Il Campionato di Serie A2 UnipolSai riprende dalle Pool; sabato 3 Febbraio, al PalaSport di Gioia del Colle, la Conad Volley Tricolore darà il via agli incontri della Pool B scendendo in campo contro la formazione della Gioiella Micromilk Gioia del Colle. La squadra pugliese arriva dal Girone Blu e sarà quindi una “novità” per i reggiani. La Conad, tra turno di riposo e pausa in occasione della finale di Coppa Italia, ha avuto il tempo per ricaricare le batterie e prepararsi alla trasferta pugliese.
“Abbiamo cercato di dare qualche giorno di stacco per poi focalizzarci su alcuni aspetti che dovevamo migliorare –dichiara Paolo Zambolin, vice allenatore della Conad Volley Tricolore- Non avendo fretta di preparare la partita abbiamo potuto fare degli allenamenti più specifici, meno globali e di carattere più analitico. Durante il campionato è difficile fare questo tipo di lavoro perché il tempo a disposizione è poco e viene dedicato prevalentemente alla preparazione della partita”.
Gioia del Colle è una squadra che ancora non avete affrontato sul campo ma sicuramente avete già avuto occasione di vedere di cosa sono capaci, cosa vi aspettate della partita di sabato?
“Ci aspettiamo che i 4 ex (Luppi, Marchiani, Cetrullo e Grassano) vogliano ben figurare contro di noi. Gioia del Colle ha una buona ricezione e sappiamo che Marchiani spinge se ha palla in mano. Dovremo cercare di sfruttare la nostra buona battuta e forzarla in modo da far spostare il palleggiatore”.
Sicuramente conosce il gioco della loro diagonale, Marchiani-Cetrullo, che ha giocato al Volley Tricolore nella stagione 2015/2016, si può dire quindi che non partirete disarmati?
“Della squadra di quella stagione sono rimasti solamente Bonante e Morgese, ed io come vice allenatore, ma sappiamo bene come lavorano e riescono a giocare palla spinta anche dai quattro metri. Cercheremo di lavorare bene a muro e nell’adattamento muro-difesa. Gioia del Colle ha inciampato nell’ultima partita di campionato ma avevano tenuto a riposo alcuni elementi e quindi mi sento di dire che quell’incontro non fa testo”.