A poche ore di distanza dalla gara di Ravenna la rabbia è sbollita solo in parte. Rabbia e delusione che hanno provato tutti i tifosi ed i dirigenti Quasar presenti in Romagna ma che, certo, sono state avvertite con maggiore intensità dal presidente Italo Vullo. Il massimo dirigente della Quasar ha preferito parlare il meno possibile a caldo per riordinare le idee, per analizzare bene perché la squadra a Ravenna abbia giocato fino alla soglia dei venti punti, o anche oltre come è capitato nel 22-22 del primo set, per poi perdersi . Oggi, però, il presidente ha deciso di far sentire la sua voce e lo ha fatto esprimendo valutazioni e critiche severe verso una squadra che lui sa bene, per averla costruita insieme al ds Marchesi ed al tecnico Cantagalli, ha ben altri valori e risorse rispetto a quanto visto in campo domenica.
Presidente, la prima domanda è semplice e difficile nello stesso tempo: cosa è successo domenica?
“E’ successo che quando il set entrava nella sua fase decisiva, noi commettevamo un errore e da quello non sapevamo più risollevarci, guardare avanti. Abbiamo giocato alla pari con i nostri avversari fino agli ultimi punti ma, poi, alla prima ingenuità che commettevamo iniziava la nostra fine. Perdevamo lucidità e lasciavamo strada libera a Ravenna”.
E’ ovviamente una situazione che non ha solo motivazioni tecniche?
“Direi proprio di no. Non riusciamo a superare i nostri momenti di difficoltà perché non abbiamo ancora un amalgama di squadra. Intendo un amalgama più mentale che non tecnico. Non siamo ancora capaci di aiutarci uno con l’altro, come appunto fa una squadra vera. Ravenna non è stata così superiore, semplicemente loro hanno lottato da squadra, noi, invece, alla minima difficoltà ci siamo persi. Quando giochiamo in casa questo ci accade meno. Abbiamo il nostro pubblico che ci sostiene. Fuori, però, siamo ancora fragili. Un leader in campo può essere utile e Paolo Torre sta provando con grande impegno a dare il suo contributo in questo senso. Da solo però non può bastare. E’ una situazione a cui dobbiamo trovare rimedio perché, anche guardando i risultati di domenica, vediamo che in A2 tutte le squadre lottano con il coltello tra i denti. Noi, invece, abbiamo lasciato troppo facilmente via libera ai nostri avversari e questo non va bene”.
Alla ripresa degli allenamenti parlerà con la squadra e su cosa pensa dovrà lavorare la squadra in settimana?
“Parlare serve a poco. Dobbiamo lavorare in palestra sugli errori tecnici che ancora commettiamo, lavorare anche sulle inezie e questo per trovare al più presto sicurezze a cui aggrapparci senza esitazioni nelle situazioni difficili a cui ogni gara ci mette di fronte. Al gruppo chiedo solo di mettersi a totale disposizione dello staff tecnico e di lavorare. Potenzialmente questa squadra non è inferiore alle altre ma certo dobbiamo dare il massimo. Altrimenti possiamo solo farci del male da soli”.
Un parere sulla prossima avversaria.
“Bologna è una buonissima squadra. Tecnicamente è valida ed è stata ben costruita. Moro è un signor opposto, al centro sono ben coperti e poi ci sono i giovani argentini che portano qualità e grinta. Tra loro, Facundo Conte a mio parere è già un attaccante da categoria superiore. Sono un avversaria difficile ma lo sono tutte. Noi dobbiamo pensare soprattutto a noi stessi. Se noi riusciamo a scendere in campo da squadra possiamo giocarcela con tutti”.