Quella che vi stiamo per raccontare è una storia particolare, ed è la storia di tre donne che hanno saputo ricavarsi uno spazio importante all’interno di una squadra di pallavolo maschile.
Si parla ovviamente di Edilesse Conad Reggio Emilia, e di uno staff tutto al femminile per supportare il lavoro di coach Marco Bonitta.
Le ha scelte lui, il tecnico campione del mondo, e basta osservare l’intesa e la professionalità che c’è tra i vari componenti dello staff giallonero per capire l’importanza di un lavoro di squadra come quello che ha voluto l’allenatore ravennate.
Loro sono Francesca Pantiglioni, Nadia Curti e Silvia Vescovi, e nel loro piccolo (ma neppure troppo…) hanno stabilito un record nel mondo del volley maschile.
Francesca è stata la prima e unica vice-allenatrice donna nel volley di serie A, e se ci aggiungiamo Nadia, che è la scoutman della squadra, e Silvia, la fisioterapista, ecco a voi il trio al femminile che rende l’ambiente giallonero ancor più speciale.
Sì, perché dovreste vedere la tranquillità con la quale si lavora ogni giorno al Pala Bigi, e una piccola parte del merito è certamente anche di tre donne che, per ore e ore ogni giorno, lavorano per l’Edilesse Conad.
Raccontiamo la loro avventura partendo da Nadia, visto che è quella con la più lunga militanza in giallonero.
“Non solo, io sono anche l’unica di Cavriago… – scherza la scoutman giallonera – e posso dire di conoscere ormai come le mie tasche questo ambiente”.
Classe ’74 (ma non si doveva evitare di dire l’età delle donne?), convive con Germano e ha una figlia, Tania, di 7 anni (gran tifosa della squadra).
Sin da giovanissima comincia la sua carriera da giocatrice (“tu scherzi, ma con le giovanili di Cavriago abbiamo vinto lo scudetto nazionale Uisp…”), che arriva sino alla serie C1, nel ruolo di banda.
Contemporaneamente, il richiamo della panchina diventa quasi irresistibile.
Nadia passa al Giovolley, allenando le giovanili e facendo la vice nella prima squadra che gioca il campionato di serie B2.
“Poi ho seguito la carriera di Claudio Cattani, al quale devo tantissimo per tutto ciò che mi ha insegnato e per la sua grande umanità.
Erano i primi anni che si facevano gli scout, ho iniziato a specializzarmi in questo tipo di lavoro e nel 2001 è cominciata la grande avventura a Cavriago, come scoutman di Claudio Benedetti, con il quale ho vissuto 5 anni a dir poco stupendi”.
Comincia l’epopea della Pallavolo Cavriaghese che diventa protagonista del volley nazionale, con la prima storica promozione in serie A2 al termine dell’annata 2005/2006.
Poi, nel dicembre 2006, ecco arrivare a Cavriago un certo Marco Bonitta.
“E’ stato il nostro primo contatto, ed è stata una grande emozione ritrovarlo lo scorso anno, a 3 anni di distanza”.
Nel mezzo, la seconda promozione in A2 nella stagione 2007/08, e l’anno successivo l’avventura a Modena, come assistente scout a disposizione di coach Andrea Giani.
Lo scorso anno il ritorno al “vecchio amore”, e con la permanenza di coach Bonitta sulla panchina giallonera, la conferma anche per questa stagione.
Non c’è però solo il volley nella vita di Nadia. “Lavoro in un’associazione sportiva dove insegno ginnastica ai bambini delle scuole dell’infanzia. E conciliare entrambe le cose non è per nulla semplice…”.
Al fianco di Nadia, c’è la collega e amica Francesca Pantiglioni.
E’ la vice di coach Bonitta, ma non solo. “Sì, perché con Nadia lavoriamo assieme tra studio degli avversari, montaggi e quant’altro. Se mi metto a spiegare tutto il lavoro che c’è da fare ogni settimana, stiamo qua ore e ore…” – sorride Francesca.
Mantovana doc (“ogni volta che giochiamo contro Mantova, come mercoledì 29, ne approfitto per fare un salto a casa”), classe ’73, palleggiatrice dai 15 ai 20 anni (“un parolone definirmi giocatrice”), ha cominciato la sua carriera da allenatrice a cavallo del nuovo millennio.
“Tutto ciò grazie a Stefano Ferrari, è stato lui ad inserirmi nelle giovanili di Mantova.
Ho sempre lavorato nel settore maschile, tranne una parentesi di un anno nel femminile.
Poi sono tornata alla Polisportiva Virgilio, e con il ruolo di scoutman ho cominciato a collaborare anche con altre realtà, come una B2 a Vicenza e la B1 di Viadana, nella stagione 2007/08”.
E’ qui che Francy spicca il volo verso la pallavolo che conta, pur continuando a seguire i suoi ragazzini di Mantova.
“Sì, poi nell’estate 2008 ho ricevuto la chiamata del prof. Guidetti e sono arrivata a Cavriago, anzi a Reggio Emilia visto che già giocavamo al Pala Bigi.
Una grande emozione, essere la scoutman di una formazione di serie A2, conoscere e poter lavorare assieme a personaggi importanti del nostro mondo”.
Non finisce qua però l’impegno della seconda “Wonder-woman” giallonera, visto che nell’estate 2009 anche il Correggio Volley, grazie alla collaborazione instauratasi con la società di via Pianella, chiede di avvalersi di Francesca.
“In pratica, dalla scorsa stagione sono la vice-allenatrice dell’Edilesse Conad e la scoutman della C.S.C. Correggio. E lavorare per una società di A2 e una di B1, è davvero un lavoro massacrante”.
E poi c’è l’ultima arrivata, direttamente da Montecchio Emilia e da una laurea ottenuta lò scorso mese di aprile in fisioterapia.
Lei è Silvia Vescovi, l’angelo custode dei muscoli dei giocatori gialloneri, 23 anni di freschezza e gioventù, alla prima esperienza nel mondo del volley in qualità di fisioterapista.
“E come giocatrice non ero un fenomeno, ho giocato a livello amatoriale come alzatrice, ma ho già appeso le scarpe al chiodo da un paio d’anni…”.
Dopo la laurea, quest’estate arriva una comunicazione inattesa per Silvia.
“Ho ricevuto una mail da Giovanni (Biondi, il preparatore atletico, ndr), che aveva inviato la stessa richiesta a tutti i miei compagni neo-laureati.
Io non conoscevo nessuno dell’ambiente, ma ho detto di sì perché penso che per me sia un’opportunità importante per imparare e inserirmi nel mondo del lavoro, in questo caso sportivo”.
E l’emozione di lavorare con un tecnico come Marco Bonitta?
“E’ una responsabilità e un onore allo stesso tempo. So che lui è un grande professionista ed una persona che ha fatto tanto nel mondo della pallavolo, mentre io sono nuova e con poca esperienza in questo settore, ma cerco di fare del mio meglio per essere sempre all’altezza”.
A guidarla c’è Raffaello Amodio, “lavoriamo in staff e ogni volta che ho bisogno di consigli mi consulto con lui”, mentre nella vita di Silvia c’è un’attività parallela, sempre nell’ambito della fisioterapia.
“Al mattino lavoro in un centro privato di Sant’Ilario, e per ora mi va bene di conciliare entrambe le attività. Nel mio futuro però mi piacerebbe aprire un centro, magari proprio dedicato agli sportivi. Chissà, è ancora tutto da disegnare”.
La storia di tre donne, Francesca, Nadia e Silvia, non finisce qua…