Le reazioni sono di tipo diverso. Trovi il preveggente di successo (“l’avevo detto io, e voi non ci credevate”), e lo scaramantico con l’occhio lungo (“ho tenuto tutto per me, ma in cuor mio me l’aspettavo”). C’è chi non accetta di scendere dalle nuvole (“mi sembrava impossibile, ora voliamo ai playoff”) o l’inguaribile prudente (“restiamo calmi, manca ancora tanto”). Tra uno stato emotivo e l’altro, tra le tante sfumature, spicca però l’evidenza del denominatore comune: l’euforia, l’emozione, la voglia di vivere questo momento. Finché si può.

L’Exprivia Neldiritto Molfetta attraversa il classico momento di magia. Come per le parole di un romanzo, che inizialmente sono ferme sulla pagina, poi si elevano e formano momenti di vita vissuta. Esperienze indimenticabili. L’ultima, in ordine di tempo, contro Città di Castello.

Castello. Come quello delle favole, termini troppo spesso usati e abusati. Finché le coincidenze non li rendono appropriati. In questi casi, dare alle cose il loro nome, non solo non è improvvido, ma è addirittura giusto. Giustissimo.

Chiamiamola favola, allora. Senza imbarazzi. E nella favola dell’ExpriviaNeldiritto, nessuno vuole scendere dal castello incantato.

Certo, incombe un avversario difficile, per essere buoni: Trento.

Sono i primi della classe, e basta la classifica per vederlo. Sono forti, e basta scorrere i nomi dei giocatori per averne conferma. Sono esperti e vincenti, e qui il curriculum parla chiaro: ci sono scudetti,coppe Italia, Champions League, Mondiali per club.

Però… Però arrivano a Molfetta, al PalaPoli. In un PalaPoli vestito a festa e pronto agli straordinari per sostenere i giocatori di Di Pinto. Si parla di tifosi pronti al pranzo a sacco, direttamente in palazzetto, per non sgombrare la testa da questo sogno bello e impossibile. Si parla di coreografie, si confida nel tutto esaurito.

Si parla, e parla, e parla. Già da oggi, anzi da ieri. È una lunga vigilia, in casa ExpriviaNeldiritto. Perché i sogni più belli non hanno durata. Soprattutto si fanno con gli occhi aperti. Ci vediamo al PalaPoli, allora, domenica alle 17.

Lo spettacolo di volley è assicurato, il gusto di un’altra impresa è auspicato. “Non è vero, ma ci credo”, direbbe Benedetto Croce. E allora crediamoci, tutti insieme. Mica è peccato.