Dopo aver ritrovato la strada del successo, la M. Roma è ora pregata di non perderla. Per cui, già da domenica prossima, la formazione di Ermanno Piacentini è chiamata a dare continuità al proprio gioco. Che quello capitolino sia un ottimo gruppo, nessuno lo ha mai messo in discussione, anche se le sei sconfitte consecutive, qualche timore lo avevano suscitato. La M. Roma aveva bisogno di una scossa forte e, soprattutto, di recuperare al meglio il sestetto base. Per restituire la tranquillità ed a concorrere per il ritorno ai tre punti, è stato determinante il reinserimento di Lucio Oro, l’opposto titolare, fermo dalla quinta giornata di campionato per una lesione al polpaccio. L’italo-brasiliano, a Bologna, è stato tra i più efficaci e, giustamente, Piacentini saluta con entusiasmo il suo importante recupero: “La vittoria di domenica scorsa – spiega il tecnico – ha confermato che, con tutti gli uomini a disposizione, la M. Roma ha un suo gioco e che lo stesso può diventare pericoloso soprattutto quando lo squadra si ritrova a giocare punto su punto. Bologna, in questo senso, ha confermato che siamo in grado di chiudere il risultato a nostro vantaggio. Oro – continua il coach – è un giocatore di ottime qualità, è dotato di un servizio molto potente e di un decisivo gioco a palla alta, spessissimo diventa utile persino in fase difensiva”.
Domenica, al Palazzetto dello Sport, Roma ospiterà Castellana Grotte, una formazione partita, come Latina, con i favori del pronostico, per vincere addirittura il campionato, ma che strada facendo ha perduto un po’ della sua identità. Sulla panchina della formazione pugliese, proprio di recente, è stato chiamato Radames Lattari, una vecchia “volpe” della pallavolo nazionale, già avversario di Roma nei due campionati di A1. “Il gruppo di Castellana Grotte – riprende Piacentini – ha dalla sua parte una grandissima esperienza ed è stato composto per una immediata risalita in A1. I suoi giocatori, comprese le riserve, sono quindi da tenere nella giusta considerazione perché molto preparati. Ad esempio, Rosso, Barbone e Quarti, che in altre squadre potrebbero tranquillamente giocare da titolari, quando sono chiamati in campo non fanno assolutamente rimpiangere chi, al momento, sostituiscono. Se serve un altro particolare – conclude Piacentini – mi fa pensare il fatto che l’età media della squadra sia abbondantemente al di sotto dei trent’anni”.
Tutte argomentazioni plausibili ma Roma, se vuole continuare a marciare vincendo, deve dimenticarle.