La pausa imposta per l’All Star Volley di domenica 5 novembre non ferma il lavoro in casa SEC Isernia, anzi, è quanto mai positiva per raddrizzare il tortuoso percorso che i biancoazzurri stanno vivendo. Nonostante la classifica dica penultimo posto, la situazione è più che recuperabile: dall’ottava posizione, attualmente occupata da Cagliari, all’ultima, occupata dal Bari, prossima avversaria della SEC, ci sono solo quattro lunghezze di differenza.
Tuttavia, non è la situazione di classifica l’argomento di discussione della nostra intervista con sua maestà “El Diablo”, anche perché conosciamo, senza necessità di chiedere, quale sia la sua ricetta, quasi a tono con la propaganda elettorale di questi giorni in Molise: lavoro, lavoro e ancora lavoro!
Sorvoliamo anche sull’incredibile episodio di Crema, quando il commissario addetto al campo ha avuto il coraggio di spedire proprio lui, Joel Despaigne, in tribuna per colpa di un tesseramento, che c’era, ma non risultava.
In pizzeria, nel dopo partita, con uno sguardo ancora incredulo, il campione ferito ha affermato: “A El Diablo questa gli mancava!”
“El Diablo” un nome che incute ancora timore nei pensieri dei tuoi avversari…in realtà, sei un atleta dal cuore tenero, capace di commuoversi davanti a un film, come nella trasferta di Taviano con “CARS”, vero Joel?
“Lo hai scoperto…sono una persona molto semplice, con il cuore tenero. Un atleta con l’animo del guerriero: mi piace combattere fino alla fine, do sempre il 120% non solo nello sport, ma anche nella vita e, soprattutto, nei sentimenti. Cerco sempre di far sentire bene le persone che mi stanno accanto. Vorrei essere in tutte le situazioni, come atleta e come uomo, completo a 360°”.
Cosa provi nel ripensare agli anni d’oro della tua carriera?
“Sono consapevole di essere stato uno dei migliori giocatori al mondo degli anni ’90, sono orgoglioso di aver rappresentato la pallavolo, lo sport in genere e il mio paese, Cuba. E’ una grande soddisfazione, dopo tanti anni, vedere le persone che ti fermano e ti chiedono l’autografo. L’emozione più grande, però, è ripensare alle partite contro l’Italia, ai Campionati del Mondo, alle Olimpiadi e sapere che tali partite suscitano ancora interesse ed emozioni, anche nei giovani”.
C’è una partita che vorresti rigiocare?
“Senza dubbio quella contro l’Italia del 1990…”
Secondo te c’è qualche atleta che potrebbe diventare il futuro Despaigne?
“Non c’è un nome in particolare, ma credo che tutti i giocatori possono diventare come Joel Despaigne, l’importante è volerlo e desiderarlo. Presentarsi alle partite, quanto agli allenamenti, con la voglia di vincere, di dimostrare che si è bravi, che c’è voglia di arrivare lontano. Il mio consiglio ai giovani atleti è che tutto sta nella mentalità, nella voglia di fare e di arrivare, nel pensare tutti i giorni di essere il migliore. Chiunque può essere Joel. Si diceva di me che ero una persona molto talentuosa, in realtà, non sono nato così, il talento l’ho rubato ad altre persone, l’ho rubato agli altri giocatori, ai compagni, agli allenatori, e l’ho inserito nel mio bagaglio e ci ho lavorato giorno dopo giorno. Tutti i ragazzi possono fare lo stesso…”
Cosa ti ha lasciato l’esperienza nella pallavolo femminile?
“Le atlete sono grandi lavoratrici, soprattutto, quando si trovano bene nel gruppo e con l’allenatore. Il ricordo più bello e la soddisfazione più grande era sapere che le mie ragazze, ad ogni partita, ad ogni allenamento, mi davano il cuore, perché si trovavano bene con la persona che avevano di fronte”.
In panchina ti muovi in continuazione, ti agiti, urli…stiamo pensando che prima o poi chiederai a Mario o Emiliano di alzarti la palla…vorresti essere ancora lì a schiacciare?
“Un giocatore non smette mai di desiderare di giocare; è come il famoso detto: “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. E’ naturale che quando i ragazzi sono in difficoltà vorrei entrare in campo per dare il mio contributo, perché rivedo momenti vissuti nelle mie gare, ma dalla panchina posso solo urlare, dare consigli e, infondergli un po’ di grinta, di quel fuego latino che ho io!”
Anna Palermo
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