Finisci l’esame di maturità in relazioni internazionali per il marketing e poco dopo arriva la chiamata di coach Graziosi: “Il prossimo anno giocherai con noi in serie A”.
Per Filippo Maffeis è molto più che toccare il cielo con un dito, una doppia maturità in poche ore. Perché il prodotto del vivaio, classe 1998, sarà la quarta banda della Caloni Agnelli. E con il numero 1 sulle spalle. “Un’emozione forte – dice -, che mi ha inevitabilmente stupito e contemporaneamente caricato. Per me sarà una stagione fondamentale visto che devo e voglio migliorare sotto tutti i punti di vista: fisico, tecnico e mentale”.
Miglior palestra, in effetti, non potrebbe esserci per un baby che si affaccia alla seconda serie nazionale nel ruolo dell’apprendista e, perché no, dello studente che vuole carpire ogni sfumatura dai più grandi. Ma in particolare da uno, eletto come esempio da seguire: “Marco Pierotti è il giocatore perfetto – sottolinea lo schiacciatore bergamasco – poiché è fortissimo in ricezione, molto solido in attacco e ha nella caparbietà la sua prima prerogativa. Quando non è soddisfatto, prova e riprova fino a quando centra l’obiettivo. Per me è e sarà un esempio da seguire nonostante abbia solo due anni in più”. Il settore giovanile One Team Volley resterà comunque una vetrina assai preziosa dopo la promozione in serie C e la semifinale regionale con l’Under 20 dopo aver battuto, in campionato, Segrate poi tricolore: “Sono stati due buonissimi percorsi – spiega Maffeis -, ora visto che potrò accumulare anche l’esperienza in prima squadra spero di poter trasmettere tutto il meglio anche ai miei coetanei. Applicare gli insegnamenti di Graziosi anche nei campionati che andrò ad affrontare con il settore giovanile sarà una fortuna che ho intenzione di capitalizzare a pieno”. E mentre papà Cristian, direttore sportivo della cantera rossoblù è pronto a godersi l’ascesa del suo gioiellino con tanta trepidazione e con altrettanta, abituale,discrezione, Filippo apre il cuore: “Un ringraziamento sincero a tutti gli allenatori che ho avuto fin dall’avvio – osserva – perché ciascuno mi ha arricchito in maniera notevole. In primis però il pensiero va all’Olimpia: quante società in serie A decidono di credere in un giovane, talmente tanto da regalargli la serie A a 18 anni?”.