Continuano gli appuntamenti con #campionidacasa, alle 18 di questo pomeriggio il “campionissimo” Bruno Mossa de Rezende ha deliziato le migliaia di tifosi e appassionati del volley accorsi durante la diretta Instagram nel profilo @asvolleylube. Si è discusso di pallavolo, salute, amicizia, cucina e tanto altro. Prossimo incontro, giovedì 2 aprile col direttore sportivo Beppe Cormio (ore 18).
Come stai Bruno? Sei reduce da un allenamento, come vanno i collegamenti a distanza col preparatore atletico?
“Sto bene, si resiste: l’importante è avere la speranza che i giorni migliori arriveranno. È importante per noi mantenere il tono muscolare, è difficile perché abbiamo pochi strumenti di lavoro ma almeno riusciamo a fare qualcosa. È importante anche psicologicamente”
Partiamo subito con le domande dai tifosi, come sempre numerosi: come ci si allena per vincere in rimonta da 0-2 e per essere il migliore palleggiatore al mondo?
“Non mi considero il migliore, cerco di fare il meglio per la squadra. Non ci si allena per fare certe rimonte: è un percorso di consapevolezza, quando la squadra prende fiducia non importa il punteggio, serve la mentalità giusta per combattere contro qualsiasi difficoltà. È importante la resilienza per aspettare il tuo momento e prendere la partita in mano”
Se potessi dare un consiglio ai pallavolisti quale sarebbe?
“In generale per chi vuole fare lo sportivo, il consiglio è di farlo con passione: se riesci a mettere la passione negli allenamenti, anche nelle sofferenze e amare ciò che fai sicuramente riuscirai ad andare avanti. Poi allenarsi tanto, è la filosofia che ho sempre cercato, fin dalle prime esperienze in nazionale. Il lavoro paga”
Quando hai iniziato a giocare? L’emozione più bella della carriera?
“Ho iniziato presto, dai 13 anni ho capito di voler intraprendere la stessa carriera dei miei genitori. L’emozione più bella è la vittoria alle Olimpiadi, ho avuto il piacere di vincerle a Rio, nella mia città, dove ci sono amici e famiglia”
Chi è il tuo idolo? A chi ti sei ispirato?
“Sérgio dos Santos sicuramente. Ho avuto la fortuna e l’onore di giocarci insieme a lungo. Il suo modo di lavorare, la passione mi stimolavano sempre. Poi come palleggiatore sia Maurìcio che Ricardo Garcia”
Il palleggiatore che stimi di più?
“Mi piace il gioco dei sudamericani: argentini, brasiliani. Quindi William, De Cecco, Raphael anche Marouf. Hanno un gioco imprevedibile, prendono rischi anche in momenti importanti della partita”
Il momento più brutto della carriera?
“La finale persa alle Olimpiadi di Londra contro la Russia, subire la rimonta ha fatto male. Sicuramente mi ha motivato, le sconfitte aiutano nella vita. Da lì c’è stato un cambiamento anche per la generazione più giovane”
La più bella vittoria con la Lube?
“Sceglierne una è difficile, tutte troppo belle. Non avevo mai vinto Champions League e Mondiale per Club. Berlino ha dato tanto in quanto a spettacolo, forse la miglior partita di tutta la stagione escluso il primo set. Nel Mondiale per Club tenevo tanto alla vittoria”
Cosa cucini per mantenerti in forma in questi giorni di quarantena?
“Faccio spesa una volta a settimana, cerco di non cucinare troppa pasta. Cucino pollo, carne, cerco di inventarmi qualcosa. Non avevo mai trascorso così tanto tempo in cucina. Non sono un Masterchef ma riesco a mangiare quindi per me va bene (ride)”
Arriva una critica da una tifosa: “Sei il più forte al mondo ma non sai cucinare”
“Devo imparare a fare le foto ai piatti. L’impiattamento e la presentazione prendono un voto, forse devo migliorare quello (ride)”
Cosa ti manca di più del Brasile?
“Famiglia e amici. Questo momento di emergenza fa riacquistare importanza agli affetti. Stare in casa da solo non è facile. Mi manca la mia seconda famiglia: i compagni di squadra”
Quanto le aspettative dei tuoi genitori ti hanno influenzato?
“Loro non hanno mai messo pressione. Mio padre provava sempre a stimolarmi, mi spingeva a lavorare sodo. Mi diceva: un giorno in meno di lavoro è un giorno più distante dal tuo sogno. Mia mamma mi ha sempre lasciato libero di fare ciò che mi piaceva”
Le alzate in bagher con Simon sono magia del momento o le provate in allenamento?
“Provo ogni tanto a giocare d’istinto. Ai centrali dico sempre di partire, non fermarsi perché può capitare qualche alzata anche in bagher”
Si vede la tua cattiveria agonistica in campo, questo pesa al di fuori della pallavolo?
“Ce l’ho solo in campo, mi trasformo, fuori sono molto più rilassato, vivo tranquillamente”
Se dovessi creare la squadra più forte al mondo, chi sceglieresti?
“È difficile. Grebennikov libero, in banda Ngapeth e Leal, come opposto Sokolov, al centro Lucas e Simon, al palleggio William o Marouf”
Cosa ti piace di più di Civitanova?
“Sicuramente il mare, è sempre bello vedere il mare, ti dà serenità. È quasi sempre soleggiato. È una città tranquilla, le persone ma in generale in tutta Italia sono molto disponibili, sentire questo affetto e disponibilità perché mi fa sentire a casa”
Quanto ti sono entrati nel cuore la Cucine Lube e i suoi tifosi?
“Non ho mai nascosto niente. È stato un cambiamento difficile per me, ho vissuto il passaggio alla Lube come una sfida. I primi momenti sono stati difficili ma ho visto dai tifosi un forte affetto. Con squadra e tifosi sono riuscito a dare il mio contributo e questi due anni sono stati davvero speciali. Prima di arrivare avevo dei dubbi per continuare a giocare ad un alto livello, qui sono rinato”
Quanto è importante per te la religione?
“Moltissimo, sono cattolico. Credo nell’importanza della fede non solo professionalmente ma nella vita. Sapere che c’è sempre qualcuno che mi guarda da lassù, sapere che c’è sempre un perché in tutto ciò che accade mi aiuta molto”.
Ultimo saluto ai tifosi collegati in diretta
“Grazie per la mezzora passata insieme, spero che il momento di emergenza passi il più veloce possibile. Spero che le persone possano valorizzare gli aspetti importanti come la salute, i familiari, i cari. Mi manca giocare ma ci sono cose più importanti della pallavolo in questo momento. Grazie ai tifosi della Lube e ai tifosi italiani che in questi anni sono stati importantissimi. Un saluto speciale ai miei compagni”