Lo schiacciatore serbo a tutto campo durante l’#AskTo: “Il mio idolo era Vujevic. Mi piacerebbe allargare la famiglia”.
MILANO – Esperienza da veterano ed entusiasmo da ragazzino. Passano gli anni, ma Nemanja Petric non si smentisce mai, dimostrando di essere un campione sempre, dentro e fuori dal campo. Anche quando diventa protagonista sui social di Powervolley Milano della sessione live di #AskPetric, rispondendo alle domande dei tifosi giunte in diretta su facebook, instagram, twitter e youtube.
«Mi manca molto la pallavolo – commenta subito lo schiacciatore serbo –, come è normale che sia. Qui a casa però ho la mia famiglia, sono con mia moglie e mio figlio Uros quindi per me è un po’ più facile. Giochiamo con il bambino e il giorno passa più velocemente». E famiglia lo è stata anche un po’ quest’anno l’Allianz Powervolley. «Si, è vero. Ho trovato un’atmosfera bellissima, i ragazzi sono stupendi e secondo me siamo un bellissimo gruppo». La percezione, infatti, è che ci sia un feeling straordinario tra i compagni, come dimostrano le incursioni di Clevenot in diretta, che definisce Petric “Leyenda” (trovando l’approvazione nei commenti in diretta di Nimir e Piano): «Trevor è un bravissimo ragazzo, gli voglio veramente un gran bene. Però sarà lui a spiegare il significato, magari durante l’#AskClevenot». Tanti anni di esperienza per il campione serbo, passato prima del ritorno in Italia dalla Turchia e dalla Russia: «C’è molta differenza tra la pallavolo in Italia e negli altri Paesi: qui ci sono i giocatori importanti ma soprattutto c’è una cultura di pallavolo più radicata, c’è più storia e tutto questo fa la differenza». A proposito di storia: Petric e la pallavolo, un rapporto iniziato da bambino e che ha raggiunto il suo punto più con l’ultimo oro agli Europei da capitano, ispirandosi anche ai suoi idoli: «Ho iniziato a giocare da bambino nel mio paese, il livello era abbastanza buono. A chi mi ispiravo? Ammiravamo gli atleti che nel 2000 hanno vinto l’oro alle Olimpiadi, il mio idolo è stato Goran Vujevic, con il quale ho avuto la possibilità di giocare 3 anni a Perugia e con cui sono diventato molto amico». Ma cosa direbbe oggi Nema Petric ai giovani: «Devono credere sempre nei loro sogni, sapendo che durante un percorso ci sono ostacoli, senza mai mollare perché ogni sacrificio sarà ripagato».
Aprendo invece il cassetto dei sogni di Petric si scopre che ci sono ancora tante cose da voler realizzare: «Mi piacerebbe allargare la mia famiglia. Se invece penso agli aspetti sportivi, finchè gioco il mio sogno è vincere sempre». Magari con la maglia di Milano, un progetto che Petric ha sposato l’estate scorsa: «Questa squadra negli ultimi anni ha fatto dei passi avanti come nessun’altra. Ho accettato questa sfida con entusiasmo, dimostrando di poter dare ancora il mio contributo». Chiusura dedicata a due spunti: da una parte la stagione della sua Allianz Powervolley, dall’altra i tre schiacciatori che Petric reputa tra i più forti. «Parto dalla fine – conclude il serbo –: sicuramente Ngapeth, Leon e Kovacevic. Per quanto riguarda la stagione, siamo stati bravi a sopperire all’assenza di Piano, che per Milano è un punto di riferimento, e alle difficoltà di Alletti che è stato out due mesi. Abbiamo fatto bene e potevamo continuare a toglierci soddisfazioni. L’unico rimpianto è stato il quarto di finale di Coppa Italia perso con Trento».
VIDEO ASK PETRIC: