L’avvio di campionato non è stato felicissimo, ma i programmi ambizioni della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora, al suo secondo anno di serie A2, non subiscono certo modifiche o ridimensionamenti.
Ne parliamo con il deus ex machina del sodalizio, Gino Giannetti, il cui avvento ha regalato al club la sua stagione più bella, una favola dei nostri tempi che è ben lungi dall’epilogo.
«Il prolungato fermo per i mondiali ha indubbiamente condizionato la preparazione delle squadre e non è casuale che qualcuna si sia presentata al via con qualche cerotto. Essere fisicamente e mentalmente sulla corda per così tanto tempo comporta qualche inconveniente.
Purtroppo anche noi del Sora non abbiamo potuto onorare l’appuntamento iniziale con l’assetto tipo. La gara di Genova non era impossibile, ma regalare un opposto titolare non è semplice per nessuno. Senza nulla togliere a Roberti, che si è ben disimpegnato, è evidente che un Darraidou in campo avrebbe consentito una diversa distribuzione del gioco al nostro Mario Scappaticcio e dall’altra parte della rete i liguri avrebbero avuto sicuramente maggiori preoccupazioni e più dubbi nell’impostazione del muro e delle difese. Detto ciò, non vogliamo certo drammatizzare questa partenza non felicissima».
Il calendario però vi pone subito di fronte ad una delle grandi favorite, il Cavriago, per poi assegnarvi due trasferte davvero temibili. Rischiate un avvio decisamente lento…
«Purtroppo il calendario è davvero impietoso nei nostri confronti, anche alla luce di qualche difficoltà contingente. Avremmo preferito incontrare Cavriago e Pineto più in là, ma prima o poi le avversarie devi affrontarle tutte… Non è peregrino ipotizzare che dopo 4 giornate la nostra classifica potrebbe non essere buona, ma siamo pronti a recuperare, eventualmente, perchè a differenza dello scorso anno conosciamo le nostre possibilità e quelle dei nostri avversari».
La svolta che avete dato alla squadra, nel senso della fisicità e della potenza, vi consentirà di far meglio della scorsa stagione?
«In sede di campagna acquisti il nostro club ha cercato di operare intervenendo su alcune situazioni che oggettivamente necessitavano di essere migliorate, ivi compresa la preparazione. Quella della nostra provincia è una piazza ancora vergine, acerba, ma non dobbiamo farci condizionare e dobbiamo operare pensando al risultato finale, che vogliamo migliore della scorsa stagione. Ci rendiamo conto che l’obiettivo è ambizioso, ma non ci spaventiamo.
Oggi la pallavolo va in una direzione ben precisa. Senza quattro giocatori che battono in salto con una certa efficacia, a questi livelli si paga dazio. Anche il palleggiatore di una squadra che punta in alto non può essere pià basso di 1,90 a meno che non si chiami Mario Scappaticcio. Noi abbiamo anche un’alternativa che si chiama Lazzaro Gaetano e che non incarna perfettamente la figura dell’alzatore molto potente e molto dotato fisicamente, ma è un investimento per il futuro in cui crediamo molto, perchè al pari di Mario è un ragazzo di grande talento. Ciò non toglie che la pallavolo si stia dirigendo altrove: deve esserci un fisico imponente e importante, poi si può lavorare per affinare le doti tecniche».
La squadra che avete costruito in precampionato ha giocato alla pari con Roma e Santa Croce. E’ un segnale importante?
«Direi che è sicuramente indicativo delle potenzialità della squadra. Credo di poter dire con assoluta certezza che abbiamo migliorato la squadra in tutti i ruoli, eccezion fatta per l’opposto, che naturalmente partendo da Anderson Giacomini non era così facile migliorare… Avere un giocatore di quel tipo significava comunque dipendere molto dalle sue prestazioni: quando lui era al massimo, come ad esempio ad Isernia, era capace di vincere le partite praticamente da solo. Però c’era anche il rovescio della medaglia… Darraidou è un ottimo giocatore, che peraltro va piuttosto bene anche nella fase difensiva, è scaltro e ben si adatta allo spirito della nostra squadra. Oggi siamo sicuramente più equilibrati nella distribuzione degli attacchi; inoltre voglio spendere due parole sull’ultimo arrivato, Nathan Roberts. A Genova ha realizzato 20 punti in tre set, a dispetto delle grandi attenzioni che gli avversari gli hanno dedicato. E’ davvero un giocatore di grandissime potenzialità, che va molto in alto a prendersi il pallone per i suoi attacchi. Farà grandi cose, ne sono certo».
Se abbiamo ben interpretato il tuo pensiero, è un Sora pronto a recuperare un eventuale handicap dovuto a un calendario un po’ penalizzante e alle difficoltà del momento?
«Esatto. Siamo certi di poter giocare un grande girone di ritorno, sicuramente molto migliore di quello della scorsa stagione. Nel corso di un campionato così lungo e difficile capiterà qualche defezione importante anche alle nostre avversarie, è normale che sia così, fa parte del gioco. Noi daremo il massimo anche in queste partite che ci accingiamo ad affrontare nell’immediato, e naturalmente speriamo di raccogliere quanti più punti possibili, ma non ci spaventa la prospettiva di dover inseguire. Roma lo scorso anno ha insegnato come si vincono i campionati e la lezione subita da una corazzata come Castellana deve servire da monito a tutti. Non serve far benissimo nella prima fase, ma arrivare in gran forma al momento giusto…»
Un messaggio fin troppo chiaro, che il numero 1 della Globo invia a tutti i rivali. Al momento giusto, la sua squadra ci sarà…

Roberto Mercaldo