Vittorio Bosio, presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano, fa il punto sul movimento nazionale – che ha nel mondo dei dilettanti un serbatoio tanto prezioso quanto da salvaguardare – e applaude la Caloni Agnelli, potenziale perno per uno sviluppo ulteriore del ramo pallavolo in Bergamasca.

Quale è lo stato di salute dello sport italiano?

Buono o forse ottimo, se valutato da un determinato punto di osservazione. Pessimo da altri punti di vista. La parte che fa meno rumore è proprio quella positiva, con settori giovanili molto curati, con dirigenti che si preoccupano di crescere nelle competenze e nelle capacità di servire progetti sportivi che siano anche educativi e formativi.
In giro per l’Italia ho avuto modo di incontrare realtà magnifiche, fatte da dirigenti, volontari, genitori, sinceramente impegnati per la pratica delle discipline sportive nelle forme che promuovono le persone, dai più piccoli ai più grandi.
Su altri ambienti non posso dire molto perché non ne ho competenza e non fanno parte del mondo che conosco.

Quanto è importante per una realtà come il Csi aver abbracciato il mondo Olimpia?

Il Csi ha iniziato a muovere i suoi primi passi all’Oratorio di Borgo Palazzo, proprio nel mondo Olimpia.
Ne ha condiviso i valori allora e ha continuato in un rapporto di collaborazione molto fecondo in un contesto, quello oratoriano, che rappresenta le radici, il presente e il futuro dell’Associazione.

L’unità di intenti è fondamentale, promuovere lo sport nei giovani. Da questo concetto è nato l’accordo per gli abbonamenti e per i biglietti a tariffa agevolata.

L’incontro fra sport di alto livello e settori giovanili può, se ben gestito, portare ad ottimi risultati. I bambini guardano ai grandi come a modelli da imitare. Assorbono tutto.
E quando i campioni sono modelli anche educativi, oltre che sportivi, abbiamo il massimo dei risultati.
Gli abbonamenti, i biglietti a tariffa agevolata e le iniziative speciali per le società sportive di base sono un’ottima scelta in questo orizzonte di incontro che va potenziato e valorizzato.

Alla luce delle grandi cifre che il Csi fa registrare nel ramo pallavolo, che spinta può rappresentare la prima squadra maschile che è tornata in A dopo 10 anni?

Nel Csi la pallavolo è la seconda delle discipline praticate per numero di partecipanti. È quindi una realtà molto importante, dove operano dirigenti di grande qualità che hanno saputo costruire buoni rapporti sia con le famiglie che con gli oratori o le altre realtà in cui operano. Però abbiamo una forte prevalenza, nella pallavolo, di bambine, ragazze e donne. Questo da una parte è molto positivo perché dimostra come la pallavolo sia una delle migliori possibilità per le ragazze di fare uno sport di squadra in ambienti tranquilli e protetti. Se però abbiamo anche modelli sportivi di alto profilo agonistico, come l’Olimpia di Serie A, sono sicuro che aumenteranno anche i ragazzini che vorranno sperimentare la pallavolo.
Me lo auguro perché il volley italiano e bergamasco in particolare ha sempre avuto un posto importante nella storia della disciplina nel nostro paese.

(si ringrazia per la collaborazione Manuel Garattini – ph. sporteconomy.it)