198 cm per 98 kg, classe 1985, ruolo schiacciatore, 3543 punti in carriera di cui 104 nelle 6 gare della regular season targata 2015-2016: parliamo di Mattia Rosso, al suo primo anno in casacca volsca. Mattia, cresciuto agonisticamente nel settore giovanile di Cuneo e professionalmente tra le fila di Isernia, Cuneo, Castellana Grotte, Crema e Padova, si è accasato in estate alla Globo Banca Popolare del Frusinate Sora dopo cinque intense stagioni proprio con Padova, di cui l’ultima in SuperLega. Da grande professionista qual è, Rosso ha messo in campo tutto il suo talento, la sua tenacia e l’esperienza costruita in anni di grande pallavolo, giocati sempre tra la massima serie e quella cadetta. E’ stato la classica ciliegina sulla torta del mercato Argos: fortemente voluto dallo staff sorano, la banda cuneese si sta imponendo come gran trascinatore e bomber indispensabile per il sestetto di Soli.

6 vittorie in 6 gare disputate, di cui una sola al tie break. Come definiresti il cammino della Globo?

Il cammino della Globo è per ora esaltante: sei vittorie consecutive vanno oltre le aspettative di ognuno di noi, raggiunte grazie a un percorso fatto quasi al massimo delle nostre possibilità. I 2 punti conquistati domenica sono forse i più importanti: per come si era messa la partita c’era il rischio di non prenderne nessuno, quindi siamo molto contenti e soddisfatti di aver ribaltato la situazione e fatto risultato.

Spesso sei stato determinante, anche nel match contro Civita Castellana in un ruolo non propriamente il tuo, quando sei stato spostato in zona 2. Come ti sei trovato nelle vesti di opposto?

Nella veste di opposto mi sono trovato bene, è un ruolo che in passato – quando ero un po’ più giovane – ho ricoperto. Chiaramente mi sento più sicuro e a mio agio a ricoprire il mio ruolo naturale, quello di martello, ma quando la squadra ha bisogno non mi tiro certo indietro e lo faccio molto volentieri.

Hai superato la soglia dei 3500 punti in carriera, qual è stata la tua più grande soddisfazione professionale?

La più grossa soddisfazione è, innanzitutto, aver realizzato il sogno che avevo da bambino: quello di aver fatto della pallavolo il mio mestiere. Poi, certamente, non dimentico il mio “piccolo medagliere”, con la vittoria di qualche campionato, di una Coppa Italia e una Supercoppa.

Progetti per il futuro?

Nell’immediato, il mio progetto è quello di disputare un grande campionato a Sora e riuscire finalmente a vincerlo perché questa è una piazza importante, che ci prova da anni a fare il salto di categoria e che ha tutte le qualità per poterlo fare. Spero che la nostra squadra riesca a prendersi le soddisfazioni che merita.

Prossimo match contro il Tuscania, che partita vi attende?

La partita sarà dello stesso calibro delle altre, quindi difficile, perché Tuscania è una squadra dura e rodata che sta facendo degli ottimi risultati. Arriverà a Sora senza avere nulla da perdere e sicuramente proverà a farci lo sgambetto. Noi ovviamente ci alleniamo al massimo per preparare al meglio la gara, sia tatticamente che tecnicamente.

Ricordi la tua partita d’esordio? Quali sensazioni provavi?

La mia partita d’esordio, in A1 a Cuneo, la ricordo con molta emozione: mi tremavano le gambe e non riuscivo a essere lucido. Ad oggi non so dirti cosa combinai!

Sei scaramantico? Hai un portafortuna?

Non sono propriamente scaramantico. Non ho un portafortuna, solo qualche rituale…

Il tratto principale del tuo carattere.

Sicuramente la disponibilità. Credo sia il mio punto di forza.

Il tuo motto.

Take it easy.

Cristina Lucarelli