After Hours, la SuperLega di notte
Zanini, Loreti, Medei, Candellaro, Gamba e Tiberti ospiti della decima puntata di After Hours
La SuperLega come meta e ispirazione di altre realtà pallavolistiche d’Europa, la rapida crescita di Civitanova, i cali di tensione e la capacità di reagire dei top team, la grande qualità delle coppie di opposti in SuperLega. Ma anche la capacità di “assorbire” da coach e giocatori nelle esperienze da assistente, la consapevolezza del proprio ruolo quando si gioca poco e la capacità di saper vedere, sin da giovani, un futuro oltre il campo. Questi i temi principali della nona puntata di After Hours – La SuperLega di notte, il talk trasmesso in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.
Ospiti della puntata numero 10 sono stati Luca Loreti (Gas Sales Bluenergy Piacenza), Giampaolo Medei (Cucine Lube Civitanova), Davide Candellaro (Sir Susa Vim Perugia), Kristian Gamba (Tinet Prata di Pordenone), Simone Tiberti (Gruppo Consoli Sferc Brescia) e Emanuele Zanini (allenatore della Nazionale belga).
Luca Loreti (Gas Sales Bluenergy Piacenza)
IL PESO DELLE SCONFITTE – Si sentiva il peso delle tre sconfitte di fila. A inizio partita eravamo un po’ rigidi, poi siamo riusciti a scioglierci. Sappiamo che siamo una bella squadra e, con la forza del gruppo, siamo riusciti a vincere e a prendere questi tre punti.
FINALMENTE IL SERVIZIO – Ci abbiamo lavorato veramente tanto. Ogni giorno, mattina e pomeriggio, facevamo battuta e ricezione sempre, perché è stato un nostro punto debole nelle ultime partite.
COSA ‘RUBEREBBE’ A SCANFERLA – Io mi ci trovo benissimo, non c’è rivalità. Io lo guardo, lo ammiro mentre si allena, dalla difesa alla ricezione. Per me è un punto di riferimento. Cosa gli ruberei? La reattività, lui è molto reattivo su ogni palla.
ROMANÒ E BOVOLENTA – Il coach gestisce entrambi, fra campo, titolari e riserve, come tutti. Poi giocare contro l’uno o l’altro è una grande cosa, perché entrambi sono ottimi opposti. Ogni tanto anche il coach mi sgrida perché difendo o non difendo molte palle.
Giampaolo Medei (Cucine Lube Civitanova)
CASA DOLCE CASA – Quest’anno in casa non ne abbiamo sbagliata una, abbiamo fatto sempre bottino pieno. Siamo molto contenti. In più ieri sera c’era un’atmosfera straordinaria all’Eurosuole Forum, come non si vedeva da un bel po’. Questa è la nota più positiva, che mi rende orgoglioso, aver riempito il palazzetto con un’atmosfera straordinaria. Questo, al di là delle vittorie e dell’imbattibilità in casa, spero continui e spero che il nostro pubblico ci segua così: abbiamo avuto momenti complicati e il pubblico è stato un fattore.
LA CAPACITÀ DI REAGIRE – Non sono sorpreso, perché non ci eravamo posti obiettivi precisi, a parte crescere e migliorare sugli aspetti che dall’inizio non erano ancora di alto livello. In alcune situazioni siamo molto migliorati, in altre facciamo un po’ di fatica. Non siamo continui. Quello che mi fa essere più ottimista è che questa è una squadra che ha fatto qualche passo falso, come a Taranto, poi però ci siamo rialzati subito con Grottazzolina. Con Trento abbiamo avuto un momento molto complicato nel terzo set. È una squadra che ha saputo scrollarsi di dosso prestazioni e momenti negativi ed è andata avanti. E questo non è poco per una squadra dove si sono molti giovani. In questi frangenti aiutano molto i giocatori d’esperienza che abbiamo.
COSA MIGLIORARE – Stasera nel muro di palla scontata siamo stati molto, molto imprecisi. Siamo in grado di fare meglio. Contro una squadra come Trento che ha attaccanti molto forti, soprattutto Michieletto, questo viene messo maggiormente in evidenza.
LA PANCHINA LUNGA – Stavolta però la partita è cambiato quando ho inserito Dirlic e Loeppky nel terzo set. Loeppky era stato fermo e non aveva ritmo. Dirlic ha avuto poco spazio perché Lagumdzija quest’anno è stato sempre continuo su alti livelli. Ma abbiamo una squadra omogenea, un roster completo ed è stato determinante avere una panchina lunga con giocatori di alto livello. È un altro elemento che ci aiuta molto.
OPPOSTI E DOPPIO CAMBIO – Soprattutto all’inizio ho usato molto il doppio cambio. Ora purtroppo Orduna non sta bene, ieri era in panchina come secondo libero.
