Parla polacco la lista dei palleggiatori in casa Folgore Massa. Un paese che è garanzia di successo, dal momento che la selezione nazionale è campione mondiale in carica da ben 2 edizioni, e lo ZAKSA ha conquistato l’ultima Champions League battendo Trento in finale. Proveniente dal Lechia Tomaszów Mazowiecki, sbarca in costiera il regista classe ’99 Dominik Żukowski.
Com’ è nata l’opportunità di giocare in Italia, difendendo i colori della Folgore Massa?
“È accaduto tutto così in fretta. Avevo già avuto qualche contatto con il ds Ruggiero prima della doppia finale play-off contro Palermo, e rimanemmo d’accordo che in caso di promozione in A3 ci saremmo seduti per definire il trasferimento. Pochi giorni dopo il meritato trionfo, la società mi ha richiamato ed in poco tempo abbiamo chiuso ogni dettaglio”.
Quando hai iniziato a giocare a pallavolo, e cosa ti ha spinto a scegliere il ruolo di palleggiatore che rappresenta l’autentico fulcro di una squadra?
“Ho cominciato quando avevo appena 12 anni, e da lì il tempo è passato davvero velocemente. Perché in regia? Beh, il mio sogno è sempre stato quello di intraprendere una carriera importante in questo sport: non ho ricevuto la potenza fisica come dono naturale, per cui sarebbe stato difficile vedermi in altre posizioni. Con il tempo ho imparato ad amare il ruolo di palleggiatore, e non lo cambierei per nulla al mondo!”
Cosa provi ad essere il primo atleta straniero nella storia della Folgore Massa?
“È una sfida bella grande. La società ha tanta fiducia in me, e non ho parole sufficienti per definire la splendida accoglienza di tutti i dirigenti. Mi supportano, e sono onorato di poter essere parte della storia della Folgore Massa”.
Dalla Polonia all’Italia: due nazioni di altissimo livello, che si contendono lo scettro delle più importanti competizioni per club. Quali sono le tue ambizioni per il prossimo campionato di A3?
“Polonia e Italia sono due nazioni top per ciò che concerne il mondo del volley. Credo perciò che non ci saranno eccessive differenze per quanto riguarda approccio professionale agli allenamenti, metodologie di lavoro, e attenzione per ogni dettaglio di gioco. Ho grandi aspettative, e farò il possibile per raggiungere gli obiettivi prefissi. Non vedo l’ora di iniziare, e sono certo che si formerà subito un grande gruppo. Coesione e unità di intenti sono elementi imprescindibili per superare i momenti negativi e goderci quelli positivi”.
C’è un atleta che può essere considerato un tuo punto di riferimento?
“In verità, non ho un idolo in particolare. Per quanto riguarda il mio ruolo, ammiro molto il palleggiatore della nazionale francese Ben Toniutti. Se invece andiamo più in là, analizzando forza mentale e leadership, mi piacciono Michał Kubiak e Osmany Juantorena”.
Ti senti spesso con il ds Ruggiero e il coach Esposito: com’è stato il loro benvenuto e quali sono le tue prime impressioni sul sodalizio costiero?
“Ho ricevuto un’accoglienza davvero calorosa. Mi sento spesso con il ds: è sempre disponibile, aiutandomi sempre per qualsiasi problema o difficoltà. Non mancano le videochiamate con il coach, ed ho iniziato già a sentirmi con alcuni ragazzi del roster”.
Tra poche settimane sarai a Sorrento per la ripresa degli allenamenti. Che emozioni provi nel riprendere confidenza con la palestra, e quanta voglia c’è di conoscere man mano tutte le zone più belle della città?
“Sono molto carico! Ho tanta voglia di lavorare, anche perché la stagione scorsa è terminata agli inizi di aprile, per cui lo stop è stato davvero lungo. Ovviamente mi sto già allenando sodo in palestra per arrivare in perfette condizioni fisiche al primo allenamento, ma è chiaro che manca tanto il contatto con il palazzetto ed il pallone. Conosco le bellezze di Sorrento, e tutta la mia famiglia si è già innamorata guardando soltanto le foto su internet. Non è semplice lasciare il proprio paese ed i propri affetti, ma i miei più grandi tifosi come i miei genitori e la mia ragazza verranno spesso a trovarmi a Sorrento”.
Anche in Italia c’è una grande atmosfera all’interno dei palazzetti. Quanto sarebbe importante ritrovare il maggior numero di supporters possibile a riempire gli spalti?
“Giocare davanti al calore dei tifosi è la mia speranza per quest’annata. Possono giocare un ruolo fondamentale poiché rappresentano il settimo uomo in campo”.