«Si vive di sfide e questa sarà ancora più avvincente. Bisogna sempre rimettersi in gioco dopo un anno turbolento». Sono le dichiarazioni di Riccardo Pinelli, classe ‘91 e primo palleggiatore della Conad Reggio, dopo la conferma che lo vedrà in cabina di regia anche per la prossima stagione 2019/20.
La A2 si preannuncia un campionato «davvero tosto – ha considerato Pinelli, citando Siena, Bergamo, Castellana Grotte come tra le formazioni già più attrezzate, cui si aggiungono per la stagione a venire anche Taranto e Cuneo, «entrambe – ha detto – con una storia importante nella pallavolo italiana». Nell’animo dell’atleta modenese però non c’è spazio per il timore. «L’unica cosa che può e deve rimanere dopo stagioni complicate come la scorsa, è l’esperienza – ha detto -. Adesso si riparte. Ho fiducia nelle scelte fatte dalla società e dal coach nella creazione del roster, creare affiatamento tra di noi sarà fondamentale»
Pinelli raggiunge ormai quota dieci anni di esperienza in serie A, con l’esordio nel 2010 al Club Italia Aeronautica Militare Roma. La sua strada si è già incrociata con quella di coach Mastrangelo quattro anni dopo, con la Domar Matera, e poi di nuovo nel 2015/16 alla Tonno Callipo di Vibo Valentia. «Avere Mastrangelo come allenatore è stato un forte incentivo – puntualizza Pinelli -. Abbiamo già lavorato insieme molto bene, tra noi c’è grande stima reciproca».
«Pinelli per me è una certezza – ha ribattuto coach Vincenzo -. E’ un giocatore di tutto valore che sicuramente è cresciuto ancora in questi anni, avendo fatto anche una stagione in Superlega (2018/19, con la Calzedonia Verona). Puntare sulla sua voglia di fare bene è un’ottima scelta, dopo un anno che non è stato dei migliori».
Non è la prima volta in realtà che, nelle dichiarazioni rilasciate dagli atleti, coach Mastrangelo figuri come ‘incentivo’ a partire col piede giusto. «Sono molto orgoglioso e felice che, oltre alla serietà di Volley Tricolore, gli atleti riconoscano anche il mio valore di allenatore – ha commentato lui -. Vuol dire che qualcosa, in questi anni e nella mia carriera, l’ho lasciato. Ora, in base al gruppo che avremo, decideremo come modulare il lavoro, tenendo anche conto del lungo periodo di fermo da cui stanno uscendo i ragazzi».