Massimo Mezzaroma, presidente della M. Roma Volley, alla luce del caos che sta investendo il movimento della pallavolo, ha fatto questo intervento che vi inviamo in maniera integrale.
“La pallavolo italiana non sta vivendo un momento felice e sembra essere precipitata in una crisi istituzionale dalla quale, se Fipav e Lega non trovano una soluzione, è difficile uscire. Da presidente di società e da imprenditore, che in questi quattro anni di attività col volley non ha certo guadagnato, invito i miei colleghi presidenti a mettere da parte i personalismi, le beghe, gli interessi privati, e a sedersi attorno ad un tavolo perché la disciplina, che diciamo tutti di amare, riacquisti credibilità e funzionalità e non finisca ancor di più nell’indifferenza. E del resto con quale spirito possiamo andare nelle scuole, nei circoli, nelle palestre per convincere i ragazzi a praticare questo sport se all’interno c’è il caos? Come possiamo sperare che la gente accorra con entusiasmo agli impegni dei nostri atleti, e dimentichi? Tutto questo mi autorizza a suggerire un paio di soluzioni percorribili, soluzioni d’emergenza, certo, ma che potrebbero fornire indicazioni per una ripresa più efficace. Esattamente come è accaduto anni fa ad altre discipline, come il basket o il rugby. L’ideale sarebbe sospendere i campionati per un anno e discutere come riavviarli, ma so che non è possibile perché c’è l’attività che sta per iniziare, e ci sono contratti in essere. Senza contare che a livello di immagine sarebbe dannoso avvicinarsi al mondiale con una situazione poco chiara e poco spendibile. A mio avviso, visto che appare bizzarro ordinare i due campionati con un numero dispari di contendenti, sarebbe opportuno, ovviamente con i connotati della sperimentazione, riconciliare i trenta club in un unico torneo, alla formula, alla suddivisione dello stesso penseranno Federazione e Lega, e una volta consolidati i risultati sportivi, ripartire senza traumi e senza dover ricorrere a carte bollate e a magistrati. Magari finalmente con una Super Lega Europea che dia franchigie professionistiche, risolvendo anche l’annoso problema dello status dei nostri atleti”.