Compirà 29 anni il 17 gennaio prossimo, nazionalità estone, schiacciatore ricevitore: è Kristo Kollo, una delle tante scommesse volute da dirigenti e staff tecnico della Synergy Arapi F.lli Mondovì in questo campionato. Arrivato semisconosciuto all’ombra del Belvedere in estate, Kristo ha saputo far breccia subito nel cuore del pubblico monregalese, tanto che i tifosi dell’Hagar Group gli hanno dedicato un simpatico e coinvolgente coro che spesso intonano nell’occasione delle vittorie.
In campo finora è entrato in 7 delle 8 partite giocate da Mondovì (4 delle quali praticamente inamovibile), ottenendo 70 punti. I match nei quali ha collezionato le migliori prestazioni sono stati quello di Leverano e, in casa, contro Alessano, dove ha registrato 17 punti totali. Miglior partita in attacco ancora contro Alessano: 14 colpi vincenti che gli hanno valso il 61% finale.
Coriaceo, ma di poche parole, Kollo è uno che non si tira mai indietro nelle cose. La sua maggiore difficoltà attuale? Certamente l’italiano, lingua della quale probabilmente non conosce più di dieci parole…
Kristo, un bilancio personale dopo tre mesi e mezzo in Italia?
“Sono stato da subito positivamente sorpreso dalla qualità del campionato: non conoscevo nulla della serie A2 prima di arrivare. Per quanto riguarda la nostra squadra non posso che essere soddisfatto, siamo veramente forti. Resto convinto che abbiamo ancora un enorme margine di crescita, sia a livello di squadra sia individualmente. Dunque non posso che ritenermi soddisfatto: con i compagni abbiamo ottenuto solo successi, mentre io ho accumulato tanta esperienza. Perfetto”.
Avete vinto otto partite su otto, te lo aspettavi?
“Ad essere sincero no, anche perché prima d’incominciare il campionato non conoscevo il valore delle altre squadre. Però, quando abbiamo iniziato ad allenarci e giocare, ho capito subito che saremmo stati una squadra tosta. Non avevo particolari aspettative, ma contavo di far bene perché conosco il valore del gruppo”.
A proposito di allenamenti: sono davvero così duri?
“Feno sta facendo davvero un bel lavoro, sì. Gli allenamenti sono duri, ma ogni cosa è fatta con meticolosità: proviamo e riproviamo con precisione le cose negli allenamenti, per renderle più semplici durante la partita”.
Che differenze hai riscontrato tra il metodo di allenamento dell’anno scorso in Svizzera e quello attuale?
“La parte fisica è senza dubbio più dura, si ripetono molto le cose. In Svizzera lavoravo anche con il vice della nazionale estone ed insieme con i due coaches ho fatto parecchia pratica individuale. Per Feno è normale lavorare e spingere tanto sul lavoro individuale, dunque alla fine non so se ci siano realmente delle grosse differenze. Ogni allenatore ha un approccio differente al lavoro”.
Tra un mese giocherai con la Nazionale Estone l’ultima partita del Girone B per le qualificazioni agli Europei, contro la Lituania: tutto positivo finora.
“Siamo ormai qualificati dopo la vittoria ottenuta ad agosto in Israele, dunque la partita di gennaio rivestirà più un sapore nazionalista: l’Estonia contro la Lettonia, insomma. Ho lasciato i miei compagni in agosto, non so quali saranno le scelte che opererà l’allenatore per la partita: ci ritroveremo insieme una decina di giorni e si vedrà. Partiamo da favoriti e vogliamo comunque vincere, anche perché giocheremo di fronte al nostro pubblico”.