La prima domanda è inevitabile. Qual è il tuo bilancio della stagione da poco conclusa sulla panchina di Volley Segrate 1978?

Tenuto conto degli obiettivi della squadra, cioè la permanenza in Serie A2, direi che essi sono stati raggiunti abbastanza comodamente. Raggiungere la salvezza matematica a qualche giornata dal termine della Regular Season, preceduta da una rosea previsione vista la situazione a metà campionato con il settimo posto ottenuto nell’ultimo match di andata, ci ha permesso di lavorare serenamente; fattore che conta sempre tantissimo nell’economia di una stagione lunga come quella che abbiamo affrontato. Durante il Campionato abbiamo dovuto far fronte a qualche assenza importante, a causa di infortuni, che abbiamo pagato abbastanza cara. Tutto sommato devo dirmi soddisfatto.

Qual è la partita che più ti ha dato soddisfazione e quale quella che più ti ha fatto arrabbiare?

Una delle partite che più mi hanno fatto arrabbiare è stata la sconfitta sul campo di Mantova. Era una partita molto importante in vista delle successive e contro una squadra che in classifica era molto più in basso di noi; avendo giocato uno dei migliori match solo tre giorni prima contro Padova è stata una delusione perché non è stata gestita nella maniera corretta. È vero, qualcuno dei titolari purtroppo mancava all’appello, ma non è certo questo il motivo della sconfitta.
Non c’è invece una partita in particolare che mi ha dato soddisfazione: potrei direi in trasferta contro Pineto, contro Loreto, a Genova all’andata e nella prima dei playoff. Tutte quelle partite in cui la squadra ha dimostrato maturità, e non sono state poche.
Le sfide preferite da un allenatore sono quelle in cui il team lavora bene e, soprattutto, unito.

Dopo Gara 3 dei Playoff sembrava che Segrate avesse tra le mani la qualificazione alle semifinali, nelle ultime due fare purtroppo Genova ha avuto la meglio. Cosa è successo? Calo fisico o di concentrazione?

L’ultima gara, fino ad un certo punto, è stata assolutamente positiva poi Genova ha dato il meglio di sé mantenendo altissima la concentrazione mentre noi ci siamo un po’ rilassati. Devo dire che durante tutta la Regular Season i liguri sono stati più regolari e meritatamente sono arrivati davanti, hanno passato il turno giocando fino alla fine mentre noi, come già successo, ci siamo fermati un attimo prima. La possibilità di andare avanti nei playoff c’era, questo è indubbio, ma sarebbe forse stato fin troppo per una squadra come la nostra che comunque può dirsi assolutamente soddisfatta dei risultati ottenuti al primo anno nella serie cadetta. Ovviamente io vorrei sempre arrivare il più in fondo possibile, perdere non mi piace mai (ride, n.d.r.)

La società ad inizio stagione puntava a rimanere in A2 con un settimo – ottavo posto. Alla fine della Regular Season vi siete piazzati sesti. Tu invece dove pensavi che sareste arrivati?

Quando sono arrivato a Segrate pensavo soltanto alla salvezza. Man mano che sono tornati disponibili gli infortunati e la squadra ha portato avanti il naturale processo di maturazione ho visto che la previsione fatta dalla Società era corretta. Lo ammetto: un po’ di paura ce l’hai sempre, sia in alta classifica che in coda, ogni settimana è fatta di umori ed emozioni e non è così difficile smarrire la rotta e trovarsi lontani dagli obiettivi che ci si è preposti. Sono bravi quelli che sanno superare queste difficoltà e noi in alcune occasioni ci siamo riusciti. Faremo ancora meglio quando impareremo a superare tutti i problemi.

Il pubblico di Segrate e i Supporters07 sono stati sempre presenti e calorosissimi con la squadra e lo staff tecnico. Te lo aspettavi o ti ha sorpreso?

Devo dire che mi ha sorpreso, sapevo che a Segrate c’era un pubblico molto caloroso ma non pensavo fosse così attaccato alla squadra e, specie nelle ultime partite, ci ha spinto e aiutato tantissimo.