Il centrale dell’Allianz Powervolley protagonista del format UnscriptedWith della CEV
MILANO – Un gigante buono universalmente riconosciuto. Viene presentato così Jan Kozamernik, centrale dell’Allianz Powervolley Milano e della sua Slovenia, nell’appuntamento online promosso e realizzato dalla CEV “UnsciptedWith”. Storie, aneddoti, ricordi per il posto 3 di Lubiana, ripercorrendo la stagione appena conclusa e tornando con la mente a settembre 2019 e all’argento conquistato agli Europei con la sua nazionale.
«Sto molto bene ora – commenta Kozamernik, tornato a casa sua in Slovenia–. Sono stati due mesi particolari, è stato un lungo periodo strano: è stato difficile vivere in questa maniera, non potersi allenare e giocare. Mi manca molto la pallavolo, sto cercando di allenarmi come posso con gli esercizi a casa, ma non vedo l’ora di poter giocare a beach volley. Vivo vicino ad una spiaggia, ci sono anche dei giocatori della nazionale che solitamente giocano con me. È un posto dove ci divertiamo e passiamo il tempo tra amici». Sprazzi di normalità all’orizzonte, ma la strada è ancora lunga. «Si, è vero. È strano, soprattutto perché non ho quella spinta, quell’energia e quell’adrenalina tipica di quando giochi una gara, quando sei dentro una competizione. In questo tempo ho fatto hiking, giocato un po’ a tennis, che erano le uniche cose permesse». La prospettiva di tornare a giocare potrebbe tuttavia prevedere l’assenza del pubblico. «Non sarà la stessa cosa. L’energia che può trasferirti una gara quando sei in campo è unica. Giocare senza pubblico è strano, non lo si può immaginare. Il pubblico può darti quel 10% in più per fare meglio, la forza in più che ti manca. Penso ad esempio alla gara che abbiamo giocato a Lubiana per gli Europei: uno spettacolo incredibile, un palazzetto pieno di gente che tifa per te e per la stessa nazione. Sono emozioni incredibili, che appartengono allo sport. Lo sport unisce: unisce persone, unisce interessi, unisce passioni. Vale per il club, vale per la nazionale: quando giochi in un club senti che appartieni a qualcosa, anche se il significato più grande lo senti quando giochi per la tua nazionale. È un’esperienza veramente bella». Si parla poi di ambizioni, sogni e progetti: «Essere stato inserito nel dream team dello scorso Europeo come miglior centrale è stato incredibile, per me era la prima volta. Era un mio sogno, ha avuto un gran significato ma non è paragonabile alla gioia di una medaglia di squadra. Quali altri sogni ho? Sicuramente voglio vincere uno scudetto, è uno dei miei più grandi obiettivi. Ma voglio anche diventare il miglior centrale in Italia».
A proposito di Italia, Kozamernik esprime il suo pensiero sul Belpaese. «Non ho mai avuto paura di lasciare la Slovenia, era un mio obiettivo quello di vivere e studiare all’estero. Quando stavo per andare via, ammetto che ero un po’ teso, ma poi è andato tutto bene. I primi periodi sono stati un po’ complicati per la lingua: all’inizio non parlavo l’italiano, ma nei primi tre mesi mi sono impegnato ed ho iniziato subito a capirlo. È molto importante imparare la lingua del paese in cui vai, perché cosi impari anche la cultura del paese: l’Italia è un paese molto fiero della sua cultura».
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