Dopo l’ultimo punto arrivato con un errore in battuta di Rychlicki, sul terreno di gioco dell’Eurosuole Forum di Civitanova Marche è letteralmente esplosa anche la gioia della proprietà e della dirigenza della Cucine Lube Civitanova, per un settimo Scudetto che colora con forti tinte biancorosse il volley italiano dell’ultimo decennio.
Per la società fondata a Treia nel 1990 e partita dalla Serie C si tratta infatti del quarto tricolore conquistato nelle ultime cinque edizioni dei Play Off, il terzo consecutivo. Un filotto epico, che era riuscito l’ultima volta solo alla grande Treviso, tra il 2002/03 e il 2004/05.
A spezzare il ciclo dei giganti veneti ci aveva pensato proprio l’emergente Cucine Lube con il suo primo tricolore a Pesaro nel 2005/06. E da allora il sodalizio marchigiano è cresciuto fino a diventare una potenza mondiale che oggi ha raccolto l’ennesimo successo, il titolo numero 25 in bacheca, arrivato all’apice di un percorso fatto di passione, competenza e massima fiducia nelle proprie scelte. Fattori che hanno dato vita a un progetto inarrestabile di sviluppo, sfociato nella costruzione di un gruppo squadra stellare, ma ancor prima a una mentalità vincente.
“Vincendo questo scudetto abbiamo realizzato un qualcosa di incredibile – ha dichiarato a caldo il patron Fabio Giulianelli – Per il fatto che ancora una volta siamo riusciti a ripeterci, ma anche e soprattutto perché un mese fa sembrava che fossimo già fuori da ogni competizione, lotta per il tricolore inclusa. Invece siamo tornati alla grandissima, conquistando una vittoria strepitosa. Un successo della società! la Lube non molla mai, riesce sempre a tirare fuori il meglio di sé nelle difficoltà. Siamo unici, noi e questo pubblico che ci ha spinto costantemente in maniera straordinaria. Tutto è bellissimo!”.
Gli fa eco una raggiante presidente Simona Sileoni: “Siamo stati grandissimi – dice – La vittoria di questo Scudetto è figlia delle tante difficoltà affrontate nel corso della stagione, che alla fine hanno avuto anche l’effetto di forgiare il nostro gruppo in maniera incredibile. Siamo cresciuti nel gioco di squadra, abbiamo imparato ad aiutarci l’uno con l’altro, e questo ha fatto la differenza”.
Tutti d’accordo sul fatto che questo settimo tricolore appena conquistato, sia in assoluto il più bello: “Perché – spiega il vice presidente Albino Massaccesi – è stato il più sofferto di tutti e anche il più difficile. All’inizio di questa stagione c’erano due squadroni, oltre alla Lube, che sulla carta sembravano veramente imbattibili. La nostra stagione è stata molto difficile da gestire a causa delle note vicissitudini che abbiamo dovuto affrontare, ma in questo finale siamo riusciti a mettere insieme una squadra che man mano è diventata straordinaria, un gruppo meraviglioso e vincente, capace di rovesciare ogni pronostico. La Lube volley ha conquistato ben 7 dei 14 scudetti assegnati negli ultimi quindici anni, ben 6 se invece di anni consideriamo gli ultimi dieci. La storia siamo noi!”.
Di questo ciclo meraviglioso che da una stagione all’altra ha visto avvicendamenti importanti sia in campo che in panchina, il minimo comun denominatore è il direttore generale Beppe Cormio: “Questo è lo Scudetto della resilienza – afferma il dg – della voglia di risalire, di una squadra che non ha mai potuto giocare con la rosa al completo, che ha dovuto assorbire delle critiche pesanti Questo è lo Scudetto più bello di tutti. Quando eravamo sotto 2-0 nella serie con Trento è scattato qualcosa in seno alla squadra che ci ha portato fino al trionfo di stasera. Tantissimo merito è sicuramente dell’allenatore, merito ovviamente anche dei ragazzi, e merito della proprietà, che ci è sempre stata vicina. Se ci sono meriti di Beppe Cormio? Io ho sempre lavorato per fare delle scelte che fossero sempre condivise con il tecnico e con la proprietà, e chiaramente pilotate perché in fase di mercato vogliamo sempre spendere la cifra che sappiamo di poter sostenere. Una dedica? Ai tifosi, perché giocare con 4 mila persone che gridano Lube è emozionante per me, e immagino che lo sia ancora di più per Fabio Giulianelli e Luciano Sileoni. Si tratta infatti di un grande segno di attaccamento non solo alla squadra, ma anche all’azienda”.