Inizia ufficialmente oggi il countdown che riporterà, tra 6 giorni, i riflettori del PalaBanca a riaccendersi per uno degli appuntamenti più attesi della pausa estiva del Campionato: il Bovo Day.
Programma ricco e accattivante per quella che sarà la seconda edizione di una giornata interamente dedicata alla pallavolo, al divertimento, all’amicizia e al ricordo dell’indimenticato amico Vigor.
La mattina e la prima metà del pomeriggio saranno riservate ai bambini che si scateneranno grazie ai volontari di Progetto Vita e ai tornei di minivolley organizzati da Fipav Piacenza. Nel frattempo i grandi potranno seguire le esibizioni di sitting volley per poi accorrere tutti all’interno del PalaBanca ed assistere alle due emozionanti sfide in programma: la prima, alle 16.00, tra la squadra Gli amici di Bovo-Generazione dei fenomeni e la Nazionale Over 50; la seconda, alle 18.00, tra la Nazionale italiana e la Nazionale francese.
Una sfida, l’ultima in programma, accattivante, imperdibile e avvincente che avrà come protagoniste due tra le Nazionali più forti del mondo che per la prima volta si troveranno ad affrontarsi tra le mura imparziali del PalaBanca, prima degli impegni della World League e degli Europei. Tra i protagonisti di rilievo Laurent Tillie, conosciuto in Italia per aver giocato nella massima serie a Falconara per tre stagioni (dal 1991 al 1994) e dallo scorso anno, dopo una lunga esperienza sulla panchina del Cannes, CT della Nazionale di pallavolo francese. Ruolo meritatissimo visto il suo passato ricco di lusinghieri traguardi e onorificenze: con il Cannes (esordio da sedicenne) tra l’81 e l’83 ha vinto tre campionati, una Coppa di Francia e una Coppa CEV; scena replicata poi nel ’90 e ’91 con la vittoria di entrambi i campionati e il successivo approdo al Paris UC con cui centrerà, tra il ’96-’98, tre campionati e una coppa nazionale.
E’ tutt’ora uno dei più celebri pallavolisti francesi: con 406 gare è il terzo giocatore maggiormente presente nella storia della Nazionale francese (dopo Christophe Meneau, 407, e Hervé Mazzon, 417). Nel 2002 abbandona definitivamente il campo per sedersi sulla panchina della Costa Azzurra con cui nel 2005 vince il campionato francese.
Prima dell’avvio della World League per Tillie e i suoi uomini sono previste tante amichevoli. Tra gli impegni in calendario c’è appunto anche il primo giugno quando la Nazionale francese, di passaggio a Piacenza, infuocherà il PalaBanca nell’incontro con la Nazionale italiana. L’appuntamento è attesissimo da tutti, in primis per il peso della manifestazione in sé, ma anche per l’evento eccezionale che coinvolgerà la città di Piacenza: nessuna Nazionale era mai approdata, fino ad ora, nella città emiliana.

Partiamo dal suo passato da atleta: nella sua esperienza italiana sui campi di Serie A1 ha sicuramente incrociato Vigor Bovolenta. Un ricordo dell’atleta.
Ho giocato contro Vigor quando militava a Ravenna. Ho un ottimo ricordo di lui: giocava con rispetto, grinta e spirito di squadra. Il suo sorriso non lo abbandonava mai. Aveva un carattere aperto ed era sempre pronto a comunicare con gli altri.

Dopo tanti anni passati sulla panchina del Cannes, dal 2012 è a capo della Nazionale francese. Come vi state preparando per i prossimi impegni?
Gli impegni sportivi, che si tratti di una Nazionale o di un Club, sono sempre tanti e di importanza elevata e si preparano tutti nello stesso modo: con rigore e un lavoro fisico importante. Le fasi di avvicinamento agli impegni ufficiali sono costituite da allenamenti sul campo e amichevoli. Per quanto riguarda gli allenamenti, questi iniziano circa 5 settimane prima dell’evento con l’arrivo scaglionato degli atleti in base ai Campionati che stanno disputando, e si crea un gruppo allargato, una collegiale, costituita da 22 atleti; alcuni di questi poi rientreranno nella liste ufficiale. Gli allenamenti giornalieri durano 5-6 ore. Le amichevoli che affronteremo prima di arrivare al primo impegno sportivo ufficiale saranno con l’Italia e la Germania. La cosa più importante per una squadra è trovare una propria identità nel gioco, nel lavoro pratico e nei valori. Per arrivare a questo obiettivo c’è bisogno di tempo.

