Siamo ormai a metà del girone di andata della Serie A3 2022/2023, che vede la Stadium per la prima volta coinvolta in un campionato professionistico. A tirare le somme è Riccardo Rustichelli, che da ormai sette anni fa parte dell’organico della prima squadra mirandolese nel ruolo di centrale.

Proviamo a fare un bilancio, come sta andando questo campionato?

Personalmente sono soddisfatto. Partendo in ordine di tempo dalla Geetit Bologna, credo che la parte principale sia stata giocata dall’emozione che ci ha contratto nella fase di gioco: io ero appena rientrato, Francesco era fuori, per Tim era la prima volta nel sestetto e di conseguenza anche Giovanni ha dovuto giocare in un ruolo che per lui è nuovo.

Ma non solo ci serviva un po’ di rodaggio, ci siamo trovati in una situazione a cui nessuno era abituato: giocare in A3 è molto più rumoroso; c’era una marea di gente al PalaSavena al lavoro dietro le quinte. Chi montava la pavimentazione, chi sistemava telecamere, impianto audio e VideoCheck; persone che erano lì da ore a preparare tutto al meglio PER NOI, ed è sicuramente molto suggestivo anche per me che ho giocato per tanti anni in una categoria che è sotto “solo” di un livello a questo campionato.

Ti senti di far parte di qualcosa di grande e hai una pressione che è tutta nuova. Avevamo bisogno di rompere il ghiaccio, senza nulla togliere all’eccellente prestazione degli avversari che ci hanno azzannato e non hanno più mollato la presa.

Tanta emozione positiva invece nella prima in casa con Montecchio Maggiore. Davanti al nostro pubblico cambia tutto. Quel “qualcosa di grande” che avevamo sentito a Bologna si è materializzato anche per noi a Mirandola con i nostri tifosi. La A3 non è caduta dal cielo, ce la siamo presa e abbiamo la possibilità di viverla proprio qui a Mirandola nel PalaSimoncelli. È veramente magnifico, ci dà una forza tale da ignorare chiunque sia dall’altra parte della rete e sviluppare il nostro gioco al meglio; facendo un salto in avanti, questo è anche il motivo per cui abbiamo battuto Belluno e non abbiamo sfigurato con un avversario come Pineto nonostante al libretto delle assenze si fosse aggiunto anche Tim.

Rimanendo sul discorso Tim e passando alla trasferta con Savigliano, posso dire che è sicuramente una bella squadra e la sfortuna ha detto la sua, Stöhr si è mostrato in grado di muovere l’ago della bilancia in molti incontri, e avere un terminale offensivo come lui che si infortuna alla mano destra e inoltre si sente male nel prepartita ci mette di sicuro in una condizione difficile, nonostante l’avversario fosse di tutto rispetto. Non mi sento quindi di giudicare negativamente neanche quella prestazione.

Ci rimane solo Brugherio, ma qui mi sento di fare una precisazione: nonostante questo sia un campionato professionistico, noi siamo al 99% studenti o lavoratori, e una trasferta da 200 e più chilometri di mercoledì alle 20.30 non è assolutamente da considerarsi banale. I Diavoli Rosa sono però una squadra assolutamente alla nostra portata, non posso dire che la prestazione è da buttare, ce la siamo giocata; loro d’altro canto hanno delle altezze diverse: ad esempio Tommaso Barotto (opposto del 2005, già titolare di un palmarès da capogiro) è 2 metri e 12, che lo rende uno dei giocatori più alti della categoria. Cercheremo di fare meglio al prossimo turno infrasettimanale, ma comunque in queste situazioni le partite non sono assolutamente una passeggiata.

Direi che le sconfitte sono anche frutto di una serie di coincidenze, altrimenti saremmo qui a parlare di una Stadium che sicuramente non sarebbe capolista, ma probabilmente con un paio di punti in più. Il bello delle coincidenze è che prima o poi cambiano faccia.

Per ora va benissimo così, io sono super ottimista e anche il resto della squadra lo è: Tim e Francesco stanno recuperando, noi come gruppo stiamo crescendo sempre di più.

Poi siamo anche una vera squadra, giochiamo insieme ma siamo amici, ci piace stare insieme anche fuori dalla palestra e gli innesti si sono integrati a meraviglia.

Non è la prima volta che la Stadium partecipa alla terza serie nazionale, ma è la prima volta che lo fa da quando il campionato è stato promosso a serie professionistica dalla Lega Pallavolo.

In una di queste famose stagioni dell’allora B1, i gialloblù hanno raggiunto la salvezza senza mai vincere una partita in trasferta e affidandosi solamente ai punti incassati nel loro Palazzetto, quando ancora il compianto Marco Simoncelli a cui è ora intestato l’impianto bazzicava ancora tra scuole elementari e minimoto.

Siamo quindi in una situazione simile? Dovranno i mirandolesi rassegnarsi a quest’idea?

Non abbiamo assolutamente problemi in trasferta. Le situazioni che abbiamo affrontato fino ad ora sono state complicate.

A Savigliano meritavamo almeno un punto, e se fossimo stati tutti in forma azzardo addirittura che avremmo potuto portarne a casa due. Quel 3-1 mi puzza molto di tiebreak e chiunque abbia visto la partita sarà d’accordo con me.

La prima partita è intrinsecamente un tiro di dadi, contro chiunque tu la stia giocando, soprattutto perché a Bologna abbiamo trovato una squadra di per sé valida che ha avuto una prestazione eccellente in casa propria.

Anche i Diavoli Rosa sono stati al top, sfido qualsiasi squadra a contrastare i servizi che sono riusciti ad inanellare contro di noi quei ragazzi, che rimangono in ogni caso degli ottimi giocatori.

Questo “mal di trasferta” è perfetto per un titolo di giornale, ma non rispecchia assolutamente il nostro sentimento quando entriamo nei campi altrui. Bastavano due azioni diverse per strappare un punto in Piemonte contro una squadra che al momento è seconda in classifica; ciò significa che riusciamo a portare il nostro valore anche fuori dal PalaSimoncelli e possiamo far sudare chiunque. Proprio i cuneesi ci avevano presentato come “la matricola terribile” e non credo che ci siano andati molto lontano. Una volta chiusa a chiave l’infermeria aumenteremo le fatiche di molte più squadre.

Non esiste quindi nessun “Caso Stadium”?

L’unico vero “Caso Stadium” è questo: non esiste una squadra migliore di noi, ovviamente non parlo del punto di vista agonistico ma della nostra amalgama. Siamo affiatati più di chiunque altro. Togliendo i pochi innesti esterni ci conosciamo e giochiamo insieme da anni e nessuna squadra è unita come noi. Oltre che a una squadra di A3 siamo un gruppo di amici che gioca a pallavolo insieme da un sacco di tempo, e nei momenti di crisi in partita conoscersi in campo è un bonus che non tutti i club possono vantare.

Quindi no, nessun caso negativo per il centrale di Mirandola, che prepara il prossimo incontro insieme al resto dei suoi compagni di squadra.

I ragazzi di Pinca sono pronti alla loro prossima gara in trasferta, il 13 Novembre contro Moyashi Garlasco a Pavia.