Pireo-Ravenna 1-3
(26-28, 25-23, 20-25, 18-25)
OLYMPIACOS PIREO: Rauwerdink 15, Bohme 10, Oivanen 11, Aleksiev 10, Petreas 5, Drzyzga 2, Stefanou (L); Christofidelis, Roumeliotakis 1, Zoupani 1, Stivachtis, Daridis (L), Andreadis, Tselios. All.: Munoz Benitez.
BUNGE RAVENNA: Poglajen 6, Georgiev 9, Orduna 2, Marechal 12, Diamantini 6, Buchegger 21, Goi (L); Vitelli 1, Raffaelli 11, Pistolesi, Gutierrez 4, Marchini (L). All.: Soli.
ARBITRI: Tillmann (Ung) e Steinmetz (Ger).
NOTE – Pireo: bs 23, bv 6, errori 6, muri 7, Ravenna: bs 23, bv 3, errori 11, muri 15. Spettatori: 11.800. Durata set: 32’, 31’, 30’, 23’ (tot. 116’).
A venticinque anni di distanza Atene parla di nuovo ravennate. Nel ‘93 il Messaggero vinceva la Coppa dei Campioni, oggi la Bunge solleva la Challenge Cup, superando sul loro campo i greci dell’Olympiacos nel doppio confronto tenuto tra Pala De André e Peace and Friendship Stadium. Di fronte a una marea di tifosi biancorossi, che hanno riempito quasi per intero le tribune dell’enorme struttura (ben 12mila gli spettatori), Ravenna bissa il successo dell’andata con un altro splendido 3-1, frutto di una grandissima prestazione di tutto il gruppo. Dal palleggiatore Orduna, sempre lucido in regia, fino al bombardiere Buchegger, top scorer con 21 punti, passando per i centrali Georgiev (ben cinque muri) e Diamantini, per gli schiacciatori Marechal, Poglajen e Raffaelli (autore del muro decisivo nel terzo set) e per il libero Goi, capace in difesa di sollevare da terra ogni pallone, tutti i giocatori di Soli, compreso chi è entrato nell’ultima frazione (Vitelli, Marchini, Pistolesi e Gutierrez), hanno confermato ancora una volta, nella 43esima partita di una stagione durissima, di formare una squadra eccezionale, sotto ogni punto di vista. E così, dopo 21 anni, una coppa europea torna a Ravenna: era infatti dal ’97, dal Porto Area di Ricci che vinse la Cev Cup, che i tifosi bizantini attendevano una gioia così grande.
Sestetti iniziali I due tecnici confermano i sestetti dell’andata. Fernando Munoz Benitez disegna il suo Olympiacos con il palleggiatore Drzyzga, l’opposto Oivanen, gli schiacciatori Aleksiev e Rauwerdink, i centrali Petreas e Bohme e il libero Stefanou, che in difesa si alterna con Daridis. Sul fronte Bunge Fabio Soli risponde con Orduna al palleggio in diagonale con Buchegger, Marechal e Poglajen bande, Georgiev e Diamantini al centro e Goi in seconda linea.
Primo set A dare un sussulto alla partita ci pensano Buchegger e Poglajen, che spingono la Bunge sul 5-7, ma Aleksiev a muro pareggia subito il conto: 8-8. Si prosegue con una fase senza break fino a quando l’Olympiacos non torna in vantaggio grazie a Oivanen: 16-15. Marechal trova il tocco avversario del contro-sorpasso (16-17) e Buchegger a muro mette a terra il 19-21: time out Munoz Benitez. Georgiev ferma anche lui gli avversari per il +3 ravennate (19-22), ma i greci realizzano un filotto di quattro punti di fila sul turno al servizio di Drzyzga (due ace per il polacco) che li riporta avanti: 23-22. Buchegger annulla il primo set ball, Aleksiev sbaglia l’attacco regalando il 24-25 e la Bunge ne approfitta per chiudere alla seconda occasione, grazie alla schiacciata sull’asticella di Oivanen: 26-28.