IL RITORNO ALLA LUBE – Ho ritrovato un ambiente simile a quello che ricordavo. Credo che il campionato italiano sia ancora quello di più alto livello nel mondo e la Lube uno dei migliori club in circolazione. Altrove però corrono, si evolvono, la differenza sta diminuendo. In Polonia da tutti i punti di vista il campionato cresce, sono stati bravi a copiarci alcune cose e dovremmo anche dare un’occhiata in quel campionato, perché in certi aspetti sono più bravi di noi. Ho trovato un club di altissimo livello e un campionato molto competitivo e assai equilibrato. Grottazzolina non ha ancora vinto una partita ma con loro è stata una partita tosta. Per quanto mi riguarda, intanto ho fatto un po’ di esperienze, per fortuna positive. Allo Ziraat, in Turchia, ho vissuto un ambiente diverso, con difficoltà diverse rispetto a quelle che si provano in Italia. Ma è stata un’esperienza molto, molto positiva: vincere il campionato con un club che ci provava da 45 anni. In Polonia, il Resovia non entrava fra le prime quattro da 7-8 anni e ci siamo riusciti. Con l’esperienza cresci, migliori: faccio cose diverse rispetto a sette anni fa. E poi prendi consapevolezza delle tue forze e coscienza delle cose su cui devi ancora migliorare. Mi ritengo un allenatore migliore rispetto a quando ho lasciato l’Italia ma che può fare meglio in certe situazioni e cerco di continuare a crescere.
L’ESPERIENZA DA ASSISTENTE – Ho bellissimi ricordi. Ricordo che, soprattutto all’inizio, ero una spugna che prendeva tutto dal capo-allenatore, perché avevo voglia di conoscere e fare esperienza, ma soprattutto dai giocatori. Ne avevo di altissimo livello in palestra. In una seconda fase, mettevo invece a disposizione del capo-allenatore la mia già formata conoscenza, come con Blengini in Nazionale. Sono stati anni veramente importantissimi per me. Ho preso tantissimo da allenatori di grande esperienza e soprattutto dai giocatori. Sono stati anni importantissimi.
Davide Candellaro (Sir Susa Vim Perugia)
SPOSTARSI A PERUGIA – Cosa mi convincerebbe? Le ragioni di un normale sportivo. Non giocare è qualcosa che fa ‘pensare’ un giocatore, ma devi riconoscere il contesto in cui sei, avendo davanti fra i migliori esponenti del proprio ruolo. A me piace anche il ruolo che, ad ora, penso di avere, ovvero aiutare e dare qualche consiglio. Abbiamo ritmi velocissimi. Avere qualcuno che vede le cose diversamente, da fuori, può dare una mano.
ERRORI CONTRO MONZA – Contro Monza non abbiamo fatto una partita stellare. Il primo set lo abbiamo perso ai vantaggi, buttando via due o tre contrattacchi, di cui due free ball. Poi tocca vincere tre set di fila. Una squadra come la nostra non si può permettere certe inesattezze.
I DECIBEL DI LORENZETTI – Lorenzetti alza la voce poche volte, ma quando la alza si fa sentire. Una serie di errori in attacco e su qualche battuta di troppo, si stava spegnendo il ritmo. E forse abbiamo subito qualche muro di troppo.
Kristian Gamba (Tinet Prata Di Pordenone)
LA “K” IN ONORE DI GHEDINA – I miei genitori sono appassionati di sci e mi hanno chiamato così in onore di Kristian Ghedina.
VITTORIA AD ACI CASTELLO – Un bel 3-2 contro una squadra più che blasonata, siamo decisamente contenti. Era il terzo weekend di una serie molto complicata e ne siamo usciti abbastanza contenti, con i punti che abbiamo raccolto. Il livello del campionato è molto alto, non c’è un weekend sereno.
TOP SCORER – Con Alessio Alberini ho giocato già in passato e ci conosciamo bene. Poi il livello del campionato è molto alto, siamo sette-otto squadre in un fazzoletto di punti molto piccola. È tutta una fase ‘preparatoria’ ai Play Off, alla parte importante del campionato.
UN FUTURO DA PILOTA DI AEREO – È una mia passione da sempre. La pallavolo ti può dare da vivere fin quando ci giochi, poi bisogna trovare un proprio impiego, un proprio panorama nella vita. Per ora mi sono portato avanti col brevetto privato, ora andrò avanti con quello commerciale. È difficile conciliarlo con la pallavolo, ma se ti piace riesci a farlo. Piloto aerei monomotore, da quattro posti al massimo. Ci si affida a un aeroclub, dove si studia, si danno gli esami e poi si diventa soci e si “costruiscono” ore per poter ottenere il brevetto di linea.
Simone Tiberti (Gruppo Consoli Sferc Brescia)
MARATONA TIE-BREAK – Tanto per cambiare, cinque set per mantenermi fresco. Siamo al sesto tie-brek in dieci partite, più o meno come lo scorso anno.
