Il pubblico di Corigliano alla stregua di una massa di facinorosi e violenti? Suona strano. Davvero molto strano. Una platea, quella del Pala Corigliano, composta per la stragrande maggioranza da famiglie, già premiata come miglior pubblico della Serie A non più di qualche stagione addietro, oggi la si vuol disegnare come un campo di battaglia in mano a ultras violenti. Un paradosso, oltre che una evidente “svista” e, a conti fatti, una precisa volontà di punire (?) un popolo sportivo, quello rossonero, che si è contraddistinto in tutta Italia proprio per la sua correttezza. Al momento, però, pare siano convinti dell’esatto contrario l’arbitro Maurizio Canessa e i giudici federali (ma solo loro in tutta Italia!) che hanno dato seguito al fazioso rapporto di gara che l’arbitro suddetto ha presentato dopo Gara2 di playoff tra la Caffè Aiello Corigliano e la B-Chem Potenza Picena, una «sentenza senza precedenti che non ha tenuto conto di testimonianze e di prove inconfutabili oltre che culminare nella misura massima di pena adottata per una Società non recidiva», scrive il presidente del club rossonero, Gennaro Cilento. Questi, infatti, a nome della Società che rappresenta, non ha digerito che anche il ricorso sia stato rigettato e che un rapporto di gara smentito dalle immagini e dalle testimonianze abbia finito per essere considerato stranamente veritiero «A nome della Corigliano Volley S.S.D. a R.L., che con onore rappresento dal 2009 – scrive Cilento in un documento inviato al presidente della Federazione Italiana Pallavolo, Carlo Magri, nonché rivolto in copia ai vicepresidenti Pietro Bruno Cattaneo e Giuseppe Manfredi, oltre che al presidente del Comitato regionale calabrese Fipav, Carmelo Sestito – Le scrivo queste poche righe per manifestarle il mio sgomento, la mia indignazione e la mia delusione, oltre che tutto il mio dissenso, relativamente all’esito del ricorso presentato alla C.A.F. a seguito dei provvedimenti emanati dal Giudice Unico Federale su segnalazione del rapporto di gara prodotto da 1° arbitro, tale sig. Canessa Maurizio, in occasione di gara 2 playoff promozione di serie A2 tra la nostra squadra Caffè Aiello Corigliano e la B-Chem Porto Potenza Picena. La decisione della Corte d’Appello Federale rappresenta uno schiaffo dolorosissimo nei confronti di una società che da più anni si sta spendendo per insegnare i valori dello sport, in particolare di una disciplina sana e “pulita” come quella del volley. La nostra compagine – aggiunge Cilento, segnalando i grandi risvolti positivi sociali e sportivi del club – ha inteso operare in maniera fattiva all’interno delle scuole del territorio, in una realtà non semplice e priva di risorse; non ci siamo fermati, allestendo a nostre spese palestre, organizzando tornei e partecipando ai campionati con vigore, spirito di sacrificio e dedizione. Registriamo ad oggi circa 200 tesserati e partecipiamo ad oltre 10 campionati.
Ci siamo resi disponibili mettendo a disposizione gratuitamente il nostro Palasport, il nostro personale, attrezzature e servizi vari per gli eventi da Voi organizzati sul nostro territorio, quali il Trofeo delle Regioni, le Arbitriadi, le finali nazionali Under 14, il Trofeo delle Province, ecc.
La serie A rappresenta il motore del nostro movimento. Nel corso degli anni siamo riusciti ad ottenere successi sportivi ma, soprattutto, la stima e la simpatia unanimemente riconosciuta da ogni componente del nostro amato sport. In particolare, oggetto di elogi, complimenti e manifestazioni di consensi è stato il nostro formidabile, meraviglioso ed unico pubblico – sottolinea Cilento – che ha sempre tributato i dovuti onori alla propria squadra ed agli avversari, che ha stretto amicizie durature nel tempo con le altre tifoserie, che richiama a sé pubblico anche non appassionato di pallavolo, ma che partecipa allo “spettacolo nello spettacolo” all’interno del nostro Palazzetto e di quelli in cui andiamo ad affrontare gli avversari.