Secondo set Il centrale tedesco Bohme realizza due muri di fila per il 4-1 dei padroni di casa, che si allontanano sull’8-4 con Aleksiev. Georgiev a muro e Buchegger al servizio riportano sotto la formazione di Soli (8-7), che viene distanziata prima da Rauwerdink (11-7) e poi da Bohme: 13-8 e il tecnico giallorosso ferma il match. Georgiev, due volte a muro, e Buchegger riducono a una sola lunghezza lo svantaggio (17-16), mentre Diamantini e Marechal fermano gli attacchi dei greci, con la Bunge che mette la freccia: 20-21. Buchegger non sbaglia la palla del 21-23, ma sul più bello i ravennati si bloccano e subiscono un parziale di 4-0, chiuso da un ace di Rauwerdink, che pareggia il conto dei set: 25-23.
Terzo set Aleksiev e Rauwerdink in battuta spediscono l’Olympiacos subito sul 6-1, Diamantini e un’infrazione degli avversari riducono il gap: 7-5. I greci accelerano di nuovo (11-7) e un ace di Bohme li spinge +5 (15-10), con Soli che chiama time out. Raffaelli, entrato al posto di Marechal, tira fuori dal cilindro un servizio vincente (15-12) e Buchegger chiude un lungo scambio per il -2: 17-15. È ancora l’austriaco a colpire due volte di fila, riportando l’equilibrio in campo (18-18), poi è Georgiev a muro a far compiere il sorpasso alla Bunge: 18-19. Goi in difesa è protagonista di autentiche prodezze in difesa, Buchegger e Raffaelli colpiscono a ripetizione ed è proprio lo schiacciatore toscano a piazzare il muro decisivo per il 20-25 dei ravennati. Vinto questo set esplode la gioia dei giocatori e dei tecnici, che festeggiano la vittoria della Challenge Cup.
Quarto set Il tecnico Soli manda in campo Pistolesi, Vitelli, Marchini e Gutierrez, ma la differenza non si vede, con la Bunge che conduce 7-12 grazie al muro di Raffaelli. Georgiev imita il compagno respingendo l’attacco degli avversari (10-16), i greci rosicchiano qualche punto (14-18), ma Gutierrez li ricaccia indietro: 14-20. Georgiev mette a terra la palla del 17-24 e al secondo match point chiude lo stesso centrale bulgaro (18-25), dando il via ai festeggiamenti, con i giocatori, i tecnici e i dirigenti che vanno a ricevere l’applauso dei tifosi giallorossi presenti nel palazzetto ateniese.
Le dichiarazioni del dopo-gara
Luca Casadio (presidente Porto Robur Costa): “Faccio un grande ringraziamento a tutto il gruppo: a chi lo ha costruito, a Soli e al suo staff, ai giocatori, a coloro che lavorano per la squadra e al Pala De André. È un gruppo che fin dall’inizio ha mostrato un grande valore e che anche in campionato ha raggiunto risultati eccezionali, tornando a disputare i playoff scudetto, dove ha reso la vita difficile a un top team come Perugia. I ragazzi sono stati bravi a non accontentarsi mai, a dare tutto fino alla fine, come è successo ad Atene. È stata una stagione splendida, emozionante e gratificante. Ma io voglio ricordare anche tutte le persone che hanno contributo ad arrivare fino a questo punto: dirigenti, sponsor, tecnici e giocatori che in passato hanno fatto parte di questa squadra, permettendo a essa di compiere dei passi importanti verso questi successi. Quando siamo nati, il nostro obiettivo era quello di riportare Ravenna in Serie A e ci siamo riusciti. Raggiunto questo traguardo, ce ne siamo posto un altro altrettanto ambizioso, quello di entrare nell’élite del volley italiano ed europeo, e siamo riusciti anche in questo. Sono contento per la città, che ha risposto alla grande in tutti questi mesi, dimostrando che la pallavolo fa parte del suo Dna”.
Ufficio stampa Porto Robur Costa – Vincenzo Benini