La promozione in serie A1 è anzitutto merito dei giocatori che sono scesi in campo e hanno conquistato la massima serie. Tutto questo, però, è anche merito di tutti coloro che – giorno dopo giorno – collaborano con la squadra per raggiungere insieme un obiettivo. Ecco perché da oggi parte “Emozioni da staff”, una sorta di piccola telenovela che svela emozioni, retroscena e episodi della stagione appena conclusa.
In questa prima puntata abbiamo parlato con Giorgio Tomasetto (scout della Phyto Performance Padova) e con Marco Da Lozzo che si è occupato della preparazione atletica dei ragazzi. Partiamo proprio da quest’ultimo.
Marco, che effetto fa – alla tua prima esperienza nel mondo del volley – raggiungere un traguardo così importante?
«Sicuramente è un’emozione bellissima, difficile da descrivere. Voglio rendere grazie a chi ha creduto in me e cioè allo Show Personal Training Club di Padova che ha partecipato attivamente allo sviluppo del progetto. E’ a loro che, prima di tutti, va il mio ringraziamento»
C’è un episodio positivo che ricorderai a lungo?
«Dal punto di vista sportivo ce ne sono stati tanti, per fortuna. Ricordo con piacere un episodio particolare, avvenuto durante una gara in trasferta. Stavamo giocando il punto match della partita, eravamo in una situazione delicata ed io ero seduto vicino al nostro scout man. Mattia Rosso andò in battuta e, quando ricevette il pallone dalla ragazza che svolgeva il servizio di raccattapalle a bordo campo, la ringraziò e sorrise. E’ una cosa che può sembrare “banale”, ma sfido chiunque ad essere così cortese e gentile in un momento di così grande tensione agonistica. Stimo tantissimo Mattia Rosso, che si è sempre comportato con una professionalità e un garbo impeccabile per tutta la stagione. Non solo lui, ma tutta la squadra ha dato dimostrazione di un proprio stile, nato quasi per caso, senza studiarlo a tavolino».
E un ricordo negativo?
«Lavorando col fisico degli atleti, ogni situazione d’infortunio era motivo di ansia. Su tutti ricordo quello occorso a Manuele Cricca durante la stagione. Non fu tanto il momento dell’infortunio a preoccuparmi, quanto lo sguardo di Manuele che ad un certo punto sembrava non credere più in un suo recupero. Furono giorni difficilissimi. Poi però tornò in campo e giocò subito da titolare. Vederlo gioire in campo ha cancellato tutti quei momenti negativi».
Giorgio Tomasetto invece è l’uomo delle statistiche, colui che analizza secondo dopo secondo tutto quello che avviene in campo.
Giorgio, si tratta della tua prima promozione in A1?
«A dire il vero, no. La prima promozione risale alla stagione 2004/05 con il Volley Club Padova femminile. All’epoca ero esordiente come coach Rampazzo. Fu un anno particolare, in cui partimmo in sordina ma rimanendo sempre attaccati alla prima in classifica. Al termine della Regular Season riuscimmo nel sorpasso e fummo promossi per un solo punto in più… vi ricorda niente?»
Quello che è accaduto con Ravenna…
«Esatto, solo che allora mi trovavo dalla parte di coloro che avevano fatto questo “sgambetto”».
Cambia molto rilevare gli scout per una squadra maschile o femminile?
«Sono due modi diversi di fare scout. In questo passaggio dal femminile al maschile ha giocato un grandissimo ruolo Simone Roscini, il nostro secondo allenatore. Lo considero la “Bibbia” della pallavolo maschile. Mi è stato di grande aiuto e da lui ho imparato moltissimo. Inoltre abbiamo condiviso tante fatiche. Pensa solo che quest’anno ho studiato circa 260 partite di campionato e Coppa Italia oltre ad una trentina di amichevoli. Se calcoli due ore di durata media e almeno 4 ore di lavoro per ognuna di esse, pensa i giorni che sono stato a vedere partite al rallentatore…»
Il tuo ricordo negativo?
«La semifinale di Coppa Italia persa con Santa Croce. Potevamo vincere 3-0 e poi ci fu quel salvataggio di Stefano Giannotti su palla che stava finendo fuori. Alla fine vinsero gli avversari per 2-3. Voglio un gran bene a Giannotti, è un giovane promettente e simpatico. Però in quell’occasione lo avrei strozzato! Scherzo ovviamente… »
E un ricordo divertente?
«L’ultima trasferta a Genova, in albergo. Io e Simone Roscini dormivamo in camera insieme. Purtroppo entrambi abbiamo il vizio di russare e quella sera Simone non smetteva più. Siccome ero stanchissimo e non riuscivo ad addormentarmi, presi il cuscino e gli sferrai due potenti “cuscinate” sul viso. Lui però non fece una grinza e continuò a dormire beatamente. Incredibile!»

Alberto Sanavia
Ufficio Stampa Phyto Performance Padova