IL LIVELLO DELLA A2 – Il livello è sempre più alto dell’anno precedente. Da quando sono stati reintrodotti i due stranieri, la A2 si è alzata di livello e ogni anno ci sono tante squadre buone. Quest’anno è particolarmente equilibrata e si vedono tantissimi tie-break, la situazione cambia da set a set.
GIOVANI INTERESSANTI – Di Macerata mi è piaciuto molto Berger, il centrale perché parte da una base fisica, due metri con braccia lunghe, e in generale mi ha ben impressionato.
CAVUTO E LA A2 – Ieri ci ha tolto le castagne dal fuoco, ha fatto il 17-16 e poi è andato in battuta, facendo ace in salto, malgrado io gli avessi suggerito ben altro. Si è calato bene nella categoria, in A2 un giocatore come lui è marcato molto di più e soprattutto le aspettative su di lui sono alte. Quando si scende di categoria, bisogna adattarsi velocemente a un campionato che, vi assicuro, è molto impegnativo.
Emanuele Zanini (All. Nazionale belga)
IL PANORAMA BELGA – Credo di essere stato il primo allenatore ad andare all’estero in campo maschile. Poi la scuola italiana ne ha portati tanti. L’anno prossimo faremo il Mondiale e saremo nel girone con Italia, Ucraina e Algeria. La nostra è una squadra un po’ atipica perché, anziché avere giocatori di tutte le generazioni, ho solamente tre giocatori molto esperti: Stijn D’Hulst, il palleggiatore, Sam Deroo che gioca in Russia e Pieter Coolman. Gli altri sono tutti giocatori molto giovani, come Ferre Reggers e Wout D’Heer che giocano in Italia, di 21, 22 e 23 anni. In mezzo c’è un buco enorme. Alcuni di loro o arrivano a essere top player come Deroo oppure finiscono l’università, iniziano un altro lavoro e giocano a pallavolo solo per divertimento, senza sposare più la Nazionale. Ho cercato di cambiare questo trend. Con qualcuno ci sono riuscito, con altri sarà difficile.
LA RAPIDA CRESCITA DELLA LUBE – Non è per nulla facile, e non capita spesso, di battere una squadra come Trento, piena di campioni e giocatori che hanno vinto tanto, facendo un percorso che li ha portati a maturazione. Civitanova ha fatto scelte ben precise, impostando una squadra molto giovane, avveniristica, con giocatori di grandissimo talento. Ne cito uno, Nikolov, che ha la stessa età del nostro opposto del Belgio, Ferre Reggers: erano i due giocatori che si erano messi maggiormente in evidenza ai Mondiali e agli Europei juniores. Che Medei abbia l’esperienza di capire che qualche passo falso potrà capitare, ma credo che si potranno ritagliare uno spazio da protagonisti durante tutta la stagione.
SCHIACCIATORI E OPPOSTI – L’opposto è un ruolo fondamentale e di conseguenza tutte le squadre si sono attrezzate per avere non solo un cambio nel ruolo specifico quando può capitare una giornata storta, un piccolo infortunio o un’influenza, ma anche per allestire un doppio cambio regolarmente o in certe situazioni. Ci sono tanti allenatori che hanno questa filosofia per avere un doppio cambio di alto livello, è un valore che ti dà tanto in allenamento e che puoi sfruttare anche in gara. Da quel punto di vista, anche con la Nazionale belga siamo messi abbastanza bene.
A LORETI – Anastasi me ne ha parlato molto bene, dicendomi che è un grandissimo talento. L’importante è che continui a lavorare seriamente, duramente e con grande motivazione.
DIMOSTRAZIONI DI FORZA – Lorenzetti ha fatto un discorso concreto. Può capitare che, in allenamento, una squadra che vince tanto e si sente molto forte abbia qualche calo di tensione ed è giusto che un tecnico trovi un modo per far reagire la squadra e far sì che torni ad allenarsi al meglio. E a volte ho una sensazione: c’è quasi la necessità, non dico di fare apposta di perdere il primo set, ma di non giocare al massimo e poi dare una dimostrazione di forza vincendo tre set di fila. A volte le squadre molto forti si auto-testano, mettendosi un po’ in difficoltà per poi dimostrare che sono in grado di spingere e reggere la situazione.
GLI ANNI CON ANASTASI – Ho fatto con lui quattro anni nel club e due in Nazionale, con grandi giocatori, da Meoni a Tofoli, passando per Cantagalli, Bernardi, Gardini, Corsano: da loro ho imparato tantissimo. Quando De Giorgi venne a Montichiari dopo Cuneo, credo avesse 36 anni, arrivò in condizioni fisiche “che non ti dico”, ma l’abbiamo rimesso in sesto ed è andato a farsi il Mondiale con Bebeto nel 1998. E Fefè è sempre stato un palleggiatore estremamente pensante che aveva tutto sotto controllo. Secondo me stava già “studiando” da allenatore.