È stata un’estate lunga, intensa, difficile. Sono stato in gruppo fino al momento in cui sono usciti i 13 convocati per le Olimpiadi. Ho dato tutto me stesso, non ho rimpianti per quello che ho fatto. Ho dimostrato che potevo stare in quella squadra. Ma non sono io a scegliere ed è andata così. Ho messo il sogno nel cassetto, non lo abbandono ma rimane lì per poterlo inseguire di nuovo più avanti. Non perdo di vista i miei obiettivi.
Riccardo Sbertoli (Itas Trentino)
L’ECCESSO DI RAZIONALITÀ – Mi sono reso conto lavorando su me stesso che a volte ragionare tanto è una buona cosa, a volte però ti toglie energie. Alcuni allenatori mi hanno detto ‘Fidati del tuo talento’, nel ruolo di palleggiatore devi pensare tanto. Quando torno a casa riesco a staccare, in genere ti porti a casa come è andato l’allenamento, ovvero se è andato bene o male, ma staccare è d’obbligo.
“PASTE” DA CAPITANO – Posso dire che quando ho iniziato a giocare a pallavolo e avevo l’obiettivo di arrivare in SuperLega, guardando Trento, non mi sarei mai aspettato di diventarne il capitano. È una bella soddisfazione personale e una bella responsabilità. Si dice che a Trento funziona tutto bene ed è vero, devo solo preoccuparmi di gestire la palla in campo.
REGOLAMENTI E COMPAGNI – Ogni singolo componente della squadra mi aiuta, anche perché abbiamo la fortuna di conoscerci da tanto. Se devi spendere una parola di più da capitano per i tuoi compagni o vuoi star loro più vicino, sapere le loro reazioni ti aiuta molto a capire lo stato d’animo degli altri durante la partita.
RYCHLICKI E GARCIA – Kamil sta riprendendo bene, ha ripreso ad allenarsi, non è ancora pronto per entrare in campo ma contiamo di recuperarlo prima possibile. Per fortuna c’è Gabi che ci sta dando una grande mano. È arrivato carico, anche per fare un’annata da super protagonista. Sta giocando bene, è molto disponibile e questa è la cosa più importante.
L’OLIMPIADE – Un bel po’ di amaro in bocca l’ha lasciato. Arrivare in fondo alle Olimpiadi è qualcosa di importante, ma quando sei lì hai la sensazione di cosa potresti fare, di cosa non riesci a sviluppare, che avresti potuto fare meglio. Siamo consapevoli che nelle ultime due partite e a tratti nella partita col Giappone, non siamo riusciti a esprimere il nostro miglior livello. Con la Francia avevamo avuto l’occasione di far girare la partita, nel secondo set eravamo sopra noi. Loro hanno giocato a un livello che non avevano mai raggiunto negli ultimi due anni, ma potevamo riprenderla. Mentre con gli Stati Uniti non siamo riusciti a sbloccarci. Loro hanno disputato una buona partita, abbiamo perso tutti i set ai vantaggi. L’autocritica l’abbiamo fatta, ognuno di noi si è sentito amareggiato per quello che è successo: dal motivo perché il sogno è sfumato bisogna ripartire.
Andrea Marchisio (Yuasa Battery Grottazzolina)
LA PARTITA CON MODENA – Nel secondo set siamo stati bravi a ripartire dopo un primo set abbastanza disastroso. Avevamo la possibilità di provare a chiuderlo, eravamo sopra di due punti, poi Modena in battuta ha ricucito il gap. Poi, quando giochi punto a punto queste partite, i campioni sono capaci di fare il break decisivo.
L’APPEAL DI GROTTAZZOLINA – Si respira un ambiente nuovo per questa società. Grottazzolina è un paese di tremila abitanti, andare a confrontarsi con squadre come Modena, Perugia è un passo da gigante. In preparazione abbiamo fatto un po’ di eventi sul territorio per farci conoscere, alla prima abbiamo avuto 2.200 spettatori. Speriamo sabato con Verona di poter replicare, magari vincendo il match.
LE ASPETTATIVE DI ‘GROTTA’ – Ogni domenica per noi deve essere una finale, dobbiamo provare a strappare punti tutte le domeniche. L’altra volta ci siamo riusciti, con Modena no ma per grossi meriti loro. Il nostro punto di forza? Siamo una squadra che può fare la differenza in battuta, avendo giocatori che in questo fondamentale possono dire la loro. A questo dobbiamo aggiungere un buon livello di cambio palla.
Tommaso Rinaldi (Valsa Group Modena)
ALTE PERCENTUALI IN ATTACCO – Questa intesa con De Cecco è iniziata subito. Noi abbiamo giocato nove amichevoli. Lui è bravo con le finte, con il tempo abbiamo migliorato l’intesa. Se riusciamo a mettere la ricezione in modo che lui possa fare quello che vuole, andremo molto forte.
LA PARTENZA – L’anno scorso vincemmo con Milano e Verona, le sensazioni erano molto buone come lo sono quest’anno. Vorrei che sia diversa la gestione dei momenti di difficoltà, legati ad eventuali sconfitte. Saper ripartire è lo scatto che dobbiamo fare rispetto allo scorso anno.
IL MOOD DI MODENA – I ragazzi nuovi devono capire bene l’ambiente che è Modena, una città che pretende persone che vanno in campo per vincere. Si accettano poco le difficoltà, lo senti quando non riesci ad accendere il pubblico. Noi dobbiamo far capire subito ai nuovi, ma credo lo abbiano già capito, che quando scendi in campo per Modena (soprattutto al PalaPanini), devi sentirti responsabile senza che questo si trasformi in una pressione eccessiva.
IL RITORNO DELLA CURVA – Non c’è una curva organizzata, ma da quello che so c’è una volontà da ragazzi giovani aiutati dalla vecchia curva di riorganizzare un gruppo. Secondo me non si è sentita tanto la differenza, perché hanno portato tamburi e megafoni, però mi hanno detto che stanno organizzando un nuovo gruppo. Speriamo, Modena è bella anche per questo.
L’OLIMPIADE – Nelle due partite che dovevo giocarmi il posto in VNL ho avuto un problema al ginocchio e non sono stato convocato. Il dispiacere c’è, ma io guardo al futuro. Ne ho approfittato per riposare, dopo tanti anni, e godermi un po’ la famiglia e la mia fidanzata, sono stato con loro in Sardegna e poi con un amico in Spagna. Poi mi sono laureato in Economia aziendale. Ora penso a una grande stagione a Modena.
DAVYSKIBA – Ha fatto dieci attacchi e dieci battute stamattina, siamo fiduciosi riprenda al più presto, sicuramente è aggregato a noi.
PERUGIA, TRENTO MA NON SOLO… – Noi vogliamo sentirci sfidanti in tutte le partite, dobbiamo arrivare sempre al 1000 per 1000, strappare punti a tutti e vincere il più possibile. Tutti possono vincere e perdere. Perugia e Trento sono le squadre più rodate, i cui giocatori stanno insieme da più tempo.
MATI E BARBANTI – Mati è un bravissimo ragazzo, molto talentuoso, deve capire qualcosa a livello di spogliatoio, gli “anziani” stanno premendo molto: questo mese ha pagato molte paste. Ha esordito anche Barbanti, che di solito non si aggrega mai a noi. A tutti e due taglieremo i capelli. E Ikhbayri? A lui non li taglieremo, non so come può reagire.
Davide Gardini (Allianz Milano)
IL RISCATTO DELL’ALLIANZ – Come abbiamo detto in settimana, all’esordio squadre come Taranto, Padova, Cisterna hanno sempre una grossa spinta. A Taranto è stata una partita complicata, non ci è entrato niente. In settimana c’è stata un’analisi tranquilla, ci siamo resi conto che abbiamo giocato una brutta partita e che non vorremmo ripeterla. Con la Lube è andata molto meglio.
LA DIFFERENZA CON LA LUBE – Battuta e ricezione hanno fatto la differenza. Noi abbiamo battuto benissimo, loro hanno avuto qualche difficoltà.
IL “VOLO” DI SCHNITZER – È il suo primo anno in Italia, si sta ambientando un po’. Ha fatto esperienze professionistiche in altre leghe, sta notando che in Italia il livello è diverso a livello di ritmi e connessioni, anche all’interno dello spogliatoio. Pallavolisticamente non è altissimo ma quando è in giornata vola, ha tanto potenziale. Quando riusciamo a trovare più ritmo in battuta, diventa un centrale interessante in tutti i fondamentali.
MILANO, PADOVA E LA BICI– Sono sempre in giro in bici, abito a cinque minuti dal palazzetto e non ha senso spostare l’auto. Milano è una realtà molto diversa da Padova, dove ho trascorso due anni straordinari, una città universitaria, più piccola, con tutto a portata di mano. Sto imparando a conoscere Milano, ogni volta che esco non capisco in che parte della città mi trovo. La città offre tanto.
LA NAZIONALE – Nelle ultime due Olimpiadi, che sono quelle che ho seguito di più, posso dire che sono una competizione a parte, dove ogni squadra può fare qualcosa di buono e le squadre forti possono fare molta fatica. L’Italia era in rotta per conquistare una medaglia molto buona, ma anche stavolta ha perso contro una squadra che ha espresso una gran pallavolo. Spero di esserci io alla prossima, ma chiunque ci sarà spero ci sia la possibilità di prendere una medaglia.
Lorenzo Cortesia (Rana Verona)
VITTORIA SOFFERTA – È stata una partita complicata, come spesso capita a inizio stagione. Soprattutto per noi centrali: Baranowicz la fa viaggiare parecchio. Siamo contenti di averla portata a casa. Loro sono un’ottima squadra, che gioca molto veloce.
ABAEV E LA COMUNICAZIONE – Un ragazzo molto intelligente. Parla italiano sin dal primo giorno, è molto disponibile con gran voglia di imparare. È un bel palleggiatore fisico, mi piace. E per un palleggiatore saper comunicare è fondamentale, lui si è messo a disposizione della squadra anche in questo aspetto.
STOYTCHEV E LE MOTIVAZIONI – Ha questa voglia di tirar fuori il meglio da noi, lo fa con questo suo modo deciso. È il quarto anno che sono con lui, lo conosco molto bene.
IL DIFETTO DELLA RANA – Non so se siamo i più fisici, ma siamo stati fisici anche negli anni scorsi. Dobbiamo migliorare un po’ sotto l’aspetto della furbizia, nella gestione delle ‘pallette’. Siamo una squadra votata all’attacco, dobbiamo diventare una squadra che non sbaglia troppo.
LUCA SPIRITO E LA PANCHINA – Ragazzo d’oro, molto disponibile, sicuramente per lui è strano partire dalla panchina, ma ho visto che ha reagito molto bene. Lui poi a Verona è quasi a casa, io non lo vedrei da nessun’altra parte.
L’ESTATE – Le Olimpiadi? Sono molto dispiaciuto per i ragazzi, sono stato con loro all’ultimo collegiale di preparazione. È un gruppo molto forte, che lavora bene, formato da bravissimi ragazzi. Una medaglia la meritavano. Purtroppo le Olimpiadi non perdonano, ma è un gruppo giovane che potrà riscattarsi.