Il processo di “riabilitazione” di Poey e Portuondo, come si ricorderà, è stato un autentico braccio di ferro con la Federazione Internazionale, a cui più volte la M. Roma Volley si è rivolta perché ai due transfuga cubani venisse concesso di giocare nel Paese che li ha accolti.
I due cubani hanno atteso in silenzio e con grande impegno il giorno della rivincita ed ora sono da considerare i veri protagonisti dell’exploit neroverde. “Il nostro segreto – spiega Portuondo – è che abbiamo saputo aspettare. I tecnici che la M. Roma ci ha messo a disposizione ci hanno trattati come se fossimo componenti della rosa, aiutandoci a lavorare come hanno fatto gli altri. Sapevamo che avremmo dovuto moltiplicare l’impegno, perché allenarsi tutta la settimana e poi non giocare avrebbe potuto danneggiarci sul piano psicologico. Ora io e Ray siamo a completa disposizione del gruppo e della società. Non abbiamo avuto difficoltà ad inserirci in una squadra totalmente rinnovata, anche perché i compagni ci hanno dato una grande mano”.
E l’inizio di campionato è davvero scoppiettante. Sei gare su sei portate a casa, primato solitario in classifica. “La nostra forza – riprende Portuondo – è che lavorando ci divertiamo. E la domenica non facciamo altro che metter in pratica tutto quello che Giani ci ha proposto nei giorni della preparazione. L’altra nota positiva – continua lo schiacciatore – è proprio la presenza di questo allenatore. Da grandissimo atleta come è stato, ora che è dall’altra parte, Giani riesce a farsi ascoltare e ad ottenere i movimenti, gli automatismi che proviamo insistentemente in allenamento. L’allenatore – continua Portuondo – si sofferma per evidenziare qualche nostro errore e si affretta a correggerlo. Con i più giovani, poi, ha un feeling particolare. Ed è giusto, perché proprio loro rappresentano il patrimonio ed il futuro della M. Roma”.
Per Portuondo Città di Castello, prossimo avversario, è un cliente pericoloso: “Gli umbri – ricorda – stanno giocando un ottimo campionato. Hanno dato un po’ di dispiaceri a tutti, per cui siamo “obbligati” a tenerli nella giusta considerazione. Mi piacerebbe continuare a vincere. Farlo in casa, davanti alla nostra gente, sarà ancora più importante”.