Sei giorni al via. Alla Quasar si contano le ore che separano la squadra dal raduno. Raduno fissato per lunedì 17 agosto e dal quale saranno esentati solo Valentin Bratoev e Svetozar Ivanov, impegnati agli Europei di Turchia con la nazionale bulgara. Un raduno diverso dagli altri anche per il presidente Italo Vullo perché quest’anno la sua Quasar è in serie A e la voglia di vedere in palestra la squadra allestita nel mercato estivo è la benzina che aiuta a superare le tante difficoltà di un’estate di intenso lavoro.
Allora presidente, tra una settimana inizia l’avventura della Quasar in A2. Dopo tanto lavoro finalmente si torna in palestra.
“C’è tantissima attesa. Dalla fine della stagione scorsa non ci siamo fermati un attimo. Abbiamo trascorso un estate in cui abbiamo lavorato tutti i giorni, a testa bassa, per preparare al meglio lo sbarco in serie A. Abbiamo concluso un mercato di cui siamo tutti soddisfatti ed ora toccherà all’allenatore assemblare una squadra di cui siamo molto soddisfatti. Finalmente si comincia a lavorare in palestra, a parlare di pallavolo giocata, a sentire il rumore del pallone, quello tricolore, quello della serie A. Insomma, se la voglia di cominciare dei giocatori è uguale alla nostra, almeno dal punto di vista delle motivazioni, non avremo problemi”.
L’inizio ufficiale è fissato per lunedì 17 agosto.
“Si quello è l’appuntamento per i giocatori, per quelli che non sono impegnati in nazionale come Bratoev ed Ivanov. Cantagalli, invece, è con noi da martedì ed insieme a Tosi hanno già lavorato molto anche durante i mesi estivi per preparare l’inizio stagione. Con i giocatori, invece, inizieremo dalla prossima settimana a lavorare al Nuovo Mondo Fitness delle Bocchette. Piscina, pesi, nella prima settimana non toccheremo il pallone. Un lavoro impegnativo ma molto utile per affrontare al meglio una stagione lunga e logorante come quella di A2”.
Cosa vuol dire essere in serie A?
“Vuol dire aver coronato il lavoro di tanti anni ed un progetto partito per riportare la grande pallavolo nella nostra terra. La serie A significa essere nella pallavolo che conta ma, soprattutto, significa affrontare un salto organizzativo importante. Abbiamo lavorato tanto ma ora possiamo cominciare a viverla, ad assaporarla questa categoria”.
Quanto, diciamo così, lavoro oscuro prima di questo fatidico 17 agosto e, quindi, del ritorno in palestra?
“Non abbiamo quasi fatto a tempo a goderci la gioia della promozione che subito sono arrivate le preoccupazioni. I primi problemi da affrontare sono stati quelli economici e, da questo punto di vista, il lavoro è tutt’altro che concluso. Andiamo avanti con la ricerca di sponsor, di partner che vogliano accompagnarci in questa avventura ma, ad oggi, le novità rispetto agli anni passati non sono moltissime. Purtroppo il territorio non ci sta dando molto. La risposta, almeno per adesso, non è quella che ci saremmo attesi. Forse, nonostante il grande lavoro fatto negli anni scorsi, alcuni fanno come San Tommaso, vogliono vederci alla prova in serie A prima di accordarci la loro fiducia. Forse non siamo ancora riusciti a far capire come una serie A di pallavolo, stiamo parlando del secondo/terzo sport nazionale, sia una vetrina di assoluto prestigio. Tanto per fare un esempio, la Provincia di Massa-Carrara per l’organizzazione della Final Four di Coppa Italia Serie B1 dell’anno passato, ci ha dato 300 euro di contributo e questo da la dimensione della risposta economica e dell’attenzione nei nostri confronti. Noi, però, non ci spaventiamo, abbiamo allestito una gran bella squadra e vogliamo portare in alto il nome della Toscana, di Massa e della Versilia sui campi di tutta Italia. Se poi con il nostro lavoro attireremo l’attenzione e ci conquisteremo la stima di nuovi compagni di viaggio, li accoglieremo a braccia aperte”.
Presidente, non gli viene mai da chiedersi ma chi me l’ha fatto fare?
“Si me lo chiedo continuamente e me lo hanno chiesto anche tanti amici che ho incontrato in queste settimane. Alcuni, addirittura, mi hanno dato di matto perché ho allestito una squadra vera, competitiva per dare sostanza alla nostra presenza in serie A e non essere una meteora. La risposta agli amici ed anche a me stesso, però, è semplice. A farmelo fare è la passione per questo sport. Una passione, un entusiasmo più forte di tante difficoltà e che spero sia contagioso e che ci procuri tanti amici e compagni di viaggio”.