Gianluca Graziosi atto terzo. O meglio, terzo ciclo. Il primo aveva portato l’Olimpia a due semifinali play-off nel biennio del ritorno in cadetteria (dal 2016 al 2018); il secondo ha regalato all’Agnelli Tipiesse una Coppa Italia e due volte la Supercoppa Italiana (dal 2020 al 2022); il terzo è pronto a cominciare. Anzi, è già cominciato. Molto più di un legame d’amore a tinte rossoblù per il tecnico di Ancona, molto più di una firma. Che la dirigenza avrebbe voluto apporre già all’alba della stagione attuale, che il coach – forte di un legame dalla solidità unica con l’ambiente – ha preferito posticipare strategicamente di qualche mesetto. Certezze impossibili da scalfire, come la chiarezza d’idee e concetti di un timoniere che, all’ombra delle Orobie, ha trovato una seconda casa e una seconda pelle.
BILANCIO – “Due regular season vinte, tre trofei. Definire positivo il biennio concluso è dire poco anche perché sia lo scorso anno con Brescia sia in questo con Reggio Emilia, a fare la differenza è stato un pallone. Dal 2016 al 2018 la società Olimpia è stata costruita per ben figurare in A2, dal 2020 al 2022 si è consolidata e ha vinto una Coppa Italia oltre a due Supercoppe mentre, nel prossimo mini ciclo, vorremmo consacrarci. Con scelte mirate perché nulla di ciò che è stato fatto va buttato”.
LA LEZIONE DI REGGIO EMILIA – “La Conad dimostra che non sempre vince chi ha il roster più forte. L’idea è quella di confermare i ragazzi motivati in maniera enorme e rinforzarci reperendo sul mercato profili con mentalità e fame per centrare l’obiettivo di ricostruire restando ad altissimi livelli. Stiamo lavorando bene anche in questa direzione”.
IL NUOVO CORSO – “La ricetta dev’essere quella che ha interpretato alla grande la mia prima Olimpia e che rispecchi il mio modo d’essere, la mia idea di pallavolo. Ragazzi desiderosi di mettersi in luce con la voglia d’aiutarsi su ogni pallone con determinazione ferrea in ogni partita. La forza del collettivo ossia la discriminante talvolta in grado di far effettuare il vero salto di qualità. Una richiesta? Un roster con una panchina più lunga”.
ACCORDO LAMPO – “Ho voluto attendere il momento giusto. Per l’accordo è bastata un’ora scarsa. Quando si ha la volontà di proseguire un cammino sulla scorta di una stima reciproca assoluta, tutto viene pressoché naturale. Avevo altre proposte interessanti, ma solo a Bergamo mi esprimo al meglio. Sono sempre sereno, nelle migliori condizioni per lavorare. Per questo non posso far altro che ringraziare nuovamente il presidente Angelo Agnelli ed il direttore sportivo Vito Insalata. Loro avrebbero voluto prolungare l’accordo già ad ottobre e questo è emblematico circa la sintonia tra noi”.