C’è un esile filo che tiene ancora matematicamente in serie A2 La Nef ma può spezzarsi per inerzia già domenica prossima, visto che i fidardensi sono costretti al turno di riposo. Otto punti dal quart’ultimo posto, cinque da Cavriago: la terza sconfitta consecutiva – ancorchè preventivabile – è quella che spegne ogni illusione ma che non può far calare il sipario anzitempo perché ci sono ancora tre incontri (di cui due interni consecutivi) che possono e devono migliorare il bilancio della prima stagione in cadetteria. La storia non è ancora compiuta, ma è vero che il derby ha evidenziato un netto divario nel sistema di gioco e nella mentalità tra una squadra che legittimamente punta all’A1 e una che sta agli estremi opposti della classifica. «Negli arrivi in volata dei set – ha spiegato Pippo Belcecchi nel post partita – sono i dettagli a fare la differenza e Loreto ha un’organizzazione tale da saperli gestire meglio. Peccato per quel secondo parziale che poteva tenere aperta la sfida, ma obiettivamente l’Esseti ha un’altra marcia. Ci rimane la consolazione di aver fatto meglio che all’andata e l’obiettivo di continuare sino in fondo a perseguire un processo di crescita». Ma se Loreto ha meriti notevoli, La Nef ammette anche per voce di coach Gianluca Graziosi «di non essere stata capace di sfruttare i pochi punti deboli degli avversari, subendo l’iniziativa di un team che gioca ˊstretto` come in A1 e che a muro ti massacra se non rispondi in velocità». Secondo il coach, il primo set in cui La Nef ha rivisto gli spettri della pallida prestazione dell’andata «è stato lo specchio di una settimana di allenamenti non ottimale dopo la batosta di Catania e in un contesto poco brillante in cui gli stranieri hanno faticato, una ventata di entusiasmo e freschezza l’hanno portata i nostri ragazzi». Il messaggio è «continuare a lottare» dimostrando di avere il carattere per farlo. Per i tecnici, non c’è sosta o alibi che tenga: «si lavora come prima, più di prima».