L’intervista al centrale Massimiliano Cioffi, pubblicata sull’ultimo numero di Volley News, l’house organ ufficiale della Caloni Agnelli.

Un ossimoro che la dice lunga. Nel roster per età media più giovane del girone, Massimiliano Cioffi – 24 anni e al quinto in rossoblu – si può proprio etichettare con la figura retorica.
Prima volta in serie A per il milanese, un’emozione resa ancor più particolare per l’incrocio con Paolo Alborghetti, oggi a Cantù, amico ed ex compagno di squadra all’Olimpia. Una dimostrazione? I biondi centrali erano talmente in simbiosi da essere chiamati “I Paolini”.

Bergamo-Cantù, una sfida nella sfida…
Nei primi due anni a Bergamo Paolo Alborghetti è stato un punto di riferimento molto importante visto che, essendoci prima Milesi e poi Piccinini, era anche il più esperto del reparto in entrambi i campionati. Poi, l’annata successiva, dopo la finale play-off persa con Tuscania – stagione 2013/14 – ha cominciato il suo percorso in A2. Farà effetto trovarlo dall’altra parte della rete anche perché sarà il solo momento nel quale non si potrà scherzare…

A proposito di scherzi, quante ne avete combinate insieme?
Tante, e non a caso eravamo cosi affiatati che ci chiamavano “i paolini”. Scegliere uno scherzo che si possa raccontare è un’impresa complicata (ride…), ma mi posso limitare a uno dei più frequenti: quando qualche compagno si addormentava in pullman gli si versava puntualmente l’acqua in bocca.

In campo invece che compagno è stato?
Una guida davvero importante nel mio percorso, abile e sempre puntuale con i suoi consigli.

Quella “guida” che lo scorso anno è diventato Insalata. Manca Vito?
Sul parquet ha aiutato moltissimo sia me che Erati, è una persona seria e che ha vissuto una carriera con la “c” maiuscola e dalla quale c’è sempre da imparare. Seppur il suo ruolo ora sia un altro qualche consiglio, nel rispetto dei ruoli, è sempre prezioso e la sua presenza si sente.

A proposito di “apprendimento”, il rapporto con Graziosi?
Un tecnico eccezionale con il quale non si può far altro che assimilare – al meglio e nel più breve tempo possibile – tutto ciò che ci insegna. E’ abituato a lavorare con i giovani e a stimolare ciascuno affinché si progredisca giorno dopo giorno.

E la serie A con questa maglia?
Quando si comincia a giocare a pallavolo si pensa alla A come un qualcosa che si guarda da lontano, un sogno E grazie all’Olimpia l’ho realizzato: cosa chiedere di più? Poter confrontarmi con la categoria indossando questa maglia è una grande emozione, poterlo fare essendo allenato da Graziosi e in un contesto nel quale ci sono compagni che si sono già confrontati con questo palcoscenico lo è ancora di più. Dalla loro tenacia si può solo prendere esempio.

Uno sguardo al girone…
E’ tosto e regna l’incertezza. Con la giusta abnegazione possiamo fare bene, ma bisogna avere pazienza e far emergere la forza del collettivo. Perché siamo un bel gruppo, tra compagni – nonostante il profondo rinnovamento – ci siamo trovati subito a meraviglia. Poi c’è chi come me è alla prima esperienza in categoria, dunque è fisiologico che ci serva un pizzico di tempo.

Un bel gruppo nel quale tu, con il tuo carattere e quel sorriso che non manca mai, puoi essere una sorta di collante…
Perchè no? Quando si può alleggerire il clima, io lo faccio sempre volentieri. Ma se c’è una cosa che ho già assimilato è che qui il tempo per i sorrisi dev’essere limitato, visto che la concentrazione va tenuta altissima altrimenti basta un attimo per restare spiazzati. Bisogna restare sempre sul pezzo e rientrare in fretta da quell’attimo di spensieratezza che ci sta. Insomma, vietato mollare di un solo millimetro.

Ma certi “vizi” restano?
Se in questo ambito rientra bere la Red Bull, decisamente sì. Con Luca Innocenti, certe “tradizioni” sono rimaste intatte. Anche perché per noi questo rito è quasi una droga.