Il nuovo tecnico del Crazy Diamond Segrate Massimo Eccheli non avrebbe potuto immaginare un esordio migliore in Serie A. Quattro vittorie di fila in campionato. L’ultima della serie con Castellana Grotte, l’unica squadra che fin qui era riuscita a fare abdicare i segratesi nella finale di Coppa Italia.

Eccheli, come avete costruito quest’ultima importante vittoria in campionato?

«Non è stata una vittoria costruita. Ci eravamo preparati durante tutta la settimana sapendo già che, con ogni probabilità, Marco Fabroni non ce l’avrebbe fatta a recuperare per la partita. Sapevamo che avremmo giocato contro una squadra più forte di noi e, per di più, con una rosa depotenziata dall’assenza del regista titolare. Questo ci ha costretto a concentrarci sulla ricerca di nuovi equilibri con Pinelli in regia e ha scaricato molta tensione dal momento che non c’erano aspettative sul risultato. Avevamo molto poco da perdere. Così abbiamo avuto poco tempo per pensare a contromisure particolari limitandoci a ripassare quanto già assimilato nella preparazione della finale di Coppa Italia di Coppa Italia».

C’è stata una componente di fortuna?

«No, abbiamo avuto qualche situazione favorevole dalla nostra parte. Ma la cosa importante è stata non aver perso la bussola nel terzo set, dopo l’1-1 conquistato dai pugliesi ai vantaggi. Nell’ultimo set, invece, alla fine si sono squagliati loro».

Forse l’aver visto Pinelli in campo tra i titolari poteva aver creato nei pugliesi delle aspettative di vittoria più che facile?

«E’ probabile. A volte questi pensieri diventano delle trappole. Credo, però, che loro si siano resi conto quasi subito che la partita sarebbe stata difficile e, di conseguenza, si sono innervositi. Noi abbiamo giocato tutta la partita a viso aperto, senza mai aver paura».

La battuta è stata una delle vostre armi migliori.

«Buona parte dell’efficacia del nostro gioco dipende dalla qualità del servizio. Per questo è un fondamentale che noi curiamo particolarmente in allenamento con sessioni specifiche e vere e proprie gare tra battitori e ricevitori. Riuscire a mantenere alto il livello della battuta ci assicura alte possibilità di far bene».

Lei non parla volentieri dei singoli. Stavolta è doveroso spendere due parole per Riccardo Pinelli?

«E’ un ragazzo che ha talento da spendere e una grande serenità di base che gli permette di lavorare bene. In allenamento ha sempre un buon atteggiamento. Per questo il livello della sua prestazione non mi ha stupito particolarmente. L’unico dubbio riguardava la tenuta sulla lunga distanza. Invece è successa una cosa importante: lui e la squadra hanno trovato il giusto ritmo. Adesso è chiaro che Pinelli essendosi liberato dalla nomea dell’eterna riserva, è una risorsa in più per la squadra che lo ha ‘battezzato’».

Quando lei è arrivato ha parlato di una squadra malata. Ormai, dopo cinque vittorie e una sola sconfitta, sembra guarita. Com’è riuscito nell’intento?

«Cinque vittorie sono importanti, è evidente che la squadra sta migliorando. Io sto solo applicando le mie metodologie di allenamento tese a mettere sotto pressione alcuni aspetti del gioco e alcuni fondamentali. Mi piace porre degli obiettivi anche nelle singole sedute di allenamento e per raggiungerli bisogna sudare».

Domenica prossima giocherete in trasferta contro Sora.

«Quella frusinate è una squadra che, potenzialmente, può battere tutti. Van Dijk è uno schiacciatore tra i migliori della categoria. Il loro palleggiatore Scappatticio, se in giornata ottimale, è capace di giocate geniali capaci di mettere in difficoltà qualsiasi muro».

Prossimo obiettivo?

«Riuscire a ottenere la migliore posizione di classifica nella griglia dei playoff».

Se potesse decidere quale squadra sceglierebbe per la promozione diretta in A1, così da non doverla incontrare ai play off?

«Penso che Castellana sia la più forte, quindi sarebbe meglio non averla come avversaria. Ma sono abituato a non fare calcoli».