“Era da poco terminata la mia avventura nel girone sud della B1 ad Atripalda con l’eliminazione ai quarti di finale di play off promozione per la serie A2 per mano del Cantù quando ho ricevuto una telefonata che mi ha lasciato di sasso e senza parole (che è una cosa un po’ impossibile considerando la mia loquacità!). Sapete, quelle cose che accadono quando meno te le aspetti? Io già mi vedevo militare in un’altra squadra di B1 di vertice per poter arrivare alla vittoria del campionato sfiorata quest’anno… prima di quel trillo ero ancora amareggiato per non aver raggiunto la tanto agognata promozione ma con la convinzione di dover conquistare quest’obiettivo al più presto con un’altro agguerritissimo team che avesse i miei stessi progetti. Dall’altra parte del telefono c’era un gentile signore che si presentava – Ciao! Sono Alberico Vitullo, Direttore Sportivo della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora -. Non ci potevo credere, per la prima volta nella mia vita avevo ricevuto una proposta da uno dei migliori club della serie A2. Dopo i primi attimi di grande gioia nella mia testa hanno cominciato ad alternarsi tantissime domande che mi hanno portato a indagare razionalmente sul mio essere atleta. Il dubbio più grande che mi assaliva, quello che determinava in me l’incertezza, era il fatto di non essere più un ragazzino atleticamente parlando e cambiare categoria a 27 anni mi incuteva un po’ di timore. Alberico Vitullo mi ha spronato affinché valutassi bene le mie potenzialità e mi ha fatto capire che lui in queste ci credeva. Così, dopo la grande lezione di vita che ho imparato da questo piccolo ma grande passaggio esperienziale, ho deciso di concedermi un po’ di fiducia e di andare a Sora.
Devo ringraziare tantissimo Alberico Vitullo perché ha creduto in me più di quanto lo avessi mai fatto io. E così, tra la iniezione di fiducia che mi ha infuso il Ds e la nuova regola dei due stranieri in campo che, per me come per molti altri giocatori italiani, farà aprire nuovi importantissimi scenari, ho trovato il coraggio di mettermi di fronte a un’altra grande sfida della mia vita che però prevederà una regola importante che mi sono imposto: l’affronterò sempre e soltanto con tanta umiltà e tanto buon duro lavoro. Voglio vivere questa stagione, nuova per me in tutti i sensi, con molta umiltà e soprattutto con tanta voglia di lavorare, poi se ci sarà spazio ben venga! E ovvio che per ogni giocatore la cosa più bella è il campo quindi si lotterà per guadagnarselo. Affronterò ogni allenamento come fosse una finale importante e se ce ne sarà bisogno e verrò chiamato in campo, spero di dare il miglior contributo possibile alla mia squadra. Senza togliere nulla a nessuno cercherò di sfruttare al massimo la mia opportunità. So di avere davanti un giocatore con una grandissima esperienza internazionale, Darraidou è un atleta molto forte, tecnicamente molto bravo e soprattutto che sbaglia pochissimo e sarà difficilissimo per me, però non parto abbattuto o rassegnato ma con tantissima voglia di lavorare perché la panchina è da supporto alla prima squadra e desidero molto aiutare mister Gatto. Il rendimento durante le gare dipende dal livello di allenamento, più è alto e più positive possono essere le prestazioni: le partite si vincono facendo bene gli allenamenti! Riassumendo il tutto in tre punti: la cosa che mi fa più felice e mi lusinga di più è proprio questa chiamata in A2 arrivata a 27 anni; mi spaventa il fatto se sarò in grado di dimostrare che chiamarmi è stata una mossa giusta; mentre spero di poter calcare qualche volta il campo. Comunque vada, nel mio percorso di vita, sia a livello pallavolistico che personale, sono convinto che Sora mi darà tanta serenità perché oggi come oggi, considerando i tanti problemi che ci sono nel settore, la Globo è una società seria all’interno della quale la parola vale più di mille contratti scritti. Poi potrà farmi fare un salto di qualità tecnica enorme e quindi spero di essere abbastanza bravo da non bruciarmi l’occasione d’oro che Alberico Vitullo e Gino Giannetti hanno voluto concedermi”.
Salvatore Roberti, nato ad Anzio (Rm) il 30 luglio 1983, è cresciuto come opposto nelle giovanili del Velletri assieme a una nidiata di talenti come Gabriele Maruotti e Antonio De Paola. A 18 anni ha fatto il suo esordio in serie B2 tra le fila del Minturno, l’anno seguente e per 2 stagioni consecutive ha schiacciato a Zagarolo dove ha conquistato la promozione in B1. Poi, a seguirsi sono arrivati altri club importanti come Grottazolina-Ascoli Piceno, Ostia e ultimo, non in ordine di importanza, Atripalda. Le sue caratteristiche tecniche Salvatore ce le sintetizza così: “non essendo altissimo, perché misuro 191 cm, sono più bravo sulla palla spinta. Comunque, nonostante l’altezza, sono un buon saltatore”. Roberti aveva già avuto modo di conoscere personalmente Sora nell’anno della storica promozione in serie A2, 2008/2009, da avversario. L’opposto romano attaccava per la Logo Ostia, squadra che Sora ha battuto sempre: nel girone d’andata il club volsco inanellava la dodicesima vittoria consecutiva conquistando il titolo di campione d’inverno con 40 punti all’attivo in classifica nelle 15 giornate disputate nel girone C della B1 in quanto con Ostia si disputava l’ultimo match in calendario. Nel girone di ritorno, all’ultima di campionato, la Globo era già promossa in A2 con una giornata di anticipo mentre Ostia era già retrocessa in B2. In entrambe le gare Salvatore è risultato il best scorer della sua compagine dimostrando caparbietà e professionalità senza mollare mai. “Di Sora me ne hanno parlato sempre bene ma comunque ho potuto toccare con mano che è un’ottima società”. “Non ho mai giocato con nessuno dei miei nuovi compagni di squadra; alcuni li ho affrontati da avversari come Capitan Scappaticcio. Mario mi ha sempre impressionato per la sua astuzia di gioco. È una garanzia e mi lascia sempre sbigottito ogni qual volta osservo la velocità dei suoi palloni. Poi conosco Enrico Libraro, sia per la sua fama e bravura atletica che lo precedono, essere tra i più forti schiacciatori italiani della serie A2 non è poco, sia perché è fratello di Antonio, il mio ormai ex palleggiatore ad Atripalda”. “Sono convinto che a Sora farò bene perché mi impegnerò con tutto me stesso, ma soprattutto che a 27 anni avrò ancora l’opportunità di crescere e imparare”.

Carla De Caris – Ufficio Stampa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora