Caro Ezio,
innanzitutto ti porgo i miei più sinceri auguri per il delicato incarico che ti appresti a svolgere. Come ho già detto più volte sono certo che tu sia l’uomo adatto per risollevare questa martoriata città, vessata da anni di malagestione, defraudata della sua dignità da ogni sorta d’ingiustizia. Sì, Ezio: ingiustizia. Quella dell’uomo che prevarica l’uomo, quella del silenzio e dell’oscurantismo, quella che si cementa nell’infausto quieto vivere, male sempiterno della nostra Taranto.
Mi conosci, Ezio. Sai che tipo di uomo io sia, sai che non ho mai accettato il silenzio, sai che alle ingiustizie ho sempre cercato di reagire, di porre rimedio.
Perchè, come sai, caro Sindaco, con le ingiustizie ci convivo quotidianamente. Sono un uomo di sport da molti anni, ma di sociale mi occupo da una vita. Qui, nella Cooperativa Prisma, dove passo la maggior parte delle mie giornate, vivo a contatto con bambini, ragazzi e donne vittime di tante ingiustizie. Del resto, Ezio, nessuno meglio di un medico, anzi di un pediatra, sa che a molte ingiustizie, purtroppo, non si può porre rimedio. Quello che ho imparato nella mia vita, però, è che la cosa importante sia reagire, non tacere, non barricarsi dietro il silenzio. Nel mio piccolo non l’ho mai fatto.
Nel mio piccolo, caro Sindaco, sai che ho sempre creduto nello Sport e che, pur a patto di grandi sacrifici, ho voluto creare qualcosa d’importante per la nostra Città. Non ti nego di essere orgoglioso della Prisma Taranto Volley, di una squadra capace di portare alla ribalta Nazionale ed Internazionale i veri valori della nostra gente, di offrire all’Italia, e perché no, a buona parte del mondo, un’immagine alternativa a quella della “città del dissesto” e del dgrado ambientale.
Eppure, Ezio, quella che m’aspettavo sarebbe stata una realtà da proteggere ad ogni costo e di cui andare fieri, ha invece dovuto subire una grave ingiustizia. Un’ingiustizia sommaria, che ha penalizzato non solo la Prisma Taranto Volley, ma anche gli appassionati, i tifosi, i cittadini che amano lo sport. Un’ingiustizia che ho lamentato, ripetuto, urlato, ma che non ha trovato rimedio.
Come ben saprai, caro Ezio, mi riferisco al Palamazzola, a quella che dovrebbe essere una struttura pubblica e che invece viene gestita in maniera privatistica, a quella che dovrebbe essere la casa di tutti gli appassionati, i tifosi, i cittadini che amano lo sport e che invece si sta trasformando, come molti hanno detto e scritto, in un “contenitore vuoto”. La mia, anzi, la nostra Prisma Volley, caro Sindaco, da quella casa è stata sfrattata con grande prepotenza. La nostra Prisma, caro Sindaco, ha subito una grave ingiustizia.
So bene quanto saranno convulsi per te questi primi giorni alla guida della nostra città, di quante cose ti vorrai rendere conto, delle tante iniquità che dovrai affrontare senza indugio. Credimi, Ezio: se potessi non aggiungerei la mia richiesta alle tante che ti arriveranno nelle prossime ore. Ma lo Sport, purtroppo, ha dei tempi ristretti, e quelli della nostra Prisma Volley lo sono ancora di più.
Per questo motivo, caro Sindaco, ti chiedo d’intervenire, di restituire alla nostra Prisma Volley la sua casa.
Di permettere che la casa della nostra Prisma Volley, orgoglio del Meridione e della Puglia, possa continuare ad essere Taranto.
Ti chiedo di fare, finalmente, giustizia.

Tonio Bongiovanni