Cinque anni al servizio del Sora senza mai tirarsi indietro, senza mai deludere quanti credevano e credono in lui, giocando sempre col sorriso e la serenità tipiche di chi fa il proprio dovere fino in fondo: lui è Marco Santucci, classe 1983 e 190 cm di altezza, libero della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora. Marco arrivò alla corte di patron Giannetti nel 2007, in serie B2 a Isernia e Altamura, e in B1 a Fabriano e Gioa del Colle, nelle vesti di martello-ricettore; l’allora Volley Sora militava nel campionato di B1 e Santucci fu una delle pedine protagoniste di quel fantastico pezzo di storia bianconera che ha visto i volsci raggiungere la cadetteria nel 2009. Tre anni e due promozioni per Santucci che, successivamente, si accasa col caffè Corigliano – tranne una breve parentesi con la Sidigas Avellino – dove conosce i futuri compagni Fabroni e Sperandio, compagni che ritroverà nella stagione 2014-2015 proprio in casa Globo, dove torna nel nuovo ruolo di ministro della difesa. Dopo un campionato vissuto ad altissimi livelli e concluso in semifinale di playoff, il senatore Santucci, apprezzato da tutta la piazza per le proprie doti sportive ed umane, è nuovamente abile e arruolabile al servizio di coach Soli anche per l’anno 2015-2016.
Facci un bilancio di questa prima parte di stagione
Sicuramente più che positivo: siamo secondi e domenica andiamo a giocarci il primo posto a Vibo Valentia, valido anche per la qualificazione in coppa Italia. Purtroppo lo scivolone di Reggio ha pesato un pochino sulla classifica, ma la vittoria dello scorso turno con Potenza Picena ci ha ridato il giusto entusiasmo per giocarcela bene con la capolista.
Prossima gara il “big match” contro la Tonno Callipo Vibo Valentia, che partita vi aspetta?
Sarà un incontro particolarmente difficile contro una formazione di livello, non solo per quanto concerne il sestetto titolare, ma anche la panchina: Vibo ha dalla sua l’esperienza di Casoli e anche quella di Korniienko che, sebbene sia stato poco utilizzato, è un giocatore molto valido. I calabresi, inoltre, possono vantare un tifo molto caldo e appassionato, per cui non mancherà il supporto del settimo uomo, ma il risultato, ovviamente, dipende da quello che metteremo in campo e se riuscissimo ad esprimere il nostro gioco potremmo tornare a casa soddisfatti.
Il tuo quinto anno a Sora: quanto e perché sei legato a questa maglia?
Sora è stata sempre una società ambiziosa e c’è sempre stato tra noi un matrimonio di intenti, scopi e obiettivi, lo stesso quest’estate quando ho firmato il mio quinto contratto con la Globo. Inoltre, questo posto mi ha sempre portato bene in termini di risultati, facendomi prendere tante soddisfazioni.
Ricordi come ti sei appassionato al volley?
Il mio amore per la pallavolo è nato grazie a mia sorella e ai miei genitori. La mia famiglia ha sempre seguito il volley e ricordo che andavamo in trasferta proprio per vedere mia sorella, cosicché anche io mi sono innamorato di questo sport meraviglioso e ho avuto la fortuna di trasformarlo nella mia professione.
Come hai vissuto il cambio di ruolo da schiacciatore a libero?
In realtà l’ho vissuto bene, non ho fatto alcuna fatica a metabolizzare questo cambiamento perché già precedentemente mi allenavo per metà della settimana come schiacciatore e per metà appunto in difesa; poi, lo scorso anno, ho rivestito questo ruolo a pieno regime e ora mi trovo a mio agio nella mia nuova veste: d’altronde, l’importante è giocare!
Progetti futuri
Progettare non fa per me, sono una persona che vive molto alla giornata, ma comunque mi sto attrezzando per il mio futuro da “non giocatore”…
Momento più bello e momento più brutto vissuti grazie alla pallavolo
Di brutti non ne ricordo perché fortunatamente non ho subito mai un infortunio grave o comunque qualcosa di simile. Lo stesso dicasi per ogni sconfitta: prendendole con molta filosofia, non mi sono mai lasciato abbattere da nulla. Di momenti belli, invece, ne ho vissuti tanti e forse quelli più intensi sono collegati ad ogni promozione ottenuta, a partire proprio da quelle conquistate con la casacca del Sora.
Hai un portafortuna e se si quale
Come la maggior parte degli sportivi, il mio unico rito scaramantico è legato all’intimo utilizzato durante le partite.
Descriviti con tre aggettivi
Permaloso, altruista e a volte troppo serioso.
Cristina Lucarelli