Pertanto, non ci stiamo a passare per violenti, minacciosi, ineducati. La categoria arbitrale, a più riprese, in questo ultimo biennio, si è macchiata di errori marchiani, enormi – ricorda il presidente Cilento, facendo riferimento alla sfortunata stagione ultime che, per alcuni arbitri, è stata davvero “nera” – che hanno spesso determinato l’andamento delle gare e sempre in una direzione contraria alla nostra, ma abbiamo sempre risposto in maniera composta, sportiva, accettando, sebbene a malincuore, le decisioni errate. Dall’ 8-1 diventato 0-1 di Ortona-Corigliano all’inizio della stagione 2012-2013 con un altro ricorso rigettato senza pietà dai nostri Giudici per poi vedere a distanza di pochi giorni accolto il ricorso di un’altra società per lo stesso motivo, alla sfida interna contro Cantù del novembre 2013, alle molteplici sviste clamorose (e documentabili) del sig. Canessa che, tuttavia, non hanno impedito di vincere la gara playoff oggetto del ricorso ma che, per contro, hanno determinato nel direttore di gara un atteggiamento tutt’altro che parziale ed equo, siamo ancora in attesa di risposte su un esposto presentato alla Procura Federale per una aggressione subita dalla nostra squadra in un palasport, siamo rimasti freddi ed impassibili quando la Nostra Federazione ha chiamato a sè il nostro allenatore a Campionato in corso per proporgli una panchina Federale distraendolo dagli impegni assunti con il nostro club. Consideravo la Federazione una mamma, da cui trarre spunti, insegnamenti, consigli su come poter fare pallavolo – precisa Cilento con molta amarezza – oggi giudico la Federazione una matrigna, un organo insensibile, distante, quasi nemico. La sanzione applicataci (il massimo consentito dalle normative federali) parifica il presunto atteggiamento dei tifosi di Corigliano ad episodi di gravità molto maggiore che, fortunatamente, solo in rarissimi casi sono entrati all’interno dei palazzetti in cui si pratica il volley. Non ci stiamo, non siamo violenti, non abbiamo minacciato nessun giocatore avversario, non siamo ciò che un misero pezzo di carta ha indicato in maniera del tutto esasperata e non veritiera. In un’epoca in cui si soffre economicamente, in cui le società fanno salti mortali per tenere in piedi un progetto, in cui ci si sbraccia oltremodo per garantire i diritti a tutti coloro che prestano attività per nostro conto, ci vediamo remar contro da chi ci dovrebbe garantire, da chi non ci dovrebbe perdere per nessun motivo al mondo! Questa è la peggiore tra le sconfitte, mi fa sentire solo contro un muro che non ha intenzione di ascoltare e ritengo che tutto questo possa essere l’anticamera di un mio allontanamento da un mondo che vedevo fantastico, inimitabile, straordinario ma che, al contrario, si sta dimostrando spietato.
Infine mi permetto di fare una considerazione personale: in questo sport – afferma il presidente rossonero – gli unici a mettere i soldi sono due soggetti: i proprietari ed il pubblico. Gli altri quei soldi li prendono, molti lavorando e sudando, altri rappresentando non so cosa e chi.
Il vostro comportamento mi sembra molto vicino a quello dei Faraoni la cui massima opera è stata quella di costruire le Piramidi ossia la loro tomba.
Egregio Presidente – chiude Cilento – lo prenda come uno sfogo, come una voce che tenta di oltrepassare tutte le barriere che negli ultimi anni hanno costellato il nostro cammino sportivo, lo prenda come un arrivederci o, forse, un addio. La pallavolo italiana ha bisogno di più gioia e meno referti arbitrali».
Johnny Fusca
Ufficio Stampa e Comunicazione
Caffè Aiello Corigliano Volley