Sei partite e un’unica vittoria, ma per Sistemia LCT Saturnia Aci Castello, queste prime giornate dal Campionato di Serie A3 di volley Maschile Credem Banca 20/21, non parlano solo di prestazioni negative, parlano anche di tanta voglia di fare, per arrivare a mostrare quel livello di gioco per il quale la squadra è stata costruita.
Per il presidente Luigi Pulvirenti, ad avere avuto un peso sui match fino ad adesso giocati, è stata sicuramente la giovane età: “Quando punti su una squadra così giovane, con molti millennials, di grande talento, ma sempre anagraficamente piccoli, bisogna mettere in conto un periodo di adattamento al livello del nuovo campionato, all’intensità di gioco, ad avversari che sono più esperti”.
Pulvirenti aggiunge poi con decisione: “Non posso dire che Saturnia sia una squadra più debole delle altre, non ha difficoltà sul piano tecnico, ma sulla continuità di gioco. Continuità che si cerca di raggiungere con frequenti allenamenti e imparando dalle sconfitte a reagire davanti ad un errore”.
La stagione è quindi ancora tutta da giocare e i progetti sono sicuramente su lungo termine: “Siamo consapevoli che questa stagione sia un momento di transizione, di preparazione e consolidamento della struttura societaria, una stagione nella quale diamo largo spazio ai giovani per testarli e creare una base su cui poi sviluppare un percorso tecnico il prossimo anno. Da questo punto di vista il nostro programma è assolutamente in linea con quanto ci eravamo prefissati”.
Questo non vuol dire che le sconfitte si accettano punto e basta e il Presidente, che non perde allenamenti e match dei suoi ragazzi, afferma: “Qualche vittoria farebbe bene al morale, porterebbe entusiasmo e fiducia ad un gruppo di atleti che quando prenderà consapevolezza delle proprie potenzialità farà sicuramente molto bene”.
Per lui, che ha portato in Serie A un squadra storica siciliana, proprio della sua Aci Castello: “Essere presidente della Saturnia è già un sogno che si realizza, è la società in cui sono cresciuto in adolescenza assieme agli amici di sempre di Aci Castello. Saturnia è una realtà consolidata da 53 anni e per me è anche una tradizione familiare, molti dei componenti della mia famiglia: mio padre che è uno dei fondatori, mio zio Michele e mio cugino Ignazio che sono stati delle bandiere, mio fratello che ci ha giocato, hanno avuto a che fare con questa società. Questo carica il mio ruolo di un’ulteriore peso e responsabilità e spero che presto la Saturnia possa tornare a giocare a casa, al PalaCannizzaro”.
Un rammarico c’è: “Quello di dovere vivere questa esperienza senza pubblico. L’assenza del pubblico, per una squadra giovane come la nostra, rende più difficile il cammino: quello che manca è la sua spinta nei momenti di difficoltà. Sono convinto che noi, in alcune partite, avremmo fatto punti se avessimo avuto il nostro pubblico a disposizione. E quell’elemento che non ti fa crollare psicologicamente dopo un errore”.