È un gran finale, ma manca il lieto fine: un controsenso? Non nel magico, e a volte crudele, mondo dello sport. Perché il gran finale la Da Rold Logistics lo regala davvero: a se stessa, prima di tutto. A coronamento di una stagione in cui la crescita, sotto ogni punto di vista, è stata rilevante. Ma lo regala pure a un pubblico straordinario (circa 750 gli spettatori sulle tribune) e a una città in cui la pallavolo è cultura e tradizione. E ora, grazie ai rinoceronti, è anche futuro. Un futuro che però non sarà immediato. Perché le porte dei playoff rimangono chiuse: l’attuale ottavo posto non è sufficiente. Sì, ci è mancato poco. Pochissimo: appena punticino. Di fatto, un tie-break perso, anziché vinto, in un intero campionato. Tanto è bastato per veder svanire un traguardo che i rinoceronti hanno provato a raggiungere in ogni modo sul campo, battendo in rimonta niente meno che la terza della classe: la Med Store Tunit Macerata. L’obiettivo evapora di un’inezia. A rimanere, invece, è l’orgoglio di aver costruito qualcosa di importante. E duraturo. 

ARENA GELATA – La DRL scatta come una molla dai blocchi di partenza: non a caso, Novello infiamma subito l’Arena con due ace in successione, mentre Stufano firma il primo allungo (8-5). Sul 13-11, però, si spegne di colpo la luce nella metà dolomitica. Macerata sale di tono a muro e timbra un parzialone di 11-1 che chiude i giochi. E gela l’Arena. Ma i padroni di casa reagiscono. E coach Colussi ha risposte confortanti dalla panchina. In particolare da capitan Paganin, che suona la carica e ha un impatto di assoluto rilievo sul match. È proprio “Paga” a pungere al servizio e a dare lo strappo: 18-14. Anche se la Med Store Tunit, molto fallosa al servizio (9 errori), impatta con un muro di Margutti: 22-22. Tuttavia, nei momenti topici, Graziani mette l’impronta e la DRL approfitta di qualche sbavatura degli avversari. Come l’appoggio in rete del libero Gabbanelli che vale il 26-24. 

SPINTA – Cresce la spinta del tifo. E cresce soprattutto il collettivo bellunese, che si affaccia al terzo round sull’8-3, resiste al tentativo di rimonta dei maceratesi (18-16) e, con un Mozzato da urlo, va definitivamente in fuga nel finale di set. Nel frattempo, le notizie dagli altri campi non sono positive. Tuttavia, la Da Rold Logistics non fa una grinza. E tesse la sua gara con la cura di un sarto. Ne nasce un vestito di eleganza sopraffina. Sulla parità a quota 21, nel quarto round, sale in cattedra Graziani, abile a firmare prima il nuovo sorpasso (22-21, seguito dal contrattacco di Novello del 23-21), poi l’ace della staffa. Nell’applauso finale della Spes Arena c’è tutto: orgoglio, consapevolezza. E pure un pizzico di rammarico per quel che poteva essere. E non è stato. 

IL VERBO DEL COACH – «Ho ringraziato i ragazzi già nel pre-partita – afferma coach Gian Luca Colussi – perché in questa stagione mi hanno fatto gioire, arrabbiare, innervosire, sorridere. È stato un turbinio di emozioni. Li ringrazio, inoltre, per averci provato fino alla fine, pur in una partita piuttosto nervosa per la posta in palio. La realtà è che hanno onorato questa maglia e questa società, nonostante un po’ di delusione ci sia: quel punticino me lo sento in gola. E non va giù. Ma fa parte dello sport. Chi è entrato nei playoff lo ha meritato. Nel complesso, il percorso è stato positivo». 

 

DA ROLD LOGISTICS BELLUNO-MED STORE TUNIT MACERATA 3-1

PARZIALI: 17-25, 26-24, 25-18, 25-22. 

DA ROLD LOGISTICS BELLUNO: Maccabruni 5, Novello 18, Saibene 7, Graziani 10, Mozzato 15, Stufano 1; Martinez (L), Guolla 1, Ostuzzi, Guastamacchia 1, Paganin 3. N.e. Candeago, Galliani, Pierobon (L). Allenatore: G. Colussi. 

MED STORE TUNIT MACERATA: Luisetto 9, De Col 9, Margutti 8, Paolucci 13, Kindgard 1, Wawrzyncyk 13, Gabbanelli (L), Pizzichini 6, Bacco 1, Ravellino, Gonzi. Allenatore: F. Gulinelli. 

ARBITRI: Antonio Giovanni Marigliano di Torino e Davide Prati di Albuzzano. 

NOTE. Spettatori: 750 circa. Durata set 27′, 29′, 25′, 27′; totale 1h48′. Belluno: battute sbagliate 16, vincenti 6, muri 12. Macerata: b.s. 22, v. 4, m. 9.