Da atleta a allenatore di una squadra (vincitore di uno Scudetto nel 2005) per poi passare ad allenare una Nazionale. Ci sono delle differenze nel vivere questi 3 ruoli?
La vita da atleta era molto semplice: l’unico pensiero era quello di allenarsi bene e giocare altrettanto bene per poi dedicarsi unicamente alla famiglia e alle vacanze. I miei unici pensieri e le mie uniche preoccupazioni erano incentrate solamente intorno al cerchio intimo della mia famiglia e delle mie amicizie. Passando a vestire i panni dell’allenatore le cose si complicano: da allenatore di un club si deve pensare alla squadra in toto ma anche ai singoli. Il tuo pensiero passa dal giocatore al Presidente, dagli sponsor ai tifosi, dai giornalisti allo spogliatoio. Si deve riflettere su tutto, sul rendimento e sull’efficienza di ogni persona che lavora con te, per te e per il bene della squadra. Il variare l’ampiezza di raggio del cerchio di cui parlavo prima si è reso obbligatorio, anche se per me era una cosa insolita. Lo stesso cerchio deve essere ulteriormente allargato ora che vesto i panni di allenatore della Nazionale. Questo perché non sei più un “semplice” allenatore di una squadra di una città, ma di un intero Paese. Con una Nazionale si vedono più persone e si viaggia di più: l’amministrazione e il budget sono più complicati da gestire. In questo modo viene a mancare il tempo per tutti gli impegni che diventano sempre più numerosi e meno incentrati sullo sport. Un altro fattore dominante è il tempo che viene dedicato a programmare la squadra: quando si iniziano gli impegni ufficiali non si può cambiare nulla, visto che nel giro di 3 o 5 giorni ci si gioca la posta in palio, invece nei club, prima che i giochi siano fatti, si hanno a disposizione 6-8 mesi.

Ha avuto la possibilità di lavorare anche in Italia. Ci sono differenze tra il Campionato italiano e quello francese?
Il Campionato italiano è la NBA della pallavolo questo anche grazie alla maggior passione messa in campo e al pubblico fantastico che sostiene costantemente la propria squadra. C’è professionalità in ogni singola componente di una Società, a partire dal lavoro svolto in palestra con l’aiuto di allenatori appassionati ma soprattutto grazie ai migliori atleti sulla piazza. In Italia si può affermare con certezza “I like this game”.

Il mondo della pallavolo in Italia sta vivendo un momento di grande crisi. E’ così anche in Francia o la situazione è migliore?
Anche in Francia, come in Italia, la pallavolo sta vivendo un momento di grande crisi. La crisi è economica, come in tutta Europa, ma il plauso che va rivolto alla Francia e alle sue Società sportive è che ogni Club rispetta il contratto che si firma a inizio stagione. In Francia gli emolumenti sono sempre stati a dei livelli bassi e appunto per questo sono sempre stati rispettati. In Francia c’è una grande concorrenza con altri sport come il football, il rugby, il basket, l’handball, concorrenza che comporta un grosso deficit di immagine per la pallavolo. La speranza è che questa situazione di difficoltà registri un miglioramento.

Le manca qualcosa dell’Italia?
Dell’Italia mi mancano tante cose, le elenco in ordine casuale: gli amici, che non vedo abbastanza, la gentilezza delle persone, la cucina e la cosiddetta “dolce vita”, voi italiani avete sempre la percezione corretta per capire cosa è importante per vivere bene.

Curiosità: quale è il suo ideale di atleta? Se potesse “costruire” il suo atleta perfetto, quali doti utilizzerebbe?
A mio avviso un atleta perfetto deve essere: killer sul campo, intelligente, umile, orgoglioso, veloce, potente e tecnico. Un esempio concreto è Michael Jordan.

Il primo giugno al PalaBanca ci sarà una delegazione di francesi provenienti da Elior, Main Sponsor di Copra da due anni. Conosce questo marchio?
Conosco il marchio Elior. Sono fiero che un gruppo importantissimo francese come Elior sia partner all’interno della pallavolo italiana di una Società autorevole come Copra Elior. Questa consapevolezza mi dà la speranza di vedere eventualmente, un giorno, il marchio Elior su una maglia della nazionale francese di pallavolo.