Il regista, ai microfoni di RMC Sport Network, commenta il periodo della Powervolley in vista della trasferta toscana.
MILANO – È un Marco Izzo senza maschere quello che si è rivelato ai microfoni di RMC Sport Network durante la trasmissione “Al Var dello Sport” condotta da Alessandro Rimi e Fabio Donolato. Il regista milanese, che domani compirà 24 anni, ha analizzato il momento della Revivre Axopower Milano a due giorni dalla sfida in Toscana contro l’Emma Villas Siena, toccando diversi temi tra cui il rapporto con Andrea Giani, la sua ambizione con la maglia biancorossa ed il sogno di vestire un giorno l’azzurro.
Come valuti questo inizio di campionato: dopo un inizio non facile ora la Revivre Axopower Milano sta trovando la sua identità?
«Dopo le uscite iniziali poco felici, ci siamo assestati e abbiamo cominciato a trovare i giusti meccanicismi. Stiamo giocando sempre meglio, ma siamo ancora in una fase di crescita perché siamo una squadra giovane che ha bisogno di ancora più tempo rispetto a quei gruppi più esperti. Stiamo lavorando tanto e con qualità e nel giro di poco tempo raggiungeremo un livello di gioco sempre migliore, preparandoci a quelle partite che saranno più difficili ed ardue».
Questa estate avevi detto “Mi sento elettrizzato e pronto per questa avventura a Milano”: come ti trovi in questa nuova avventura?
«Mi trovo davvero benissimo, si è formato un bel gruppo e confermo quanto ho detto in estate. Più si va avanti e più le sfide si fanno toste e difficili ed il mio entusiasmo aumenta. Sono contentissimo perché riusciamo a lavorare molto bene con la guida di Andrea Giani e dello staff tecnico. Speriamo di poter fare sempre meglio e raggiunger e più vittorie possibile».
A proposito di Giani: cosa si prova ad essere allenatore da un allenatore che, da giocatore, ha vinto tutto ed è un simbolo della pallavolo italiana e mondiale?
«È davvero strano: sono cresciuto accendendo la tv e vedendo un personaggio simile vincere e stravincere competizioni mondiali. Sono onorato e contentissimo di poter essere allenato da lui, è un grande allenatore, capace di trasmettere le sue esperienze che avuto sia da giocatore sia da coach».
A 24 anni, quale è la tua ambizione?
«La mia ambizione è sempre stata tanta: sono andato via da casa a 14 anni per il volley e per me è una scommessa di vita. Ho tanta passione ma ci metto sempre tanto lavoro. Faccio un passo alla volta cercando di ottenere un qualcosa in più. Sono a disposizione della squadra nel cercare di aiutare i miei compagni e la squadra a vincere, giocare bene ed esprimere un bel gioco».
Nella tua ambizione, c’è anche il sogno della Nazionale?
«Sarebbe un sogno per me. Sicuramente lavoro per arrivare ai massimi livelli e vestire la maglia azzurra sarebbe incredibile. Mi trovo nella situazione perfetta perché qui a Milano sono in un grande gruppo».
Tornando al campionato, domenica Milano sarà impegnata nella trasferta di Siena. Che partita ti aspetti?
«Ci aspetta una partita tosta perché è il tema di questo campionato. Ci sono squadra che si sono rinforzate con giocatori di livello internazionale e Siena è una di queste. Ha un roster molto competitivo, anche se i risultati in questo momento non dicono questo e vivono un momento difficile. Noi non dobbiamo sottovalutarli e dobbiamo non dar loro modo di uscire da questo periodo. Vogliamo portare a casa il risultato».
Chi vedi favorita per la vittoria finale? Perugia è in testa alla classifica a punteggio pieno…
«È forse un po’ presto per dirlo se Perugia sia favorita, anche se con Leon è ancora più forte. È un giocatore che davvero sta dimostrando di poter spostare gli equilibri. Sono i favoriti di questo campionato, ma al pari di Civitanova, Trento e Modena: poi saranno i dettagli a fare la differenza, ma sicuramente stanno dimostrando di essere i più forti».
Come valuti il tuo percorso personale nel mondo del volley? Cambieresti qualcosa nella tua carriera?
«Non cambierei nulla delle mie esperienze. Tutto ciò che ho vissuto mi ha portato ad essere la persona che sono. Cerco di migliorarmi ogni giorno, di essere un giocatore ed un uomo migliore e vuol dire che quello che mi è successo è servito, nel bene e nel male».
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